I partitini dello Zero virgola

 

 

La sfilata dei gruppuscoli alle consultazioni del Presidente Mattarella è stata come un aperitivo, rispetto al “piatto forte” che il popolo italiano sarà costretto a mangiare nel prossimo futuro. Che consolazione vedere “i partitini dello zero virgola” proporsi come indispensabili per la formazione del nuovo governo e scoprire che saranno determinanti sulle “regole” elettorali. Perché, per punire Renzi (e con lui i fautori del maggioritario e del premio di maggioranza) la scelta cadrà sul sistema proporzionale, quasi “puro”.
E’ questo il risultato più probabile: quello che farà felice il Movimento 5Stelle (che, con l’Italicum corretto dalla Corte Costituzionale, avrebbe probabilmente vinto), perché da quando hanno ottenuto l’exploit del 2003 sono stati, palesemente, terrorizzati dalla possibilità di concorrere al governo del Paese. E si sono comportati di conseguenza!
Con il proporzionale (e la soglia di sbarramento al 3% e non al 5%) saranno contenti anche i leader della sinistra: perché riusciranno almeno a sopravvivere con le loro visioni e le loro ambizioni mai soddisfatte (e mai convinti ad abbandonare l’impegno politico, pur dopo le sconfitte che avrebbero scoraggiato qualunque persona coerente).
Quindi, il ritorno al sistema proporzionale (con le preferenze) farà la gioia di tutti i politici “legati” al territorio: quelli che sono espressione della delinquenza organizzata che domina alcune, note, zone italiche piuttosto che quelli che vantano un “cursus honorum” clientelare di tutto rispetto (perché hanno gestito enti, hanno guidato società pubbliche o hanno rappresentato i partiti nella occupazione del potere a livello territoriale).  Ritorneranno a vincere i “maestri” degli accordi tra candidati: quelli che riusciranno ad organizzare il voto con le preferenze bloccate e gli scambi di preferenze, fatti con le truppe cammellate, portate per mano fino ai seggi elettorali!
Quelli che hanno memoria ricordano che quando i partiti erano forti e radicati, quando rappresentavano la volontà dei cittadini (che partecipavano alla politica con vera passione civile), allora, si concedevano il lusso di “scegliere” anche persone fuori dall’apparato per proporle al proprio elettorato e farle eleggere al Parlamento, per migliorare la qualità della rappresentanza. Bene, oggi che i partiti sono quelli che conosciamo (l’unico partito che può definirsi tale è il Partito Democratico e conta meno di trecentomila iscritti) tutto ciò sarà di fatto impossibile: perché non ci sarà nessun candidato, estraneo al partito, che potrà avere qualche speranza di essere eletto. Perché nessun leader potrà garantire niente in tal senso! Siamo condannati ad accontentarci dei noti “polli da batteria” (tali sono, perché, un tempo i politici veri erano chiamati  “cavalli di razza”) che porteranno alla comunità solo la loro sconfinata ambizione (sperimentata nelle lotte feroci contro i colleghi del loro stesso partito, per guadagnare una posizione di prestigio o meglio un posto di lavoro: quello di “politico di professione”).
Perciò, credo che dovremo abituarci ad abbandonare i sogni di rinnovamento della politica e dei politici. Dovremo rassegnarci al “ritorno al passato”: che, però, a ben guardare, potrebbe essere il meno peggio: rispetto alla voglia di destra, di razzismo, di xenofobia e di antieuropeismo che vince un po’  ovunque, in Europa e nel mondo!
La possibilità di cambiare il mondo, di rinnovare la vita delle nostre comunità mettendo in minoranza tutto il vecchiume che ci ha portato allo sfacelo che conosciamo, somiglia tanto ad una “vena di acqua viva che, improvvisamente, si è interrata” nella cultura del timore per il nuovo, per l’inedito ed il non ancora compiuto! La colpa è stata (ed è) di quelli (come Renzi) che non sono stati capaci di essere “coerenti” fino in fondo rispetto alle promesse fatte! La colpa è stata (ed è) di quelli, come i 5Stelle, che hanno dimostrato poco coraggio, scarsa fantasia e soprattutto grande paura di affrontare (e guidare) il futuro del nostro Paese!
Tutti gli altri hanno vinto sul serio: quelli che erano stati “espulsi” dalla comunità politica  grazie al voto degli italiani ed ai giudizi negativi della pubblica opinione; quelli che erano destinati alla pensione anticipata per gli errori commessi; quelli, infine, che erano già stati archiviati dalla visione comunitaria di un futuro nuovo e diverso per le giovani generazioni. Dispiace che (tra tanti) a perdere (a loro insaputa) siano stati, anche, alcuni che, di solito, hanno l’”occhio penetrante e vedono lontano, riuscendo a conoscere la verità, col cuore aperto”! Molti di loro sono stati, come dire, “abbagliati” e “deviati” da un motivato rancore verso chi (Renzi) aveva sollecitato il nuovo facendo poco per realizzarlo in concreto. Molti di loro hanno immaginato (e temuto) pericoli inesistenti e senza rendersene conto si sono “confusi” con quelli che, invece, avevano ben chiari i rischi (per le loro poltrone e per le loro ambizioni) che correvano.
Peccato, perché molti di costoro, si accorgeranno presto dell’errore commesso: purtroppo (e quanto vorrei sbagliare la previsione), non ci sarà il tempo per rimediare, quello che ci aspetta è già scritto e ce lo meritiamo tutto!
Per il momento ci accontentiamo della    fotocopia dei desideri mancati, espressa dal Governo Gentiloni: con un po’ più di attenzione alla Scuola e, forse, al Mezzogiorno!
 michelecriscuoli.ilponte@gmail.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: