LEGGE DI BILANCIO 2017: L’IRI, LA NUOVA IMPOSTA SUL REDDITO D’IMPRESA

 

 

Con l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2017, avvenuta il 7 dicembre scorso, viene ufficialmente introdotta l’IRI al 24%. L’annuncio di un’importante novità fiscale per le imprese era già stato anticipato dal viceministro all’economia Casero e dal sottosegretario Nannicini ai rappresentanti delle imprese di Rete imprese Italia.
Ora la novità per le piccole imprese e gli artigiani è finalmente ufficializzata: dal 2017 ai lavoratori autonomi sarà applicata un’imposta unica con aliquota al 24%. Con tale imposta, il Governo si propone di aiutare le imprese e di agevolarne la crescita e lo sviluppo.
L’Iri al 24% sarà applicata ai redditi lasciati e reinvestiti in azienda, in sostituzione delle aliquote progressive Irpef (che vanno dal 23 al 43%).
In sostanza, imprese e artigiani verranno tassati con l’aliquota unica al 24% così come previsto per le società di capitali, soggette al pagamento dell’IRES anch’essa ridotta dal 27,5% al 24% dal 1° gennaio 2017. Le aliquote progressive Irpef, calcolate sulla base dei redditi aziendali dal 23% al 43%, per le quali la riforma è stata posticipata probabilmente al 2018, non si applicheranno dunque alla parte di utili reinvestiti in azienda.
L’IRI, essendo un’imposta sostitutiva, deve essere scelta per opzione nella dichiarazione dei redditi, con effetto dal periodo d’imposta cui è riferita la dichiarazione stessa; essa dura per cinque periodi d’imposta e può essere rinnovata.
L’Iri al 24%, bisogna ricordare, si applicherà esclusivamente sugli utili reinvestiti in azienda. In base a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2017 per la parte prelevata dal professionista o dal piccolo imprenditore verrà applicata l’aliquota Irpef di competenza, che ad oggi ammonta ad un minimo del 23% per i redditi inferiori ai 15 mila euro annui, fino al 43% per quelli che superano i 75 mila euro.
Fino ad oggi i redditi prodotti dalla PMI sono in capo all’imprenditore e ai soci anche se lasciati in azienda. L’obiettivo dell’Iri al 24% introdotta dalla Legge di Bilancio 2017 è favorire, invece, la capitalizzazione delle imprese, tassando in maniera più leggera gli utili non prelevati.
Il doppio binario consente quindi di pagare un’imposta più leggera sulla parte di reddito utilizzata in favore della crescita aziendale, escludendo quindi da questo l’applicazione delle aliquote progressive Irpef.
Quindi, in base a quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2017 tutte le imprese pagheranno allo stesso modo, senza considerazione delle dimensioni dell’azienda e della forma societaria. Con la Legge di Bilancio 2017 è stata uniformata la disciplina fiscale di piccole imprese, artigiani e commercianti a quella delle società di capitali, soggette al pagamento dell’Ires sempre al 24%.
L’IRI è riservata ai soggetti in contabilità ordinaria, sia per obbligo che per opzione, e la relativa scelta potrà essere esercitata in dichiarazione dei redditi con effetto dal periodo d’imposta cui è riferita la stessa dichiarazione e per una durata quinquennale (UNICO/2018 per l’anno d’imposta 2017).
L’Iri al 24% per le società di persone e le imprese individuali non è l’unica novità della Legge di Bilancio 2017. Ulteriore novità prevista per agevolare le imprese e per mitigare la pressione fiscale delle piccola e media imprenditoria è l’introduzione del regime di cassa: piccole e medie imprese potranno determinare il proprio reddito sulla base di quanto incassato realmente, così come avviene per i liberi professionisti.
Già con riferimento all’anno d’imposta 2017 le imprese dovranno determinare il reddito d’impresa non secondo l’attuale criterio di competenza ma in base al criterio di cassa.
In sostanza, le imprese in contabilità semplificata pagheranno le tasse al momento dell’incasso delle fatture. Il prelievo d’imposta coinciderà con le concrete disponibilità finanziarie dell’azienda. Viene meno quindi il principio di competenza, che prevedeva invece il pagamento delle imposte sulla base della compilazione delle fatture. Con il regime di cassa introdotto con la Legge di Bilancio 2017 per determinare il reddito d’impresa assumeranno rilevanza i ricavi effettivamente percepiti e le spese sostenute.
Nella Legge di Bilancio 2017 sono state previste novità per gli studi di settore, che da strumenti di accertamento sono pronti a diventare strumenti di collaborazione tra Fisco e imprenditori. A tal proposito si evidenzia che a partire dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2017 (quindi, dal 2017, per i contribuenti con esercizio coincidente con l’anno solare), gli studi di settore si trasformano in uno strumento misuratore della fedeltà fiscale dei contribuenti. Successivamente con apposito decreto ministeriale, verranno introdotti determinati “indici di affidabilità”, cui saranno collegati effetti premiali, anche sotto forma di esclusione dall’accertamento o di riduzione dei relativi termini prescrizionali, da riconoscere ai contribuenti più virtuosi. Con la stessa decorrenza, è decretato lo stop agli accertamenti basati sui risultati degli studi di settore o sui parametri.
L’obiettivo delle novità fiscali introdotte dal dimissionario Governo Renzi con la Legge di Bilancio 2017 è stato quello di agevolare le imprese, sia per quel che riguarda la tassazione, con l’Iri e il regime di cassa, che per quanto concerne gli strumenti di controllo.

francoiannaccone.ilponte@gmail.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: