30mila pensioni “d’oro” di parlamentari, giudici, e consiglieri regionali che sfuggono ad ogni riforma

In Italia 30mila pensioni di assoluto privilegio fanno parte di un altro mondo. Si tratta delle pensioni del personale della Camera e del Senato, quelle degli ex deputati e senatori (definiti ingannevolmente “vitalizi”), dei dipendenti della Regione Sicilia, del personale della Presidenza della Repubblica, dei giudici della Corte Costituzionale e dei loro dipendenti, i vitalizi degli ex consiglieri regionali. Gli assegni “d’oro” di costoro oscillano tra i 40mila e i 200mila euro l’anno.
Il censimento di questo “piccolo paradiso” delle pensioni è contenuto nel “Bilancio del sistema previdenziale italiano”, e diffuso dal Centro Studi di Itinerari Previdenziali presieduto da Alberto Brambilla, esperto di pensioni, che assieme agli esperti ha esaminato i bilanci degli enti e degli organi costituzionali, ricavando i dati di “questo mondo a parte”. Le 29.725 pensioni d’oro censite costano più di un miliardo e mezzo l’anno (2 mila miliardi circa delle vecchie lire), gli assegni medi oscillano tra i 40mila euro lordi (pari a 80 milioni delle vecchie lire) dei 16.377 pensionati della Regione Sicilia (3.338 euro al mese, pari a circa 6 milioni delle vecchie lire), ai 200mila euro (pari a circa 400 milioni delle vecchie lire) dei 29 ex giudici costituzionali (16.600 euro al mese, pari a circa 32 milioni delle vecchie lire), passando ai vitalizi di Camera, Senato e Regioni, circa 90.084 euro a persona (circa 180 milioni delle vecchie lire) (7.583 euro al mese, pari a circa 15 milioni delle vecchie lire), ai pensionati ex dipendenti del Parlamento e del Qurinale con 55mila euro (pari a circa 100 milioni delle vecchie lire) con una pensione mensile di 4.583 euro (pari a circa 9 milioni delle vecchie lire). I pensionati dipendenti dalla Corte Costituzionale ricevono in media 68.200 euro (pari ad oltre 120 milioni) 5.683 euro al mese (pari ad oltre 11 milioni di vecchie lire).
Per avere idea della ricchezza di questi corposi assegni basta guardare la pensione media di uno statale che è di 26 mila euro lordi l’anno (2.166 euro al mese, pari a circa 4 milioni delle vecchie lire). C’è stato qualche lieve correttivo ai privilegi dei parlamentari. Fino al 1997 bastava aver fatto una legislatura (anche con l’anticipato scioglimento delle Camere) per andare in pensione a 60 anni e per ogni ulteriore legislatura il limite per ottenere il vitalizio si abbassava di 5 anni. Solo dal 2012 l’indennità di pensionamento è stata portata a 65 anni e servono 5 anni effettivi di legislatura. E comunque ogni anno in più di presenza in Parlamento la pensione scende di un anno fino al limite di 60 anni.
Per noi comuni mortali, nel regime INPS, servono 66 anni e 7 mesi di età per la pensione di vecchiaia, oppure 42 anni e 10 mesi di lavoro per ottenere la pensione anticipata.
alfonsosantoli.ilponte@gmail.com

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