AD AVELLINO NON È REATO ?

A cura di Orazio Landi

La notizia ha dell’incredibile:un dipendente pubblico ha denunciato, alcuni mesi fa, presso la Procura della Repubblica di Avellino, la “presunta” condotta scorretta del proprio datore di lavoro che, tra l’altro, aveva scritto una lettera al medico curante per avere notizie circa lo stato di salute, accertare la patologia e verificare l’autenticità dei Certificati. Un fatto grave, una palese violazione della Privacy, come ha riconosciuto il Garante per un caso analogo precedente. C’è persino la pronuncia della Cassazione, con sentenza n. 2367 del 31/01/2018, che riconosce illegale la diffusione a terzi di notizie riguardanti lo stato di salute di un lavoratore, nella fattispecie da parte del medico curante. La Legge attribuisce al datore di lavoro la facoltà di controllare i dipendenti, ma, nel caso di specie, rivolgendosi all’INPS, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Ciononostante il Pubblico Ministero del Tribunale di Avellino, stranamente, non ha ravvisato nessun comportamento illecito da parte del datore di lavoro. La circostanza, vista l’evidenza dei fatti contestati, ha costretto il dipendente a procedere, attraverso il proprio legale di fiducia, e a depositare l’opposizione alla richiesta di archiviazione. Vista l’ampia giurisprudenza in materia è probabile che si sia trattato di un errore di valutazione, una mera distrazione, cose che possono verificarsi e per le quali il diritto, non a caso, concede possibilità di revisione degli atti. Ora ci sarà da attendere, nella speranza che gli strumenti a garanzia delle parti coinvolte facciano la dovuta chiarezza sulla vicenda.

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