OGGI L’EMICRANIA SI PUO’ “FOTOGRAFARE”

 

Chi non riferisce durante la propria esistenza di avere un mal di testa? Tutti. Infatti ognuno di noi può avere una cefalea (dal greco kephalia= dolore di testa) legata a tantissime cause: sforzi fisici, postura scorretta, abuso di fumo  e di alcool (l’uso del vino rosso), stress psichico, stanchezza fisica, insonnia, farmaci (specie nelle donne che utilizzano gli anticoncezionali). Anche gli ormoni estrogeni facilitano un attacco emicranico (nelle donne in periodo mestruale), come  altri potenziali agenti favorenti  sono  i formaggi stagionati, le noci, il cioccolato, il digiuno sostenuto, l’intolleranza al glutine, ecc. Chi ne soffre in maniera continua o subcontinua ha purtroppo una vera e propria patologia che oggi è stata “divisa” in varie tipologie dalla Società Scientifica Internazionale delle Cefalee. La suddivisione è stata organizzata in tre grandi gruppi: le primarie, le secondarie e le nevralgie craniali. Al primo gruppo appartengono l’emicrania, la cefalea muscolo-tensiva e la cefalea a  grappolo, al secondo tutte quelle secondarie e patologie cerebrali, craniali, internistiche, psichiatriche e quelle derivanti dall’abuso di farmaci e per il terzo gruppo la nevralgia più diffusa è quella legata al nervo trigemino.  I sintomi maggiormente caratteristici, oltre alle auree visive, sono molto riportati i disturbi della sensibilità (formicolii), del linguaggio, ma anche debolezza muscolare e difficoltà alla coordinazione motoria, stanchezza, ipersensibilità alla luce ed ai rumori e tanti altri. Tra le cefalee primarie più importanti vi è l’emicrania (dal greco Hemikrania= mezzo cranio) che è spesso non riconosciuta e di conseguenza poco…curata, nel senso che moltissime volte viene medicata con generiche terapie. Eppure due miliardi di individui al mondo soffrono di emicrania ed anche nel mondo occidentale ha una diffusione enorme con picchi anche del 15%, con le donne (età media 20-30 anni) in numero quasi doppio rispetto agli uomini, con i bambini al 5% del totale dei casi diagnosticati. L’incidenza massima negli uomini è tra i 35 ed i 45 anni. L’emicrania è spesso di natura ereditaria ed è dovuta alle transitorie alterazioni del funzionamento delle cellule nervose senza alterazioni apprezzabili anatomicamente. E’ probabile ma non è certo che il fenomeno si sviluppi per il non corretto funzionamento di alcuni neurotrasmettitori come la serotonina e le proteine della membrana neuronale. Entra anche in gioco, oltre al cattivo funzionamento della pompa sodio/potassio, anche quello di altri canali ionici sempre a livello della membrana neuronale. Nonostante tante ricerche solo a gennaio di quest’anno è stata pubblicata una “fotografia del cervello” che mostra “l’impronta” dell’emicrania. Con una risonanza magnetica funzionale è stato fotografato il “segno” che l’emicrania lascia nel cervello nelle aree che sono utilizzate per la vista. Ecco perché questo tipo di cefalea scatena  le “auree” visive con fenomeni di visioni di scintillii e di macchie nere. Addirittura la più importante rivista scientifica internazionale del settore ha pubblicato le riproduzione di queste risonanze in copertina per sottolineare l’importanza fondamentale della scoperta. La pubblicazione “Cephalgia” ha sottolineato che oggi con questa scoperta tutte le forme cefalgiche possono essere osservate direttamente e diagnosticate con estrema precisione. La ricerca è stata condotta presso la Prima Clinica Neurologica della            Seconda Università di Napoli, diretta dal Professor  Gioacchino Tedeschi, beneventano trapiantato a Napoli, scienziato e clinico di grandissimo spessore, rientrato in Italia dagli Stati Uniti riuscendo nel cammino inverso a quello di tanti straordinari “cervelli” italici.  A coordinare la ricerca è stato un altro campano, Alessandro Tessitore, con il supporto dei pazienti del Centro Cefalee della S.U.N., diretto da Antonio Russo.  L’Ambulatorio del Professor Russo segue fino a 1.200 pazienti all’anno, affetti dai vari tipi di cefalea e che d’ora in avanti potrà essere “favorito” dai risultati della loro ricerca che indirizzerà i neurologi verso una diagnosi di certezza. Il Professor Tedeschi ha spiegato su “Popular Science” che le immagini ottenute con la Risonanza Magnetica Funzionale mostrano come due forme apparentemente simili di emicrania (con area e sena aurea) siano caratterizzate da un particolare funzionamento delle aree cerebrali legate alla vista. In pratica è stato indirettamente dimostrato che l’aurea emicranica è presente quando vi è un’attività maggiore dei neuroni nelle aree che controllano la visione e questa attività viene poi diffusa attraverso la corteccia cerebrale, la quale resta attiva anche quando gli attacchi emicranici non sono presenti.      L’emicrania, comunque, deve avere un corretto inquadramento diagnostico ed una analitica visitazione dei sintomi più frequenti riferiti dal paziente (numero degli attacchi, sede esatta del dolore, durata, tipo, altri segni in apparenza non correlabili, ecc). Gli esami strumentali sono eseguiti a volte più per un’esclusione di cause intracraniche secondarie che mirate alla ricerca della causa principale della cefalea. Da oggi sarà possibile stabilire con certezza che soggetti che presentano uno scintillio luminoso o una macchia nera in un campo visivo che accompagna o precede un attacco emicranico possono essere  affetti o meno da questo tipo di cefalea. Non ci sarà più bisogno di tante TAC inutili o di “semplici” risonanze magnetiche. Con questa “scannerizzazione” del cervello del Professor Tedeschi e collaboratori sarà possibile quindi fare diagnosi certa e prescrivere un’appropriata terapia.
     gianpaolopalumbo.ilponte@gmail.com

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