I TUMORI HANNO IL MARCHIO DI FABBRICA

 

 

Viviamo un periodo  in cui quasi quotidianamente si registrano novità importanti nel campo specifico dell’oncologia, con notevoli miglioramenti sia nella precocità della diagnosi che nella terapia medica.  E’ anche pur vero che l’incidenza delle neoplasie è in continua e costante crescita, ma la mortalità dopo il picco pauroso degli anni Ottanta è molto diminuita. E’ migliorata anche la durata della sopravvivenza anche nei pazienti con patologie in stadi molto avanzati. In Italia in 23 anni dal 1989 al 2012, la percentuale di decessi per tumore della mammella è diminuita del 30%, così che ben 693mila donne sono ancora in vita, ed in questo campo specifico si andrà incontro ad ulteriori ed importanti miglioramenti. Infatti, sono stati messi a punto dei guanti contenenti dei sensori ultrasottili che il medico indossa al momento della palpazione delle mammelle, che sono capaci di scoprire delle malformazioni potenzialmente indicative del tumore e di trasmettere “notizie” ad un computer che registra l’esame. In questo modo tanti falsi allarmi legati ad una semplice palpazione del seno scompariranno e tante indagini inutili non saranno all’ordine del giorno. A mettere a punto questi sensori sono stati i ricercatori di due famosissime Università, quella di Tokio e la Harvard di Boston ed il loro lavoro sulla rivista “Nature”, nella sezione dedicata alle nanotecnologie. A proposito di nanotecnologie, bisogna dire che queste ultime di tipo magnetico si candidano a divenire presto un’alternativa alla chemioterapia. Ciò potrà avvenire perché queste microparticelle possono rilasciare il farmaco antitumorale direttamente nel sito di azione, quello colpito direttamente dalla neoplasia. Questo progetto à portato avanti dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Genova, diretto dalla Professoressa Pellegrino, che ha spiegato come sia utile tale utilizzo soprattutto per ridurre la quantità dei farmaci da somministrare ed anche, ovviamente, i loro  effetti collaterali. Un’altra novità positiva arriva dalla California, dove è stato studiato un test non invasivo che consente la diagnosi precoce di tumore attraverso una goccia di saliva. Gli studiosi di Los Angeles hanno chiamato il test “biopsia liquida”, costa 20 euro ed è pronto in 10 minuti. Per ora è stata messa a punto la diagnostica per il tumore dei polmoni ed a breve dovrebbe toccare alle neoplasie pancreatiche ed ematologiche.  Tra le neoplasie altamente aggressive, con morbilità e mortalità elevate, ci sono quelle ematologiche: leucemia, linfomi e gammopatie monoclonali. Anche in questi casi la scienza ci ha fornito le prove dell’esistenza di  un marcatore tumorale: il micro RNA circolante che viene considerato un marcatore precoce proprio di queste patologie che, se scoperte in tempo, possono avere la possibilità di usufruire della terapia medica. All’Università di Napoli, in collaborazione con quella di Salerno, hanno scoperto che una proteina (p53), nota per essere coinvolta nello sviluppo delle neoplasie, regola la via metabolica del mevalonato, la cui produzione incontrollata è associata a tumori mammari, polmonari ed epatici. Se si agisce sul meccanismo di azione di questa proteina è possibile creare condizioni favorevoli alla sopravvivenza. Uno studio pubblicato il mese scorso da parte dell’University College di Londra, a cui hanno dato il contributo altri 36 centri di ricerca internazionali, ci racconta di come per la prima volta i ricercatori hanno tentato di “indirizzare” il sistema immunitario contro i tumori. La cosa più difficile da superare è la velocità con cui le cellule tumorali mutano. Sono state individuate delle proteine che sono presenti sulle cellule neoplastiche e che vengono isolate e poi moltiplicate in vitro, così da dare origine ad un vero e proprio vaccino anti-cancro. Bisogna vincere la debolezza del sistema immunitario contro il cancro, per arrivare al più presto al punto debole di un tumore. L’ultima bella notizia su questi argomenti ci viene dagli Stati Uniti ed in particolare dagli studiosi dell’Istituto Nazionale dei Tumori, i quali hanno individuato una regione di ipermetilazione intorno ad un gene (ZNF154), che è specifica per i tumori. In chimica organica la metilazione è catalizzata da enzimi che sostituiscono un atomo di idrogeno con il gruppo metile. Tale modificazione chimica va più frequentemente in azione per l’acido desossiribonucleico, il DNA, che modula l’espressione dei geni. Più il DNA è metilato e più si riduce l’attività di un gene. Partendo da questa considerazione, gli statunitensi sperano di mettere a punto un esame del sangue che riveli la presenza di neoplasia in una fase molto precoce dello sviluppo della stessa. In pratica, trovare una ipermetilazione intorno al gene ZNF54 significa aver trovato il tumore, perché l’elevata metilazione è presente solo nei tumori. Questo marchio di fabbrica dal 2013 ad oggi è stato trovato in 15 tipi di tumori solidi in 13 organi diversi. Questo possibile biomarcatore universale è stato già trovato per i tumori del colon, della mammella, dello stomaco e dell’endometrio. Per essere utile, questo marchio del tumore deve essere scoperto attraverso un semplice esame di sangue da effettuarsi ad ogni sospetto o perché compreso in un programma di screening. Per essere individuato attraverso il DNA, questo famoso marchio deve rappresentare almeno il  10% del DNA totale, che è la percentuale minima per individuare non solo i tumori in fase avanzata, ma anche quelli che si trovano in uno stadio intermedio e quelli in uno stadio precoce.   Chiudiamo con una nota di orgoglio nazionale: la direttrice della ricerca è la responsabile della Sezione di Genomica Traslazionale dell’Istituto Nazionale dei Tumori degli Stati Uniti d’America ed il suo nome è Cristina Annunziata. La grande scienziata italiana ha dato una spinta notevole alle intuizioni che hanno mosso l’intero gruppo di ricerca guidato da Laura Elnitski, responsabile, del progetto sul genoma umano dello stesso istituto e biologa di grande competenza e di grande semplicità, perché sempre disponibile verso tutti attraverso la sua presenza sui  social network, nonostante il suo ruolo di ricercatrice di fama internazionale non le consenta un adeguato tempo libero.
    gianpaolopalumbo.ilponte@gmail.com

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