VERITA’ E CONFUSIONE SUGLI ANGELI

 

 

 

Di don Marcello Stanzione

 

Almeno sino all’inizio degli anni ‘70 del secolo scorso, in un clima sociale in cui la fede cattolica era un aspetto comune dell’esistenza della grande maggioranza delle persone e delle istituzioni, gli angeli avevano indiscutibilmente la loro pacifica collocazione. Eccetto il caso di coloro che, soprattutto per motivi politici, professavano un rigido materialismo, per la stragrande totalità era normale considerare Dio creatore delle realtà visibili ed invisibili e con ciò si intendeva gli angeli buoni da invocare e quelli cattivi o diavoli da cui proteggersi. Oggi la situazione è drasticamente mutata ed il cristiano che, essendo fedele al magistero del cattolicesimo e vuole consapevolmente recitare la famosa orazione “Angelo di Dio” ed insegnarlo ai propri figli deve combattere due errori. Il primo è costituito dalla pseudospiritualità del New Age che ha riempito le librerie di libri fasulli e demenziali sugli angeli, mentre quelli seri si fa molta fatica a trovarli perché sono diabolicamente esclusi dal circuito commerciale delle grandi case editrici. Il secondo errore ancora più subdolo viene dall’interno di un certo mondo cattolico solo nominalmente ma ormai proteatantizzato alla Bultmann dove ti spiegano, quasi compatendoti, che gli angeli sono solamente dei …generi letterari, cioè non esistono realmente! La gran parte dei teologi protestanti odierni, seguiti da alcuni teologi cattolici esclude che gli angeli siano delle realtà personali; ed afferma che essi siano semplici simboli figurativi della provvidenza di Dio o personificazioni della sollecitudine divina nei confronti degli esseri umani. Nella loro interpretazione, per afferrare rettamente il senso dei testi sacri riguardanti gli angeli e sufficiente cambiare ogni volta il termine”angelo” con la parola “Dio”, cioè gli angeli sarebbero semplicemente degli artifici letterari. Secondo il catechismo della chiesa Cattolica, gli angeli sono creature spirituali che continuamente glorificano Dio e servono i suoi disegni salvifici nei confronti delle creature umane. Il grande teologo Tommaso d’Aquino affermava che gli angeli cooperano ad ogni nostro bene. Il pontefice Benedetto XVI parlando degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, afferma che ognuno di essi “Ha svolto una peculiare missione nella storia della salvezza”, mentre “l’invisibile presenza di questi spiriti beati ci è di grande aiuto e conforto”. Il papa sottolinea che molti santi canonizzati “intrattenevano con gli angeli un rapporto di vera amicizia, e numerosi sono gli episodi che testimoniano la loro assistenza in particolari occasioni”. Dunque gli angeli non sono dei generi letterari essi esistono e si danno molto da fare per proteggerci e salvarci portandoci in Paradiso alla nostra morte. Un’indagine del Cesnur (Centro studi sulle Nuove Religioni) rivela che su un campione nazionale di mille intervistati dai 14 anni in su, il 67,36 per cento degli italiani crede negli angeli. Il dato scende al 59,02 per cento tra chi ha un’età compresa fra i 30 e i 60 anni e sale al 71,07 per cento fra chi ha un’età compresa fra i 14 e i 19 anni. I cattolici praticanti, quanto a credenza negli angeli (70,24) si differenziano solo lievemente dal resto della popolazione. Osserva acutamente il sociologo Massimo Introvigne, curatore della ricerca del Cesnur: “Proprio questo dato, insieme al fatto che agli angeli credano di più i giovani, dimostra che la credenza negli angeli in gran parte non deriva dal cattolicesimo tradizionale ma dalla cultura popolare, dalla televisione, dal cinema. Sono angeli postmoderni, non necessariamente cristiani”. Insomma gli angeli sono di moda. Sono spesso rappresentati frequentemente nei films, nelle trasmissioni televisive e nella pubblicità. Spesso purtroppo oggi essi non sono altro che figure di una mitologia “debole”, che indica una bellezza e bontà ideale, l’espressione di una spiritualità “confortevole”, priva di dogmi e di precetti morali da osservare e quindi una religiosità senza problemi… Eppure, come vedremo in questo semplice ABC sugli angeli, la tradizione culturale sugli spiriti celesti ha ben altro significato, come dimostrano l’esegesi biblica, la riflessione teologica, le biografie dei santi e le testimonianze letterarie da Dante a Rilke. Abbiamo sottolineato nel titolo di questa introduzione che gli angeli sono degli esseri invisibili perché noi normalmente non li vediamo. Se gli angeli non si vedono è perché appartengono alla sfera di Dio, di Cristo risorto, dei danti, dei defunti che sono anch’essi invisibili per noi e non in sé, infatti quando la nostra personale morte ci introdurrà nella loro dimensione ultraterrena essi ci diventeranno visibili. In realtà gli angeli non si nascondono affatto, se noi non li vediamo è perché le forme conoscitive della nostra esistenza terrestre non sono in grado di dare adeguata espressione alla loro ricchezza d’essere. L’invisibilità degli spiriti celesti non è diversa da da quella di Gesù.. Nel cattolicesimo tutto è collegato e fa unità. Certamente credere negli angeli non è così importante come credere i Cristo, e questo l’ha ben sottolineato Giovanni Paolo II nelle sue catechesi del mercoledì. Ma tutte e due le credenze poggiano sulla stessa logica!

Negare l’esistenza degli angeli non è un fatto moderno. Già i sadducei nel tempo di Gesù negavano l’esistenza degli angeli (cfr. At, 23, 8) e  “la negano anche i materialisti e i razionalisti di tutti i tempi” (Giovanni Paolo II, Udienza Generale, Dio creatore delle «cose visibili e invisibili», 9 luglio 1986).

La negazione della realtà degli angeli come persone ebbe inizio storico con l’illuminismo protestante (secolo XVIII) che pone la ragione come unica fonte di conoscenza. Anche nello stesso secolo XVIII sorge un altro movimento, il romanticismo che porta un nuovo modo di sentire. Cosi F. Schleiermacher (1768-1834) pone il sentimento al centro dell’ esperienza religiosa. In base al sentimento religioso, Schleiermacher mette in dubbio la fede nell’esistenza degli angeli e A. von Harnack (1851-1930) reduce angeli e demoni a semplice proiezioni della percezione psicologica del bene e del male. Così scrive in una lettera alla sua figlia: “Quanto alla tua domanda riguardo al diavolo, non può esservi alcun dubbio che la Scrittura intende parlare di un diavolo personale. Ma la Bibbia deve sempre avere l’ultima parola, è infallibile? Tu sai che questa non è la mia opinione. In particolare, riguardo a Satana si può provare che tale credenza è stata concepita e sviluppata progressivamente ed è connessa con idee di altri tempi che non condividiamo più” (A. Harnack, Berlino 1951, pp. 211-212).

Più recentemente, il protestante esegeta Rudolf Bultmann (1884-1976) propone una teoria che ha influenzato il pensiero cattolico sulla dottrina degli angeli e demoni. Secondo lui angeli e demoni sono un residuo della visione del tempo del Nuovo Testamento. Angeli e demoni sono espressioni tradizionali del Cristianesimo inaccettabili per il nostro pensiero moderno scientifico. Per Bultmann, angeli e demoni sono una favola, non una realtà ma un mito: “La scienza moderna non crede assolutamente che il corso della vita possa essere interrotto o, per così dire, perforato da potenze soprannaturali. […] È mitologica la rappresentazione del mondo ripartito in tre piani, cielo, terra, inferno: l’idea de un intervento di forze soprannaturali nel corso della storia; la rappresentazione dei miracoli e, in particolare, di quello relativo all’intervento di forze soprannaturali nella vita intima dell’anima; infine l’idea secondo cui l’uomo può essere posseduto da spiriti malvagi, tentato e corrotto dal demonio” (R. Bultmann, Jesus Christus und die Mythologie, Hamburg 1964, pp. 11-13).

La moderna visione scientifica del mondo non può accettare la credenza negli spiriti “non ci si può servire della luce elettrica e della radio, o far ricorso in caso di malattia ai moderni ritrovati scientifici e clinici, e nello stesso tempo credere al mondo degli spiriti” (R. Bultmann, Nuovo Testamento e mitologia. Il manifesto della demitizzazione. Il problema della demitizzazione del messaggio neotestamentario, Brescia 1973, p. 110).

Dallo stesso pensiero è la posizione dell’esegeta cattolico H. Haag (1915-2001) che rifiuta la fede nel diavolo: “Con la credenza nel diavolo abbiamo a che fare in ultimo analisi con qualcosa di pagano e comunque di profondamente anticristiano” (H. Haag, La credenza nel diavolo, Verona 1976, p. 270).

Sulla scia di questi pensatori altri affermano, ad esempio, C. Westermann (1909-2000), che gli angeli non sono una realtà personale ma unicamente un’immagine figurativa dell’amore di Dio per noi; per P. Tillich (1886-1965) angeli e demoni sono simboli, strutture, poteri costruttivi e distruttivi dell’essere.

Come capire questa situazione di linee di pensieri e pubblicazioni che liquidano l’esistenza degli angeli e demoni? Una prima constatazione è la seguente: Esiste una frattura tra la fede della tradizione cristiana negli angeli e demoni e l’uomo e la cultura contemporanea (letteratura, arte, cinema…) nei confronti del mondo angelico. Un secondo chiarimento è la costante coscienza di fede della Chiesa, attestata dalle dichiarazioni dei Papi, Concili, Catechismi, liturgia, vita dei santi e le questioni disputate nella teologia contemporanea sia cattolica sia protestante riguardo agli angeli. Di fronte a questa situazione contraddittoria attuale lo specifico cristiano prende posizione di fede cattolica sugli angeli e demoni: “Bisogna riconoscere che oggi i cristiani si sentono a disagio quando parlano dell’esistenza del diavolo o di diavoli. Mito o realtà? Tanti cristiani,  optano per il mito; coloro che ne accettano la realtà si sentono inibiti e imbarazzati nel parlare del diavolo, per paura di venire classificati come individui ancora in preda a fantasie popolari, e di misconoscere il progresso scientifico. La catechesi, la predicazione, l’insegnamento teologico nelle università e nei seminari normalmente schivano l’argomento. In queste condizioni, i cristiani di oggi devono possedere una buona dose di coraggio per sfidare la facile ironia e il sorriso compassionevole dei loro contemporanei” (L. J. Suenens, Rinnovamento e potenza delle tenebre. Orientamenti teologici e pastorali, Roma 1982, pp. 15-16). L’esistenza degli spiriti celesti non è una verità opinabile né un mito di una mentalità ingenua prescientifica, ma è un dogma di fede, quindi una verità chiaramente affermata dalla Bibbia e solennemente definita dal magistero della Chiesa. Inoltre a livello logico non è ragionevole pensare che tra Dio, infinito spirito ed infinito amore e quei limitati spiriti che siamo noi esseri umani, non ci sia posto per altri spiriti più intelligenti, amabili e più perfette di noi. Ancora è da sottolineare che l’esistenza degli angeli è attestate da numerose persone degne di fede che affermano di aver fatto la loro esperienza come ad esempio i patriarchi, i profeti, Gesù Cristo, la Vergine Maria  e numerosi santi canonizzati oltre che a letterati eminenti come Dante, Manzoni, Claudel. Infine è da analizzare la massiccia documentazione culturale, artistica e religiosa che lungo i millenni si è andata formando sugli angeli. Pertanto non è verosimile che il genere umano si sia ingannato su un punto così essenziale della storia del pensiero.  Gli Angeli oggi giorno sono molto di moda; esistono numerosi gruppi interessati a condividere le loro esperienze con gli angeli e a comunicare con loro. Diverse persone sono venute da me portandomi mes­saggi che avevano ricevuto dagli Angeli. Ho sconsigliato a queste persone di continuare a fare la scrittura automatica, perché in realtà facevano dello spiritismo di bassa lega. Nelle librerie si vendono i “tarocchi angelici”, per mettersi in contatto con gli angeli, a anche delle case editrici molto prestigiose hanno pubblicato una decina di libri di Francois Bernard Termes che si firma con il nome di Haziel e che è un cabalista che mescola 1’angelologia cristiana con l’astrologia occulta, la magia, la teologia e la mistica ebraica, creando grande confusione anche in molti cattolici praticanti. Questi libri affermano che secon­do la tradizione esoterica vi sono nove cori di angeli, ognuno dei quali è governato da un Arcangelo ed è composto di otto angeli custodi per un totale di 72 nomi di angeli. Ogni angelo custode avrebbe il suo domicilio in uno spazio che comprende 5 gradi (5 giorni) dello zodiaco astrologico, così che le persone nate in quei 5 gradi-giorni hanno quel determinato angelo custode. A ciascuno di questi 72 angeli vengo­no rivolte delle particolari preghiere e Haziel promette risultati spettacolari affermando: “Possiamo chie­dere al nostro angelo custode i suoi poteri ma anche quelli di altri angeli custodi, poiché egli ha il compito di trasmetterli; noi ci mettiamo in contatto con il nostro angelo custode ogni volta che gli rivolgiamo la sua apposita preghiera. Ma, se di 5 giorni in 5 giorni rivolgeremo le preghiere ai diversi angeli otterremo tutti i poteri, tutti i doni”. Questa è chiaramente non più una visione cristiana, dove l’angelo ci deve aiutare ad andare in paradiso, ma è una visione magico-occultistica, nella quale l’angelo è strumentaliz­zato per avere poteri straordinari e avere successo nella vita. Molti, più che rivolgersi agli arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele citati nella Bibbia, si rivolgono agli pseudo-angeli della Cabala, che è una complicata dottrina esoterica del misticismo ebraico, che si diffuse nel tredicesimo secolo. Il quest’epoca fu composto il “Libro dello splendore”, nel quale gli angeli hanno un ruolo importante. Secondo la Cabala vi sono dieci Sefirot, canali dell’energia di Dio, che raffigurano gli attributi dell’Onnipotente posti al governo del cosmo. I nomi dei dieci Sefirot si riferiscono alle qualità supreme della divinità: Fondamen­to, Splendore, Eternità, Bellezza, Potere, Grazia, Conoscenza, Saggezza, Comprensione, Corona. Ogni Sefirot è governato da un Arcangelo; il più importante di tutti sarebbe Metatron, “principio della presen­za”, munito di 72 ali e innumerevoli occhi lampeggianti, che è il luogotenente di Dio. Tra i vari Sefirot, ci sono 72 sentieri e conoscere i nomi dei 72 geni planetari o angeli, come pure i momenti dell’anno o del giorno in cui li si può invocare, significa secondo i cabalisti realizzare grandi cose. Contro questo proli­ferare di angeli gnostici o esoterici, la Santa Chiesa Cattolica ha messo in guardia i suoi fedeli fin dai primi secoli del cristianesimo. Nel 543 il Sinodo di Costantinopoli condanna alcune idee errate sugli angeli. Quando si cominciarono a venerare angeli con nomi non provenienti dalla Bibbia, ma dagli scritti apocrifi, come ad esempio l’Arcangelo Uriel che viene menzionato dal libro apocrifo di Enoch e che ben presto venne venerato in tutto l’Occidente. Questo culto agli pseudo-angeli biblici. stava causando una idolatria superstiziosa, per cui tutti i documenti ecclesiastici, dal settimo secolo in poi, cercano di conte­nere e illuminare la devozione agli angeli e di condannare gli errori. Verso la fine dell’ottavo secolo l’Arcivescovo Adalberto di Magdeburgo fu accusato di compiere opere di magia evocando i “sette spiri­ti”, specialmente quello di Uriel che lo aveva aiutato a produrre grandi fenomeni. L’intervento ecclesia­stico fu causato da una preghiera “miracolosa” composta da Adalberto che, accanto ai nomi di Michele, Raffaele e Gabriele, includeva anche i nomi equivoci di Uriel, Raguel, Tubuel, Ineas, Dubuos, Suluoc, Siniel. Nel 745 si tenne a Roma un Sinodo, sotto papa Zaccaria, che proibì di invocare i nomi di questi presunti angeli, dichiarando che essi erano in realtà dei demoni. Possono essere legittimamente invocati solo i nomi di origine biblica: Michele, Gabriele e Raffaele. Nel 789 una norma del Concilio franco, sotto il re Carlo Magno, proibiva di introdurre nel culto liturgico, i nomi degli angeli all’infuori dei tre noti; un’altra norma disponeva la scomunica e, addirittura, la pena di morte per coloro che adoravano l’Arcan­gelo Uriel. Oggi, dopo tanti secoli, ci troviamo di nuovo immersi nella peggiore delle confusioni riguardo gli angeli. Molti Cristiani sono ingannati dal New Age (nuova era) che offre una angelologia completa­mente diversa dalla dottrina biblica cattolica. La mentalità del New Age è, riguardo agli angeli, quasi politeista. Gli angeli che sono strettamente collegati all’astrologia esoterica, sono associati ai mesi del­l’anno: es. Uriel a Settembre; Barchiel a Febbraio; ai giorni della settimana: il mercoledì è sotto la prote­zione di Michele e il lunedì è governato da Gabriele; ai segni zodiacali: Urie1 alla Bilancia, Amodel al Toro, ecc. Nella concezione del New Age gli angeli sono fondamentalmente inferiori all’uomo, perché ogni spirito celeste è determinato a un dato compito e non gode della libertà di cui dispone l’essere umano. Per il New Age, gli angeli non sono altro che servitori di coloro che attraverso il “Channeling” (canalizzazione), un tipo di spiritismo moderno, si mettono in contatto con essi. Mentre secondo la Sacra Scrittura e la visione cristiana, l’Onnipotente Dio si serve dei suoi angeli per fare la sua volontà, il New Age fa credere che gli angeli siano messaggeri al nostro servizio e non servitori liberi dell’Altissimo. Per comunicare con il proprio angelo guida, il seguace del New Age svuota la propria mente per raggiungere uno stato alterato di coscienza e, a questo scopo, si può ripetere anche la parola “angeli” come se fosse una mantra (nenia indiana). Altra tecnica New Age per mettersi in contatto con gli esseri angelici, è la immaginazione guidata o visualizzazione, che è un processo simile allo sciamanesimo, nel quale si co­munica con spiriti guida. Voglio offrire un breve saggio di visualizzazione con un angelo proposto da uno dei tanti scrittori esoterici: “Mettete in sottofondo musica di meditazione. Cercate un luogo o angolo dove possiate meditare sempre. Mettetevi ben comodi, scalzi, seduti nella posizione del loto (Buddha). Con le palme delle mani rivolte all’insù, respirate profondamente per tre volte, rilassatevi con ogni respi­ro, controllate bene che il corpo non sia teso, rifiutate ogni pensiero o problema che si presenti, inviate al cervello l’ordine di rilassarsi… Poi visualizzate un sole grande, dal quale fuoriesce un raggio di luce bianca dorate, e che vi ricopre completamente. Respirate quella luce che vi pulisce e purifica ed esalate verso di essa diverse volte. Chiedete poi che si renda presente l’angelo solare dorato che vi appartiene; chiedetegli che vi dica il suo nome e che fonda la sua energia con la vostra. Calmi, insistete, ascoltate e visualizzate. A volte appaiono lettere o il nome completo, o forse lo udirete. Può darsi che all’inizio non percepiate nulla, ma apparirà, può darsi anche che percepiate solo la parte maschile o femminile dell’an­gelo o ambedue… Una volta stabilita la comunicazione, sarà più facile comunicare con gli angeli o arcangeli zodiacali o con qualunque altro”. Il New Age propone anche l’uso di “cristalli cherubinici” per comunicare con gli angeli. Questi cristalli vengono presi con entrambe le mani e si chiede, ad alta voce, che il potere dei Cherubini, passi attraverso la persona e giunga al cristallo perché esso si carichi con le vibrazioni dei Cherubini. Per stabilire un contatto con gli angeli, il New Age sottolinea l’uso dei colori dell’abbigliamento, per cui il rosa attirerebbe gli angeli custodi, il blu forte gli angeli guaritori, mentre all’Arcangelo Michele piacerebbero i colori verde, oro e rosa. Un altro modo di comunicare con gli angeli è quello della scrittura automatica: si inizia a scrivere salutando un particolare angelo o il proprio angelo custode e poi si lascia che le parole fluiscano da sé. Molte persone utilizzano le “carte angeliche” (ve ne sono di diversi tipi in commercio), che non sono altro che i tarocchi riverniciati di angelismo che vengono utilizzati per chiedere consiglio al proprio angelo custode. Ad esempio, la scrittrice K. Mc Rooney ha creato un mazzo di 44 carte rappresentanti gli angeli e afferma: “Focalizzatevi sul desiderio e formulate una domanda chiara e precisa. Scrivetela su di un foglio, poi mescolate le carte, concentrando­vi su di essa con molta intensità. Partendo dalla sommità del mazzo, disponete le carte coperte, una alla volta, rispettando la sequenza numerica e le posizioni indicate nelle istruzioni su cui avete deciso di basarvi. A mano a mano che le scoprirete, leggete attentamente le sezioni degli angeli ad esse corrispon­denti. Riflettete sul mondo con cui ciascun angelo si correla con voi, sul significato della sua posizione nell’emanazione e sul modo con cui tutti gli angeli operano congiuntamente”. Purtroppo, anche in am­bienti cattolici, ultimamente, vanno di moda le preghiere ad angeli dai “nomi strani”. Una recente pubbli­cazione di una casa editrice cattolica porta il titolo “Gli angeli nostri potenti avvocati”; contiene al novan­ta per cento eresie spaventose. Su tale opuscolo si afferma che bisogna invocare l’angelo del giorno e si svelano i nomi degli altri quattro arcangeli che sarebbero: Uriel (che a quanto pare è sempre presente!), Jehudiel, Sealtiel e Barachiel. Ci vogliamo chiedere come mai gli angeli esoterici sono così di moda? Le persone sono deluse dal consumismo, dalla secolarizzazione e, purtroppo, anche dalla normale proposta spirituale che offrono le nostre parrocchie cattoliche. Molti oggi ritengono il Cattolicesimo una religione antiquata e cercano altre fonti dove placare la loro sete spirituale. Tante persone, specie tra i giovani, non credono in un Dio trascendente, e non hanno alcuna fiducia nella Chiesa, eppure hanno bisogno di crede­re in realtà spirituali che vanno oltre la materia sensibile. Il New Age offre, fondamentalmente, una spiritualità senza Dio e senza una vita morale coerente con i Comandamenti e senza una Chiesa-istituzio­ne come riferimento. Per la Nuova Era (New Age), la vita spirituale è come la vita sessuale, dipende da quello che si desiderai Molti, invece di affidare la loro vita a Gesù che ha fondato la Chiesa, come strumento di salvezza in mezzo al genere umano, preferiscono affidarsi allo yoga, allo spiritismo, agli amuleti e talismani della magia bianca e agli angeli gnostici dell’astrologia esoterica. La Sacra Scrittura non afferma mai di mettersi in contatto con gli angeli senza rivolgersi al Creatore, perché tutti gli angeli autentici lavorano per il progetto salvifico di Dio. Il New Age afferma che gli angeli sono un mezzo per ricevere aiuto da Dio, senza che ci si debba rivolgere direttamente a Lui. Questi pseudo-angeli hanno le loro particolari specializzazioni e si possono invocare per chiedere un aumento di stipendio, per trovarsi il fidanzato, per guarire la gamba fratturata, per trovare parcheggio all’auto nelle città popolose. su una pubblicazione si parla di un angelo che consoli una persona triste per la morte del suo animale domestico. I Vangeli della Passione ci parlano degli angeli che, nell’orto degli ulivi, consolarono Gesù, ma non in modo tale da togliere all’uomo la pena della vita, come invece insegna il New Age. In conclusione, la Sacra Scrittura e la tradizione teologica della Chiesa Cattolica, ci ammoniscono che non tutte le esperien­ze con gli esseri angelici sono autentiche e positive. San Paolo afferma chiaramente che il maligno si traveste da angelo di luce e nella Lettera al suo discepolo Timoteo fece una profezia che forse ben si adatta ai nostri tempi: “Lo spirito dichiara che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede dando retta a spiriti ingannatori e a dottrine diaboliche” (1.Tm. 4, 1). Dove si mescola l’angelologia con l’occultismo e si afferma di comunicare con gli esseri celesti tramite cristalli, tarocchi, scrittura automa­tica, certamente non c’è lo spirito del Cristo! Il medico olandese Hoolenburg, che ha scritto libri interes­santi sugli angeli, afferma che bisogna essere prudenti nell’aprirci al mondo degli spiriti celesti: “Sono molte le persone oggi giorno che vivono situazioni peculiari: esperienze sull’orlo della morte, presunti contatti angelici, rappresentazioni d’altri mondi… Non tutti questi vissuti sono veramente spirituali o religiosi. Molta gente confonde extraterrestri, esoterismo e apparizioni angeliche… Riguardo agli angeli che salvano il mondo, non penso che questa sia la loro missione. Abbiamo già un Salvatore che è il Signore Gesù e gli angeli sono i suoi servitori”. In sintesi riguardo alla confusione attuale sul mondo angelico c’è da osservare che dagli anni sessanta negli Stati Uniti (decade che coincide con il finale del consenso fra i teologi cattolici nella dottrina sugli angeli e demoni) e in Europa alcuni anni dopo, arriva un tentativo di credenza nell’angelo e nel demonio che contrasta con la tradizione cristiana. Ritorna l’interesse, la nostalgia per l’angelo forse come risposta in un tempo di crisi ai desideri delle persone di una spiritualità più profonda, ma che contrasta con l’angelo della Rivelazione cristiana. Ritorna l’interesse, la nostalgia del demonio e di Satana che diviene il simbolo della ribellione contro le regole e le norme. Ci riferiamo agli angeli e demoni del New Age che sono uno degli elementi ricorrenti nel pensiero e nella corrente del New Age.

Come fenomeno postmoderno, il New Age è una nuova forma di gnosi – la forma più elevata di conoscenza  e che è l’equivalente della salvezza – con radici esoteriche e teosofiche: “Non è necessaria alcuna Rivelazione o Salvezza che provenga dal di fuori delle persone, ma soltanto il compimento dell’esperienza della salvezza che è dentro di noi (auto-salvezza), possibile mediante tecniche psico-fisiche che portano all’illuminazione definitiva” (Pontificio Consiglio della Cultura – Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, Gesù Cristo portatore dell’acqua viva. Una riflessione cristiana sul “New Age”, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2003, p. 33).

Per raggiungere la fonte della guarigione che è in noi, il New Age utilizza gli angeli, spiriti e diavoli come mediatori.

“Queste entità spirituali sono spesso invocate «non religiosamente» per aiutare ad un rilassamento volto a esercitare un migliore controllo della  propria vita e della propria carriera e ad agevolare il processo decisionale. La fusione con alcuni spiriti che insegnano attraverso persone particolari è un’altra esperienza del New Age, sostenuta da chi si definisce «mistico»” (Ibid., pp. 21-22).

Questi “angeli” non sono quelli della tradizione cristiana e cattolica. Loro non sono i messaggeri di Dio ma forme di energie con le quale ognuno può mettersi in contatto, portando messaggi, ma non da Dio. Queste entità dotate di potere offrono il loro aiuto mediante le invocazioni, i rituali, le ore e i giorni dell’anno che permettono una comunicazioni diretta con il proprio Angelo.

Ad esempio, secondo uno di questi autori esoterici, esistono soltanto 72 angeli custodi  che il Creatore ha posto al servizio degli uomini. Tali entità Tutelari sono ogni anno a nostra disposizione per la durata di cinque giorni per aiutarci a costruire il nostro corpo astrale. Per avere comunicazione diretta con il nostro Angelo custode, l’autore offre consigli preliminari da leggere durante i giorni che precedono il Rituale della sua presenza. Dopo, nel giorno prescelto, seduto, si legge una preghiera introduttiva. Poi la persona si alzerà in piedi e con la mano sinistra posata sul cuore e la mano destra alzata pronuncia una formula iniziatica considerata come formula dell’Unione con l’Angelo custode: “Tu sei qui, presente, Angelo …………… testimone dei miei propositi, per accettare l’alleanza con me, per accettare di percorrere insieme il cammino della mia esistenza su questa terra. Io spero di diventare un ausiliario cosciente, un nobile strumento corporeo, al servizio dell’opera divina nel mondo” (Hazel, Il nostro angelo custode. Quando e come incontrarlo, Milano 1996, p. 98).

Un altro autore propone una serie di metodi per comunicare con l’ arcangelo Michele (e pure con Raffaele e Gabriele) chiedendone l’ aiuto e stringendo un legame duraturo grazie a semplici rituali, meditazioni nelle quali è previsto l’uso di cristalli e candele magiche, oltre che attraverso l’interpretazione dei sogni. L’autore ricorda il metodo tradizionale per ottenere una protezione immediata e duratura dell’arcangelo Michele: “… bruciare una mela rossa e alcune foglie di lauro sul fuoco. Dopo aver osservato le fiamme per qualche minuto, leggete ad alta voce il Salmo 85. Riponete le ceneri in un sacchettino rosso e portatelo con voi finché il pericolo immediato non sarà superato. Poi spargete le ceneri all’esterno di casa vostra un martedì notte, con la luna crescente” (R. Webster, Michele. Come entrare in contatto con l’Arcangelo che assicura protezione, Milano 2006).

Sempre in questa linea esoterica, un’autrice ha creato un corso di formazione chiamato «La Scuola degli Angeli» per comunicare con gli Angeli mediante argomenti e tecniche che vanno dallo sciamanesimo all’alchimia, alla medianità, ad antiche tecniche orientali, quali il tantra, il feng shui, il tai chi chuan, il qi gong, il nei gong, per aiutare “… a risolvere problemi rimasti insoluti tra i vivi ed i morti quando erano in vita, e a migliorare la nostra e la loro esistenza nelle reciproche dimensioni” (Paola Pierpaoli, La scuola degli angeli. Corso di formazione triennale per l’altra medianità e la guarigione spirituale, in http://www.esperienzediluce.com/scuola.htm).

Questi esempi bastano per riconoscere quel dietro a questi «angeli» del New Age si incontra una visione del mondo, dell’uomo e di Dio che è distinta della cristiana: “Così nell’attuale revival sembra che la raffigurazione dell’angelo conservi ben poco della sua connotazione religiosa originaria, quella di annuncio e presentazione del soprannaturale. Si assiste ad una banalizzazione dell’angelo, ridotto da agente del Dio trascendente a rinforzo dell’io vacillante. Più che l’angelo del Bene, si incontra oggi un angelo del benessere, che promette protezione e felicità terrene. Quello celebrato sembra quasi un angelo che funge da talismano, da toccasana contro i malanni del corpo e della psiche, più che figura che orienta alla fede e all’impegno di autorealizzazione etica” (G. Panteghini, Angeli e demoni. Il ritorno dell’invisibile, Padova 1997, p. 23).

Secondo questa «etica angelica» del New Age basata in messaggi portati per creare un nuovo pensiero ed una nuova umanità, l’uomo non avrebbe necessità della salvezza offerta da Gesù Cristo ma da queste entità che si offrono per aiutare le persone a diventare un dio in miniatura senza Dio: “Questi angeli con la minuscola, direi angeli «feriali», che proteggono l’uomo dai pericoli di un incidente, che lo salvano dalla morte o magari… suggeriscono i numeri per vincere una lotteria… paiono molto lontani dalla raffigurazione biblica, affascinante e tremenda: l’uomo che incontra l’angelo di Dio riceve un messaggio ed entra in un rapporto che irrompe nella sua vita, che muta e orienta i suoi progetti, che incute timore, perché colloca l’uomo in contatto con il sacro, con il Dio il cui nome è impronunciabile” (M. Aletti, Angelo di Dio – Angelo dell’uomo, in Il ritorno degli angeli, a cura di E. Fizzotti, Roma 1996, p. 74).

Questa visione esoterica della realtà non lascia di lato il tema del demonio. Ritorna la curiosità e l’interesse per il demonio e Satana che “diviene il simbolo della ribellione contro le convenzioni e regole, un simbolo che spesso assume forme aggressive, egoistiche e violente” (Pontificio Consiglio della Cultura – Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, Gesù Cristo portatore dell’acqua viva. Una riflessione cristiana sul “New Age”, o. c., pp. 31-32).

Questo fenomeno si trova sullo sfondo della nostra epoca che offre il dominio degli eventi da parte dell’uomo mediante l’occultismo nelle sue diverse forme di magia, stregoneria, spiritismo e superstizione: “Reincarnazione, astrologia, lettura delle carte, parapsicologia, fiducia nei poteri eccezionali di pranoterapeuti e veggenti sono elementi che fanno ormai parte della vita quotidiana. Le cifre parlano chiaro: due italiani su dieci vanno del mago almeno una volta l’anno (…). Il 65% per sapere cosa riserva il futuro, il restante 35% chiede prestazioni più complesse, che vanno dall’eliminazione del malocchio ai filtri d’amore, dalle pozioni contro le malattie ai talismani per trovare lavoro, fino alle fatture di morte” (C. Gatto Trocchi, Viaggio nella magia. La cultura esoterica nell’Italia di oggi, Bari 1993, pp. 191-192).

Occultismo, esoterismo e magia conducano ad entrare nel satanismo che esercita grande fascino nel mondo giovanile e che si intende come culto di Satana e odio contro Dio: “Il satanista si aspetta dal Diavolo potere, sesso, ricchezza, capacità di comandare e dominare gli altri. In questa ottica la religione riconosciuta socialmente è portratice di infelicità, mentre il satanismo che consente di gratificare l’ego, la carne e la ricerca di potere, è la via che permette di raggiungere la felicità” (T. Cantelmi – C. Cacace, Il libro nero del Satanismo. Abusi, rituali e crimini, Milano 2007, p. 48). Comunque una cosa è certa nella storia della Chiesa Cattolica numerosissimi santi canonizzati e mistici hanno avuto un rapporto privilegiato con gli angeli.

Che Dio utilizzi, di fatto, gli Angeli per la salvezza degli uomini, è una verità che per non essere stata definita solennemente nondimeno appartiene alla fede cattolica. Ne abbiamo già rilevato differenti volte le diverse manifestazioni.

Col Salmo 15, 11-12, il Vangelo parla degli Angeli inviati ai piccoli; e sarebbe troppo lungo rilevare in dettaglio i titoli che i Padri hanno dato loro: tutori, precettori, pastori, guide e compagni, scudi, armature e cinta fortificata, medici e coltivatori, concittadini e mediatori … La Chiesa ne ha fatto un punto fermo del suo insegnamento corrente, dottrinale e pratico. Le benedizioni del Rituale, i testi del Breviario e del Messale ne testimoniano a sufficienza: Custodes hominum psallimus Angelos … Noi cantiamo gli Angeli custodi degli uomini che il Padre ha dati per compagni alle nostre deboli nature, perché esse non soccombano alle insidie del nemico (Breviario Romano, 2 ottobre: Santi Angeli Custodi, Inno nel Mattutino e nei Vespri).

La devozione popolare stessa completa di fornirci la prova. Dal suo lato concreto e familiare essa è rimasta viva nel mondo cristiano, nonostante che da tanti sia considerata infantile. Taluni gli danno un carattere molto utilitario, trasformandola talvolta in semplice mezzo per evitare gli incidenti. Non ci scandalizziamo: è ancora amare il Padre celeste, nel ricorrere, filialmente, ai protettori ch’Egli ci ha dati. La teologia si è sforzata di precisare questi dati. Le conclusioni ch’essa ci propone non scorrono tutte con lo stesso rigore delle verità di fede; la maggior parte comunque non ne costituisce meno un insegnamento sicuro e benefico per l’anima. La certezza che gli angeli proteggono gli uomini consegue dalla loro identità di glorificati. Dunque la santità riflessa degli angeli, non potendo essere diversa dalla santità sorgiva della Trinità, comporta necessariamente un’identica funzione di sostegno e di protezione dell’umanità. Come ha ben scritto il teologo salesiano Giorgio Gozzellino: “In realtà, un angelo che non fosse un  custode non sarebbe neppure un angelo: gli mancherebbe qualcosa di ciò che è proprio di Dio, non si troverebbe realmente al suo cospetto, la sua comunione con lui non sarebbe completa. Contrariamente a quanto disse Caino, per difendersi dalla denuncia di Dio che lo interrogava sulla sorte del fratello Abele (Gn 4,9), ogni libertà ha la vocazione di essere “ il guardiano del fratello”, e cioè l’aiuto, il richiamo ed il sostegno del prossimo. Negli angeli e nei santi tale vocazione è totalizzata, e quindi la custodia si realizza integralmente.”. L’anima cristiana possiede un diritto particolare alla protezione degli Angeli. Col Battesimo, il bambino diventa, malgrado la sua giovane età, il figlio del Padre, il fratello di Cristo, il tempio dello Spirito; e su questo tesoro gli Angeli vegliano in modo speciale.

Guardatevi dal disprezzare uno di questi piccoli, perché, in verità vi dico, i loro Angeli in Cielo vedono sempre il volto del Padre (Mt.18, 10).

Ma tutti gli uomini, senza eccezione, sono chiamati a diventare figli di Dio; tutti, senza eccezione, sono riscattati dal Sangue di Cristo. A tutti, dunque, Dio, invierà i suoi Angeli, cristiani e non cristiani; e quegli stessi che saranno, alla fine, respinti non ne sono esclusi: così fanno meno male a se stessi ed agli altri.

I Santi confermati in grazia, e fino a Maria, la Regina degli Angeli, hanno beneficiato di un tale soccorso. Anche se essi non peccavano, occorreva loro progredire incessantemente, ed il loro Custode interveniva, per suggerire un buon movimento, offrire un’occasione di virtù. A Cristo, solo perfetto fin dalla sua concezione, il privilegio di avere gli Angeli per servirlo e non per proteggerlo.

Che ad ogni uomo sia destinato un Angelo particolare, lo si può dedurre legittimamente dal carattere dell’azione provvidenziale. Se la debolezza della nostra natura richiede un aiuto, esso ci è accordato in modo conforme alla dignità della nostra persona, alla grandezza della nostra vocazione, sotto la forma di un’amicizia con un Angelo.

Nulla per contro di certo, ed anche semplicemente di probabile, sulla scelta degli Angeli impiegati al nostro servizio. Noi siamo troppo poco informati sulle Gerarchie angeliche perché sia possibile di distinguere ancora, con un’interpretazione troppo materiale, in un testo di Daniele (7, 1), gli Angeli che assistono Dio senza lasciare il Cielo, e quelli che Lo servono, portando i suoi messaggi sulla Terra. Non si può comunque ammettere, almeno a titolo di ipotesi, una certa corrispondenza tra la perfezione del protetto e quella del protettore? Si spiegherebbe così come Santa Francesca Romana avesse tre Angeli successivi per guidarla nei differenti gradi della sua ascensione spirituale. La Emmerick afferma che già durante il suo battesimo vide presente il suo angelo custode e quando poi a sette anni iniziò a dedicarsi alla preghiera notturna, si alzava e pregava alcune ore con il suo angelo custode che era lui a destarla dal sonno.

CONCLUSIONE

 

SIGNIFICATO POSITIVO DELLA DEVOZIONE CATTOLICA AGLI ANGELI

 

 

L’esistenza degli angeli ha una funzione importante nell’insieme della dottrina cattolica. Chi non tiene conto della loro presenza, non raggiunge l’equilibrio necessario per la  vita della propria fede. Il punto di partenza, per un discorso dogmatico, è costituito dal mistero di Cristo. “Cristo è il centro del mondo angelico. Essi sono “i suoi angeli”: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli…” (Mt 25,31). Sono suoi perché creati per mezzo di lui e in vista di lui…(Col 1,16). Sono suoi ancor più perché li ha fatti messaggeri del suo disegno di salvezza…(Eb 1,14)”. “Dall’Incarnazione all’Ascensione, la vita del Verbo Incarnato è circondato dall’adorazione e dal servizio degli angeli…Al ritorno di Cristo, che essi annunziano, saranno là, al servizio del suo giudizio”. L’accostamento cristologico degli angeli include in sé la dimensione trinitaria, presente soprattutto nella lode angelica che risuona nella liturgia della Chiesa. Nella Sacra Scrittura, soprattutto l’Apocalisse descrive come la liturgia celeste si unisca all’adorazione di Dio sulla terra nella comunità dei credenti. Il mistero di Cristo e della Trinità, corpo mistico di Cristo. Lo sguardo al Salvatore va integrato inoltre con la realtà della Chiesa, corpo mistico di Cristo. Come gli angeli circondano il Verbo incarnato, così essi servono tutti i figli adottivi di Dio nella comunità dei credenti. Il servizio alla comunità include anche la protezione e l’intercessione a favore di ogni fedele e (probabilmente) di ogni persona umana. Partendo da questa impostazione che include tutte le dimensioni essenziali della fede cristiana, cerchiamo di presentare dieci tesi sul significato della fede negli angeli e ovviamente senza alcuna pretesa di esaurire questa tema così affascinante della teologia e spiritualità cattolica.

 

TESI 1: GLI ANGELI STIMOLANO IL SENSO PER LA GRANDEZZA E GLORIA DI DIO

 

I testi biblici che parlano degli incontri con gli angeli spesso sottolineano il santo timore di fronte all’apparizione dei messaggeri di Dio. Gli angeli annunciano il mysterium tremendum et fascino sum che consiste nel contatto con la santità di Dio. Riportiamo alcuni esempi . E’ molto significativa la vocazione del profeta Isaia. In una visione, Isaia sperimenta la grandezza di Dio, affiancato dai serafini. Quando questi proclamarono il “Santo”, gli stipiti delle porte vibrano e il tempio si riempie di fumo. Quando Isaia professa di non essere degno, uno dei serafini tocca la sua bocca con un carbone ardente per purificarlo dal peccato (Is 6,1-7). Nel momento centrale della vocazione di Ezechiele si trova la gloria di Dio, lo splendore luminoso della divina presenza: “Quando la vidi, caddi con la faccia a terra…” (Ez 1,28). L’apparizione della divina gloria è incorniciata da quattro esseri misteriosi che assomigliano ai cherubini dell’arca (Ez 1,4-28). La loro presenza sottolinea il mistero di Dio che vuole essere vicino al suo popolo.

 

TESI 2: GLI ANGELI SOTTOLINEANO LA REALTA’ DEL DIO PERSONALE

 

Dio, da una parte, trascende infinitamente il mondo. Dall’altra parte, il Creatore agisce nel creato e gli è immanente con la sua potenza e provvidenza. Il fatto che Dio non fa tutto da solo mette in evidenza la cooperazione richiesta alle creature, ma anche la sua trascendenza che si serve degli angeli. Allo stesso tempo, Dio è onnipresente nel creato e manifesta la sua presenza per mezzo degli inviati celesti. Sia la trascendenza di Dio che la sua immanenza vengono ribadite tramite delle creature spirituali e personali che svolgono una certa mediazione fra Dio e le altre creature. La realtà personale di Dio si manifesta nel volto personale dei suoi messaggeri.

 

TESI 3: GLI ANGELI SONO UN AIUTO PER UNA FEDE VIVA E CONCRETA IN DIO.

 

La realtà personale di Dio è il presupposto per la nostra risposta vitale nella fede e nella fiducia. Questo rapporto esistenziale manifesta il rapporto di Dio con il mondo. Quando non si valorizza la presenza degli angeli, si rischia di arrivare a idee che falsificano questo rapporto:: osi giunge a un deismo (secondo cui Dio esiste, ma non interviene nel creato) o a un panteismo (Dio e il mondo vengono identificati). Gli angeli tengono lontano il pericolo del deismo, perché manifestano l’intervento permanente e personale di Dio durante la storia. Nello stesso tempo, essi contrastano ogni panteismo, in quanto indicano già con la loro azione la differenza tra lo spirito creato e quello assoluto di Dio. Dio non è lontano da noi (contro il deismo) né si identifica con la nostra realtà (contro il panteismo). Gli angeli come messaggeri del Dio vivente invitano a sviluppare un rapporto di fiducia con il Dio tripersonale, Padre, Figlio e Spirito Santo.

 

 

 

TESI 4: GLI ANGELI ORIENTANO L’UOMO VERSO IL SUO SCOPO ULTIMO, L’ADORAZIONE DI DIO NELLA VISIONE BEATIFICA

 

“Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli” (Mt 18,10). Vedere Dio “faccia a faccia” è il destino ultimo anche degli uomini (cfr. 1Cor 13,12; 1Gv 3,2). La “visione beatifica”, nella spiegazione classica, è la conoscenza immediata di Dio nella “luce della gloria”, una conoscenza unita alla carità che porterà l’uomo alla felicità suprema e piena. I santi e gli angeli sono già uniti a questo fine; il ricordo della vita in cielo aiuta quindi anche l’uomo a rivolgersi verso lo scopo della sua vita. La visione beatifica ci renderà capaci di adorare Dio perfettamente con un intelletto pienamente illuminato e con un volere indiviso. Perciò gli angeli sono gli adoratori per eccellenza. “Il primo compito degli angeli consiste nell’adorazione di Dio Padre, del quale contemplano il volto nel Cristo, suo Figlio, datore dello Spirito”. Nell’Apocalisse si trovano testimonianze particolarmente significative dell’adorazione angelica. Un esempio è l’elogio celeste dei ventiquattro vegliardi: essi “si prostravano davanti a Colui che siede sul trono, dicendo: “Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza, perché tu hai  creato tutte le cose e per la tua volontà furono create e sussistono” (Ap 4,10-11). Ciascuno dei vegliardi ha “un’arpa e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi” (Ap 5,8). Adorano Dio e godendo della visione beatifica, gli angeli sono un forte richiamo al senso ultimo della nostra esistenza. La presenza degli angeli nella vita dei fedeli protegge contro quelle tendenze che riducono il cristianesimo a un’impresa politica o sociale, limitata al mondo terreno. La lode e l’adorazione di dio non sono un lusso superfluo, bensì l’anticipazione del nostro “compito” e della nostra gioia in cielo. Le “miriadi di angeli” secondo la lettera agli Ebrei fanno parte della “Gerusalemme celeste” alla quale i cristiani si sono accostati già adesso (cfr. Eb 12,22-24). La presenza del mondo angelico dà un ampio respiro che oltrepassa le utopie intramondane che vengono e se ne vanno. La partecipazione all’adorazione angelica è un motivo importante della ,liturgia e può essere chiamato giustamente l’aspetto più nobile di tutta l’angelologia. Nella liturgia eucaristica, soprattutto il Gloria, la fine dei prefazi e il Sanctus, ispirato all’adorazione dei serafini in Isaia 6, ricordano la nostra partecipazione all’immensa glorificazione di Dio per mezzo degli spiriti angelici. Nella tradizione questa prospettiva, oggi poco presente, è alquanto viva. Giovanni Crisostomo, per esempio, afferma che durante il sacrificio eucaristico il sacerdote è circondato da angeli; “l’intero santuario e lo spazio attorno all’altare è riempito da eserciti celesti in onore di colui che presente sull’altare”. In una visione si sarebbe manifestata una grande schiera di angeli, in vestiti splendenti “attorno all’altare, prostrandosi a terra”, come soldati alla presenza del re. La Chiesa partecipa alla liturgia celeste degli angeli, e viceversa gli angeli sono  presenti nel culto della Chiesa per orientarci al nostro scopo ultimo.

 

 

 

 

 

TESI 5: GLI ANGELI INDICANO LA NOSTRA SORTE FUTURA: ESSERE SIMILI A LORO

 

Gesù Cristo paragona la vita dei risorti nel mondo futuro all’esistenza degli angeli (cfr. Mc 12,25 ). dobbiamo ribadire che non si tratta di una stretta uguaglianza, perché il corpo risorto si distinguerà dall’essere sferica, priva della caratteristiche tipiche del corpo umano e della proprietà maschile o femminile, intervennero sant’Agostino e san Girolamo, il quale ebbe a sottolineare: “Il Signore non ci promette la natura degli angeli, ma la loro condotta di vita e la loro felicità”. Quindi non possiamo pretendere di imitare esattamente la natura degli angeli nella nostra vita terrena, negando le necessità del corpo (altrimenti la natura umana si vendica). Dobbiamo imitare, però, l’atteggiamento spirituale degli angeli: la lode perenne di Dio e la prontezza al servizio dei nostri fratelli. Gli angeli ci ricordano la nostra futura partecipazione alla loro vita in cielo.

 

TESI 6: GLI ANGELI AIUTANO A COMPRENDER E IL GIUSTO RUOLO DELLA VITA SESSUALE

 

L’essere “come gli angeli” non significa perdere la propria identità maschile o femminile. Dio non annulla quanto stabilito nell’atto della creazione, chiamata “molto buona” (Gn  1,27.31). La natura umana verrà trasfigurata, ma non disfatta. Le parole del Signore, comunque, indicano, la fine escatologica della vita matrimoniale:  “Quando risusciteranno dai morti… non prenderanno moglie né marito, ma saranno come gli angeli nei cieli” (Mc 12,25). L’apostolo Paolo si rifà alla prospettiva escatologica per motivare la verginità per amore di cristo: “passa la scena di questo mondo!” (1Cor 7,31). La speranza cristiana si distingue profondamente da certe concezioni del Corano che descrive la felicità futura (dei maschi) in paradiso come la vita in un harem orientale. Sembra ancora più attuale la realtà – chiaramente contro corrente – delle parole di Gesù nella società consumistica dell’Occidente in cui l’esercizio della sessualità, libera da (quasi) ogni n orma morale, viene spesso ritenuto la prospettiva più importante della vita. Di fronte a questa idolatria, che devasta tanti rapporti umani e in particolare tante famiglie, il ricordo del mondo angelico rafforza la virtù della castità, parte integrante della vita futura secondo la speranza cristiana. Questa virtù ha il suo specifico all’interno sia del matrimonio sia del celibato. L’accenno del Signore alla comunione con gli angeli è anche un forte richiamo a favore della verginità per il regno dei cieli.

 

TESI 7: LA CREDENZA NEGLI ANGELI CI FA INTUIRE LA RICCHEZZA DEL MONDO SPIRITUALE

 

La presenza degli angeli ci aiuta a non fissarci sui beni di questo mondo o ad aprirci alla ricchezza immensa, seppure invisibile, dei beni spirituali. Gli angeli sono esseri non sottoposti ad alcuna “evoluzione”. Perciò la loro realtà protegge contro una ideologizzazione del processo evolutivo che perde di vista la preminenza dello spirito (che non si evolve dalla materia), dei valori spirituali e del dono divino della grazia. Questo pericolo dell’evoluzionismo, a volte molto forte soprattutto negli anni ‘6’ e ’70 dell’ultimo secolo, è contrastato dall’esistenza strettamente spirituale del mondo angelico.

 

TESI 8: GLI ANGELI ACCENTUANO L’ABBONDANZA DELL’AZIONE CREATRICE DI DIO

 

La creazione di Dio è molto più ricca di quanto possiamo constatare con i nostri sensi. Questo fatto viene fortemente ribadito dall’esistenza degli angeli che superano ogni visione puramente empiristica e positivista del mondo. Già la creazione visibile è multiforme e uno specchio dell’abbondante sapienza divina; gli angeli ci fanno intuire che una ricchezza analoga si trova anche nel mondo spirituale . “L’angelologia aiuta l’uomo a guardasi da un eccesso antropocentrico non meno ingenuo, e indubbiamente assai più pericoloso, del geocentrismo pregalileiano”.

 

TESI 9: GLI ANGELI ESPRIMONO L’IMPORTANZA DELLA COOPERAZIONE DELLE CREATURE NEL PROCESSO SALVIFICO.

 

Se Dio usa la partecipazione degli angeli per realizzare i suoi disegni di salvezza, questa collaborazione mette in evidenza un principio importante: Dio non agisce da solo nella santificazione, ma si serve della cooperazione della creatura. Questo principio viene negato dal protestantesimo, in quanto segue le formule di Lutero solus Deus e sola gratia. Forse per questo motivo, il protestantesimo moderno – con qualche eccezione, come gli svizzeri Karl Barth e Walter Nigg – è stato molto più colpito del cattolicesimo dal declino dell’angelologia che nega l’esistenza stessa degli angeli., molte volte, “angelo” diventa soltanto un simbolo per l’azione di Dio che fa fatto tutto da solo. La credenza cattolica negli angeli, al contrario, sottolinea l’importanza della mediazione creaturale della salvezza, dipendente dall’unica mediazione di Cristo; la creatura spirituale, come individuo e comunità, partecipa alla sua giustificazione e santificazione.

 

TESI 10: GLI ANGELI FANNO CAPIRE LA DIGNITA’ DI SERVIRE DIO

 

Il concetto di “servizio” non è sempre ben accolto in una visione del mondo che punta sui propri diritti. Gli angeli invece sono “inviati per servire…” (Eb 1,14). Il servizio angelico è orientato a Dio e al creato, specialmente agli uomini chiamati a far parte del regno di Dio. Questa duplicità del servizio emerge chiaramente nell’autopresentazione di Gabriele a Zaccaria: “Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annunzio”. (Lc 1,19). Ambedue le prospettive si manifestano anche nel termine “angelo” che significa “messaggero”: inviato di Dio per il nostro bene. Così gli angeli non allontanano dall’impegno beatifico e salvifico in questo mondo, ma lo rendono più efficace. Essi aiutano a vivere la propria esistenza come servizio a Dio e al prossimo. Dio con l’umanità, dove l’azione di Dio è assolutamente eccedente ogni risposta umana. Le modalità con cui Dio trasformerà il creato in “un nuovo cielo e una nuova terra” non ci sono ovviamente note. In questo caso e a maggior ragione la teologia deve professare e insegnare la docta ignorantia futuri. Essa può dire solamente che tra il mondo presente e quello futuro trasfigurato ci sarà una certa continuità e non una radicale frattura. In questo senso, la predica apocalittica circa la distruzione di questo mondo e la sua sostituzione con un mondo altro da parte di Dio è teologicamente insensata ed eticamente dannosa, nonostante il suo intento di voler annunciare un fatto salvifico. Le descrizioni simboliche che si rintracciano nel Nuovo Testamento non intendono rappresentarci il futuro ultimo della creazione, né dirci il “quando” ciò avverrà, ma vogliono solo trasmetterci il senso di una salvezza dai confini universali, che abbraccia la totalità della creazione, infonderci la speranza che “il mondo futuro sarà lo stesso mondo attuale, perché Cristo è  creatore e salvatore di  questo mondo, non di un  altro, e sono lo stesso uomo corporeo e lo stesso mondo che soffrono e gemono in attesa della risurrezione futura” (Rm 8,22.25)”.

 

VERITA’ E CONFUSIONE SUGLI ANGELI

Di don Marcello Stanzione

 

Almeno sino all’inizio degli anni ‘70 del secolo scorso, in un clima sociale in cui la fede cattolica era un aspetto comune dell’esistenza della grande maggioranza delle persone e delle istituzioni, gli angeli avevano indiscutibilmente la loro pacifica collocazione. Eccetto il caso di coloro che, soprattutto per motivi politici, professavano un rigido materialismo, per la stragrande totalità era normale considerare Dio creatore delle realtà visibili ed invisibili e con ciò si intendeva gli angeli buoni da invocare e quelli cattivi o diavoli da cui proteggersi. Oggi la situazione è drasticamente mutata ed il cristiano che, essendo fedele al magistero del cattolicesimo e vuole consapevolmente recitare la famosa orazione “Angelo di Dio” ed insegnarlo ai propri figli deve combattere due errori. Il primo è costituito dalla pseudospiritualità del New Age che ha riempito le librerie di libri fasulli e demenziali sugli angeli, mentre quelli seri si fa molta fatica a trovarli perché sono diabolicamente esclusi dal circuito commerciale delle grandi case editrici. Il secondo errore ancora più subdolo viene dall’interno di un certo mondo cattolico solo nominalmente ma ormai proteatantizzato alla Bultmann dove ti spiegano, quasi compatendoti, che gli angeli sono solamente dei …generi letterari, cioè non esistono realmente! La gran parte dei teologi protestanti odierni, seguiti da alcuni teologi cattolici esclude che gli angeli siano delle realtà personali; ed afferma che essi siano semplici simboli figurativi della provvidenza di Dio o personificazioni della sollecitudine divina nei confronti degli esseri umani. Nella loro interpretazione, per afferrare rettamente il senso dei testi sacri riguardanti gli angeli e sufficiente cambiare ogni volta il termine”angelo” con la parola “Dio”, cioè gli angeli sarebbero semplicemente degli artifici letterari. Secondo il catechismo della chiesa Cattolica, gli angeli sono creature spirituali che continuamente glorificano Dio e servono i suoi disegni salvifici nei confronti delle creature umane. Il grande teologo Tommaso d’Aquino affermava che gli angeli cooperano ad ogni nostro bene. Il pontefice Benedetto XVI parlando degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, afferma che ognuno di essi “Ha svolto una peculiare missione nella storia della salvezza”, mentre “l’invisibile presenza di questi spiriti beati ci è di grande aiuto e conforto”. Il papa sottolinea che molti santi canonizzati “intrattenevano con gli angeli un rapporto di vera amicizia, e numerosi sono gli episodi che testimoniano la loro assistenza in particolari occasioni”. Dunque gli angeli non sono dei generi letterari essi esistono e si danno molto da fare per proteggerci e salvarci portandoci in Paradiso alla nostra morte. Un’indagine del Cesnur (Centro studi sulle Nuove Religioni) rivela che su un campione nazionale di mille intervistati dai 14 anni in su, il 67,36 per cento degli italiani crede negli angeli. Il dato scende al 59,02 per cento tra chi ha un’età compresa fra i 30 e i 60 anni e sale al 71,07 per cento fra chi ha un’età compresa fra i 14 e i 19 anni. I cattolici praticanti, quanto a credenza negli angeli (70,24) si differenziano solo lievemente dal resto della popolazione. Osserva acutamente il sociologo Massimo Introvigne, curatore della ricerca del Cesnur: “Proprio questo dato, insieme al fatto che agli angeli credano di più i giovani, dimostra che la credenza negli angeli in gran parte non deriva dal cattolicesimo tradizionale ma dalla cultura popolare, dalla televisione, dal cinema. Sono angeli postmoderni, non necessariamente cristiani”. Insomma gli angeli sono di moda. Sono spesso rappresentati frequentemente nei films, nelle trasmissioni televisive e nella pubblicità. Spesso purtroppo oggi essi non sono altro che figure di una mitologia “debole”, che indica una bellezza e bontà ideale, l’espressione di una spiritualità “confortevole”, priva di dogmi e di precetti morali da osservare e quindi una religiosità senza problemi… Eppure, come vedremo in questo semplice ABC sugli angeli, la tradizione culturale sugli spiriti celesti ha ben altro significato, come dimostrano l’esegesi biblica, la riflessione teologica, le biografie dei santi e le testimonianze letterarie da Dante a Rilke. Abbiamo sottolineato nel titolo di questa introduzione che gli angeli sono degli esseri invisibili perché noi normalmente non li vediamo. Se gli angeli non si vedono è perché appartengono alla sfera di Dio, di Cristo risorto, dei danti, dei defunti che sono anch’essi invisibili per noi e non in sé, infatti quando la nostra personale morte ci introdurrà nella loro dimensione ultraterrena essi ci diventeranno visibili. In realtà gli angeli non si nascondono affatto, se noi non li vediamo è perché le forme conoscitive della nostra esistenza terrestre non sono in grado di dare adeguata espressione alla loro ricchezza d’essere. L’invisibilità degli spiriti celesti non è diversa da da quella di Gesù.. Nel cattolicesimo tutto è collegato e fa unità. Certamente credere negli angeli non è così importante come credere i Cristo, e questo l’ha ben sottolineato Giovanni Paolo II nelle sue catechesi del mercoledì. Ma tutte e due le credenze poggiano sulla stessa logica!

Negare l’esistenza degli angeli non è un fatto moderno. Già i sadducei nel tempo di Gesù negavano l’esistenza degli angeli (cfr. At, 23, 8) e  “la negano anche i materialisti e i razionalisti di tutti i tempi” (Giovanni Paolo II, Udienza Generale, Dio creatore delle «cose visibili e invisibili», 9 luglio 1986).

La negazione della realtà degli angeli come persone ebbe inizio storico con l’illuminismo protestante (secolo XVIII) che pone la ragione come unica fonte di conoscenza. Anche nello stesso secolo XVIII sorge un altro movimento, il romanticismo che porta un nuovo modo di sentire. Cosi F. Schleiermacher (1768-1834) pone il sentimento al centro dell’ esperienza religiosa. In base al sentimento religioso, Schleiermacher mette in dubbio la fede nell’esistenza degli angeli e A. von Harnack (1851-1930) reduce angeli e demoni a semplice proiezioni della percezione psicologica del bene e del male. Così scrive in una lettera alla sua figlia: “Quanto alla tua domanda riguardo al diavolo, non può esservi alcun dubbio che la Scrittura intende parlare di un diavolo personale. Ma la Bibbia deve sempre avere l’ultima parola, è infallibile? Tu sai che questa non è la mia opinione. In particolare, riguardo a Satana si può provare che tale credenza è stata concepita e sviluppata progressivamente ed è connessa con idee di altri tempi che non condividiamo più” (A. Harnack, Berlino 1951, pp. 211-212).

Più recentemente, il protestante esegeta Rudolf Bultmann (1884-1976) propone una teoria che ha influenzato il pensiero cattolico sulla dottrina degli angeli e demoni. Secondo lui angeli e demoni sono un residuo della visione del tempo del Nuovo Testamento. Angeli e demoni sono espressioni tradizionali del Cristianesimo inaccettabili per il nostro pensiero moderno scientifico. Per Bultmann, angeli e demoni sono una favola, non una realtà ma un mito: “La scienza moderna non crede assolutamente che il corso della vita possa essere interrotto o, per così dire, perforato da potenze soprannaturali. […] È mitologica la rappresentazione del mondo ripartito in tre piani, cielo, terra, inferno: l’idea de un intervento di forze soprannaturali nel corso della storia; la rappresentazione dei miracoli e, in particolare, di quello relativo all’intervento di forze soprannaturali nella vita intima dell’anima; infine l’idea secondo cui l’uomo può essere posseduto da spiriti malvagi, tentato e corrotto dal demonio” (R. Bultmann, Jesus Christus und die Mythologie, Hamburg 1964, pp. 11-13).

La moderna visione scientifica del mondo non può accettare la credenza negli spiriti “non ci si può servire della luce elettrica e della radio, o far ricorso in caso di malattia ai moderni ritrovati scientifici e clinici, e nello stesso tempo credere al mondo degli spiriti” (R. Bultmann, Nuovo Testamento e mitologia. Il manifesto della demitizzazione. Il problema della demitizzazione del messaggio neotestamentario, Brescia 1973, p. 110).

Dallo stesso pensiero è la posizione dell’esegeta cattolico H. Haag (1915-2001) che rifiuta la fede nel diavolo: “Con la credenza nel diavolo abbiamo a che fare in ultimo analisi con qualcosa di pagano e comunque di profondamente anticristiano” (H. Haag, La credenza nel diavolo, Verona 1976, p. 270).

Sulla scia di questi pensatori altri affermano, ad esempio, C. Westermann (1909-2000), che gli angeli non sono una realtà personale ma unicamente un’immagine figurativa dell’amore di Dio per noi; per P. Tillich (1886-1965) angeli e demoni sono simboli, strutture, poteri costruttivi e distruttivi dell’essere.

Come capire questa situazione di linee di pensieri e pubblicazioni che liquidano l’esistenza degli angeli e demoni? Una prima constatazione è la seguente: Esiste una frattura tra la fede della tradizione cristiana negli angeli e demoni e l’uomo e la cultura contemporanea (letteratura, arte, cinema…) nei confronti del mondo angelico. Un secondo chiarimento è la costante coscienza di fede della Chiesa, attestata dalle dichiarazioni dei Papi, Concili, Catechismi, liturgia, vita dei santi e le questioni disputate nella teologia contemporanea sia cattolica sia protestante riguardo agli angeli. Di fronte a questa situazione contraddittoria attuale lo specifico cristiano prende posizione di fede cattolica sugli angeli e demoni: “Bisogna riconoscere che oggi i cristiani si sentono a disagio quando parlano dell’esistenza del diavolo o di diavoli. Mito o realtà? Tanti cristiani,  optano per il mito; coloro che ne accettano la realtà si sentono inibiti e imbarazzati nel parlare del diavolo, per paura di venire classificati come individui ancora in preda a fantasie popolari, e di misconoscere il progresso scientifico. La catechesi, la predicazione, l’insegnamento teologico nelle università e nei seminari normalmente schivano l’argomento. In queste condizioni, i cristiani di oggi devono possedere una buona dose di coraggio per sfidare la facile ironia e il sorriso compassionevole dei loro contemporanei” (L. J. Suenens, Rinnovamento e potenza delle tenebre. Orientamenti teologici e pastorali, Roma 1982, pp. 15-16). L’esistenza degli spiriti celesti non è una verità opinabile né un mito di una mentalità ingenua prescientifica, ma è un dogma di fede, quindi una verità chiaramente affermata dalla Bibbia e solennemente definita dal magistero della Chiesa. Inoltre a livello logico non è ragionevole pensare che tra Dio, infinito spirito ed infinito amore e quei limitati spiriti che siamo noi esseri umani, non ci sia posto per altri spiriti più intelligenti, amabili e più perfette di noi. Ancora è da sottolineare che l’esistenza degli angeli è attestate da numerose persone degne di fede che affermano di aver fatto la loro esperienza come ad esempio i patriarchi, i profeti, Gesù Cristo, la Vergine Maria  e numerosi santi canonizzati oltre che a letterati eminenti come Dante, Manzoni, Claudel. Infine è da analizzare la massiccia documentazione culturale, artistica e religiosa che lungo i millenni si è andata formando sugli angeli. Pertanto non è verosimile che il genere umano si sia ingannato su un punto così essenziale della storia del pensiero.  Gli Angeli oggi giorno sono molto di moda; esistono numerosi gruppi interessati a condividere le loro esperienze con gli angeli e a comunicare con loro. Diverse persone sono venute da me portandomi mes­saggi che avevano ricevuto dagli Angeli. Ho sconsigliato a queste persone di continuare a fare la scrittura automatica, perché in realtà facevano dello spiritismo di bassa lega. Nelle librerie si vendono i “tarocchi angelici”, per mettersi in contatto con gli angeli, a anche delle case editrici molto prestigiose hanno pubblicato una decina di libri di Francois Bernard Termes che si firma con il nome di Haziel e che è un cabalista che mescola 1’angelologia cristiana con l’astrologia occulta, la magia, la teologia e la mistica ebraica, creando grande confusione anche in molti cattolici praticanti. Questi libri affermano che secon­do la tradizione esoterica vi sono nove cori di angeli, ognuno dei quali è governato da un Arcangelo ed è composto di otto angeli custodi per un totale di 72 nomi di angeli. Ogni angelo custode avrebbe il suo domicilio in uno spazio che comprende 5 gradi (5 giorni) dello zodiaco astrologico, così che le persone nate in quei 5 gradi-giorni hanno quel determinato angelo custode. A ciascuno di questi 72 angeli vengo­no rivolte delle particolari preghiere e Haziel promette risultati spettacolari affermando: “Possiamo chie­dere al nostro angelo custode i suoi poteri ma anche quelli di altri angeli custodi, poiché egli ha il compito di trasmetterli; noi ci mettiamo in contatto con il nostro angelo custode ogni volta che gli rivolgiamo la sua apposita preghiera. Ma, se di 5 giorni in 5 giorni rivolgeremo le preghiere ai diversi angeli otterremo tutti i poteri, tutti i doni”. Questa è chiaramente non più una visione cristiana, dove l’angelo ci deve aiutare ad andare in paradiso, ma è una visione magico-occultistica, nella quale l’angelo è strumentaliz­zato per avere poteri straordinari e avere successo nella vita. Molti, più che rivolgersi agli arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele citati nella Bibbia, si rivolgono agli pseudo-angeli della Cabala, che è una complicata dottrina esoterica del misticismo ebraico, che si diffuse nel tredicesimo secolo. Il quest’epoca fu composto il “Libro dello splendore”, nel quale gli angeli hanno un ruolo importante. Secondo la Cabala vi sono dieci Sefirot, canali dell’energia di Dio, che raffigurano gli attributi dell’Onnipotente posti al governo del cosmo. I nomi dei dieci Sefirot si riferiscono alle qualità supreme della divinità: Fondamen­to, Splendore, Eternità, Bellezza, Potere, Grazia, Conoscenza, Saggezza, Comprensione, Corona. Ogni Sefirot è governato da un Arcangelo; il più importante di tutti sarebbe Metatron, “principio della presen­za”, munito di 72 ali e innumerevoli occhi lampeggianti, che è il luogotenente di Dio. Tra i vari Sefirot, ci sono 72 sentieri e conoscere i nomi dei 72 geni planetari o angeli, come pure i momenti dell’anno o del giorno in cui li si può invocare, significa secondo i cabalisti realizzare grandi cose. Contro questo proli­ferare di angeli gnostici o esoterici, la Santa Chiesa Cattolica ha messo in guardia i suoi fedeli fin dai primi secoli del cristianesimo. Nel 543 il Sinodo di Costantinopoli condanna alcune idee errate sugli angeli. Quando si cominciarono a venerare angeli con nomi non provenienti dalla Bibbia, ma dagli scritti apocrifi, come ad esempio l’Arcangelo Uriel che viene menzionato dal libro apocrifo di Enoch e che ben presto venne venerato in tutto l’Occidente. Questo culto agli pseudo-angeli biblici. stava causando una idolatria superstiziosa, per cui tutti i documenti ecclesiastici, dal settimo secolo in poi, cercano di conte­nere e illuminare la devozione agli angeli e di condannare gli errori. Verso la fine dell’ottavo secolo l’Arcivescovo Adalberto di Magdeburgo fu accusato di compiere opere di magia evocando i “sette spiri­ti”, specialmente quello di Uriel che lo aveva aiutato a produrre grandi fenomeni. L’intervento ecclesia­stico fu causato da una preghiera “miracolosa” composta da Adalberto che, accanto ai nomi di Michele, Raffaele e Gabriele, includeva anche i nomi equivoci di Uriel, Raguel, Tubuel, Ineas, Dubuos, Suluoc, Siniel. Nel 745 si tenne a Roma un Sinodo, sotto papa Zaccaria, che proibì di invocare i nomi di questi presunti angeli, dichiarando che essi erano in realtà dei demoni. Possono essere legittimamente invocati solo i nomi di origine biblica: Michele, Gabriele e Raffaele. Nel 789 una norma del Concilio franco, sotto il re Carlo Magno, proibiva di introdurre nel culto liturgico, i nomi degli angeli all’infuori dei tre noti; un’altra norma disponeva la scomunica e, addirittura, la pena di morte per coloro che adoravano l’Arcan­gelo Uriel. Oggi, dopo tanti secoli, ci troviamo di nuovo immersi nella peggiore delle confusioni riguardo gli angeli. Molti Cristiani sono ingannati dal New Age (nuova era) che offre una angelologia completa­mente diversa dalla dottrina biblica cattolica. La mentalità del New Age è, riguardo agli angeli, quasi politeista. Gli angeli che sono strettamente collegati all’astrologia esoterica, sono associati ai mesi del­l’anno: es. Uriel a Settembre; Barchiel a Febbraio; ai giorni della settimana: il mercoledì è sotto la prote­zione di Michele e il lunedì è governato da Gabriele; ai segni zodiacali: Urie1 alla Bilancia, Amodel al Toro, ecc. Nella concezione del New Age gli angeli sono fondamentalmente inferiori all’uomo, perché ogni spirito celeste è determinato a un dato compito e non gode della libertà di cui dispone l’essere umano. Per il New Age, gli angeli non sono altro che servitori di coloro che attraverso il “Channeling” (canalizzazione), un tipo di spiritismo moderno, si mettono in contatto con essi. Mentre secondo la Sacra Scrittura e la visione cristiana, l’Onnipotente Dio si serve dei suoi angeli per fare la sua volontà, il New Age fa credere che gli angeli siano messaggeri al nostro servizio e non servitori liberi dell’Altissimo. Per comunicare con il proprio angelo guida, il seguace del New Age svuota la propria mente per raggiungere uno stato alterato di coscienza e, a questo scopo, si può ripetere anche la parola “angeli” come se fosse una mantra (nenia indiana). Altra tecnica New Age per mettersi in contatto con gli esseri angelici, è la immaginazione guidata o visualizzazione, che è un processo simile allo sciamanesimo, nel quale si co­munica con spiriti guida. Voglio offrire un breve saggio di visualizzazione con un angelo proposto da uno dei tanti scrittori esoterici: “Mettete in sottofondo musica di meditazione. Cercate un luogo o angolo dove possiate meditare sempre. Mettetevi ben comodi, scalzi, seduti nella posizione del loto (Buddha). Con le palme delle mani rivolte all’insù, respirate profondamente per tre volte, rilassatevi con ogni respi­ro, controllate bene che il corpo non sia teso, rifiutate ogni pensiero o problema che si presenti, inviate al cervello l’ordine di rilassarsi… Poi visualizzate un sole grande, dal quale fuoriesce un raggio di luce bianca dorate, e che vi ricopre completamente. Respirate quella luce che vi pulisce e purifica ed esalate verso di essa diverse volte. Chiedete poi che si renda presente l’angelo solare dorato che vi appartiene; chiedetegli che vi dica il suo nome e che fonda la sua energia con la vostra. Calmi, insistete, ascoltate e visualizzate. A volte appaiono lettere o il nome completo, o forse lo udirete. Può darsi che all’inizio non percepiate nulla, ma apparirà, può darsi anche che percepiate solo la parte maschile o femminile dell’an­gelo o ambedue… Una volta stabilita la comunicazione, sarà più facile comunicare con gli angeli o arcangeli zodiacali o con qualunque altro”. Il New Age propone anche l’uso di “cristalli cherubinici” per comunicare con gli angeli. Questi cristalli vengono presi con entrambe le mani e si chiede, ad alta voce, che il potere dei Cherubini, passi attraverso la persona e giunga al cristallo perché esso si carichi con le vibrazioni dei Cherubini. Per stabilire un contatto con gli angeli, il New Age sottolinea l’uso dei colori dell’abbigliamento, per cui il rosa attirerebbe gli angeli custodi, il blu forte gli angeli guaritori, mentre all’Arcangelo Michele piacerebbero i colori verde, oro e rosa. Un altro modo di comunicare con gli angeli è quello della scrittura automatica: si inizia a scrivere salutando un particolare angelo o il proprio angelo custode e poi si lascia che le parole fluiscano da sé. Molte persone utilizzano le “carte angeliche” (ve ne sono di diversi tipi in commercio), che non sono altro che i tarocchi riverniciati di angelismo che vengono utilizzati per chiedere consiglio al proprio angelo custode. Ad esempio, la scrittrice K. Mc Rooney ha creato un mazzo di 44 carte rappresentanti gli angeli e afferma: “Focalizzatevi sul desiderio e formulate una domanda chiara e precisa. Scrivetela su di un foglio, poi mescolate le carte, concentrando­vi su di essa con molta intensità. Partendo dalla sommità del mazzo, disponete le carte coperte, una alla volta, rispettando la sequenza numerica e le posizioni indicate nelle istruzioni su cui avete deciso di basarvi. A mano a mano che le scoprirete, leggete attentamente le sezioni degli angeli ad esse corrispon­denti. Riflettete sul mondo con cui ciascun angelo si correla con voi, sul significato della sua posizione nell’emanazione e sul modo con cui tutti gli angeli operano congiuntamente”. Purtroppo, anche in am­bienti cattolici, ultimamente, vanno di moda le preghiere ad angeli dai “nomi strani”. Una recente pubbli­cazione di una casa editrice cattolica porta il titolo “Gli angeli nostri potenti avvocati”; contiene al novan­ta per cento eresie spaventose. Su tale opuscolo si afferma che bisogna invocare l’angelo del giorno e si svelano i nomi degli altri quattro arcangeli che sarebbero: Uriel (che a quanto pare è sempre presente!), Jehudiel, Sealtiel e Barachiel. Ci vogliamo chiedere come mai gli angeli esoterici sono così di moda? Le persone sono deluse dal consumismo, dalla secolarizzazione e, purtroppo, anche dalla normale proposta spirituale che offrono le nostre parrocchie cattoliche. Molti oggi ritengono il Cattolicesimo una religione antiquata e cercano altre fonti dove placare la loro sete spirituale. Tante persone, specie tra i giovani, non credono in un Dio trascendente, e non hanno alcuna fiducia nella Chiesa, eppure hanno bisogno di crede­re in realtà spirituali che vanno oltre la materia sensibile. Il New Age offre, fondamentalmente, una spiritualità senza Dio e senza una vita morale coerente con i Comandamenti e senza una Chiesa-istituzio­ne come riferimento. Per la Nuova Era (New Age), la vita spirituale è come la vita sessuale, dipende da quello che si desiderai Molti, invece di affidare la loro vita a Gesù che ha fondato la Chiesa, come strumento di salvezza in mezzo al genere umano, preferiscono affidarsi allo yoga, allo spiritismo, agli amuleti e talismani della magia bianca e agli angeli gnostici dell’astrologia esoterica. La Sacra Scrittura non afferma mai di mettersi in contatto con gli angeli senza rivolgersi al Creatore, perché tutti gli angeli autentici lavorano per il progetto salvifico di Dio. Il New Age afferma che gli angeli sono un mezzo per ricevere aiuto da Dio, senza che ci si debba rivolgere direttamente a Lui. Questi pseudo-angeli hanno le loro particolari specializzazioni e si possono invocare per chiedere un aumento di stipendio, per trovarsi il fidanzato, per guarire la gamba fratturata, per trovare parcheggio all’auto nelle città popolose. su una pubblicazione si parla di un angelo che consoli una persona triste per la morte del suo animale domestico. I Vangeli della Passione ci parlano degli angeli che, nell’orto degli ulivi, consolarono Gesù, ma non in modo tale da togliere all’uomo la pena della vita, come invece insegna il New Age. In conclusione, la Sacra Scrittura e la tradizione teologica della Chiesa Cattolica, ci ammoniscono che non tutte le esperien­ze con gli esseri angelici sono autentiche e positive. San Paolo afferma chiaramente che il maligno si traveste da angelo di luce e nella Lettera al suo discepolo Timoteo fece una profezia che forse ben si adatta ai nostri tempi: “Lo spirito dichiara che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede dando retta a spiriti ingannatori e a dottrine diaboliche” (1.Tm. 4, 1). Dove si mescola l’angelologia con l’occultismo e si afferma di comunicare con gli esseri celesti tramite cristalli, tarocchi, scrittura automa­tica, certamente non c’è lo spirito del Cristo! Il medico olandese Hoolenburg, che ha scritto libri interes­santi sugli angeli, afferma che bisogna essere prudenti nell’aprirci al mondo degli spiriti celesti: “Sono molte le persone oggi giorno che vivono situazioni peculiari: esperienze sull’orlo della morte, presunti contatti angelici, rappresentazioni d’altri mondi… Non tutti questi vissuti sono veramente spirituali o religiosi. Molta gente confonde extraterrestri, esoterismo e apparizioni angeliche… Riguardo agli angeli che salvano il mondo, non penso che questa sia la loro missione. Abbiamo già un Salvatore che è il Signore Gesù e gli angeli sono i suoi servitori”. In sintesi riguardo alla confusione attuale sul mondo angelico c’è da osservare che dagli anni sessanta negli Stati Uniti (decade che coincide con il finale del consenso fra i teologi cattolici nella dottrina sugli angeli e demoni) e in Europa alcuni anni dopo, arriva un tentativo di credenza nell’angelo e nel demonio che contrasta con la tradizione cristiana. Ritorna l’interesse, la nostalgia per l’angelo forse come risposta in un tempo di crisi ai desideri delle persone di una spiritualità più profonda, ma che contrasta con l’angelo della Rivelazione cristiana. Ritorna l’interesse, la nostalgia del demonio e di Satana che diviene il simbolo della ribellione contro le regole e le norme. Ci riferiamo agli angeli e demoni del New Age che sono uno degli elementi ricorrenti nel pensiero e nella corrente del New Age.

Come fenomeno postmoderno, il New Age è una nuova forma di gnosi – la forma più elevata di conoscenza  e che è l’equivalente della salvezza – con radici esoteriche e teosofiche: “Non è necessaria alcuna Rivelazione o Salvezza che provenga dal di fuori delle persone, ma soltanto il compimento dell’esperienza della salvezza che è dentro di noi (auto-salvezza), possibile mediante tecniche psico-fisiche che portano all’illuminazione definitiva” (Pontificio Consiglio della Cultura – Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, Gesù Cristo portatore dell’acqua viva. Una riflessione cristiana sul “New Age”, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2003, p. 33).

Per raggiungere la fonte della guarigione che è in noi, il New Age utilizza gli angeli, spiriti e diavoli come mediatori.

“Queste entità spirituali sono spesso invocate «non religiosamente» per aiutare ad un rilassamento volto a esercitare un migliore controllo della  propria vita e della propria carriera e ad agevolare il processo decisionale. La fusione con alcuni spiriti che insegnano attraverso persone particolari è un’altra esperienza del New Age, sostenuta da chi si definisce «mistico»” (Ibid., pp. 21-22).

Questi “angeli” non sono quelli della tradizione cristiana e cattolica. Loro non sono i messaggeri di Dio ma forme di energie con le quale ognuno può mettersi in contatto, portando messaggi, ma non da Dio. Queste entità dotate di potere offrono il loro aiuto mediante le invocazioni, i rituali, le ore e i giorni dell’anno che permettono una comunicazioni diretta con il proprio Angelo.

Ad esempio, secondo uno di questi autori esoterici, esistono soltanto 72 angeli custodi  che il Creatore ha posto al servizio degli uomini. Tali entità Tutelari sono ogni anno a nostra disposizione per la durata di cinque giorni per aiutarci a costruire il nostro corpo astrale. Per avere comunicazione diretta con il nostro Angelo custode, l’autore offre consigli preliminari da leggere durante i giorni che precedono il Rituale della sua presenza. Dopo, nel giorno prescelto, seduto, si legge una preghiera introduttiva. Poi la persona si alzerà in piedi e con la mano sinistra posata sul cuore e la mano destra alzata pronuncia una formula iniziatica considerata come formula dell’Unione con l’Angelo custode: “Tu sei qui, presente, Angelo …………… testimone dei miei propositi, per accettare l’alleanza con me, per accettare di percorrere insieme il cammino della mia esistenza su questa terra. Io spero di diventare un ausiliario cosciente, un nobile strumento corporeo, al servizio dell’opera divina nel mondo” (Hazel, Il nostro angelo custode. Quando e come incontrarlo, Milano 1996, p. 98).

Un altro autore propone una serie di metodi per comunicare con l’ arcangelo Michele (e pure con Raffaele e Gabriele) chiedendone l’ aiuto e stringendo un legame duraturo grazie a semplici rituali, meditazioni nelle quali è previsto l’uso di cristalli e candele magiche, oltre che attraverso l’interpretazione dei sogni. L’autore ricorda il metodo tradizionale per ottenere una protezione immediata e duratura dell’arcangelo Michele: “… bruciare una mela rossa e alcune foglie di lauro sul fuoco. Dopo aver osservato le fiamme per qualche minuto, leggete ad alta voce il Salmo 85. Riponete le ceneri in un sacchettino rosso e portatelo con voi finché il pericolo immediato non sarà superato. Poi spargete le ceneri all’esterno di casa vostra un martedì notte, con la luna crescente” (R. Webster, Michele. Come entrare in contatto con l’Arcangelo che assicura protezione, Milano 2006).

Sempre in questa linea esoterica, un’autrice ha creato un corso di formazione chiamato «La Scuola degli Angeli» per comunicare con gli Angeli mediante argomenti e tecniche che vanno dallo sciamanesimo all’alchimia, alla medianità, ad antiche tecniche orientali, quali il tantra, il feng shui, il tai chi chuan, il qi gong, il nei gong, per aiutare “… a risolvere problemi rimasti insoluti tra i vivi ed i morti quando erano in vita, e a migliorare la nostra e la loro esistenza nelle reciproche dimensioni” (Paola Pierpaoli, La scuola degli angeli. Corso di formazione triennale per l’altra medianità e la guarigione spirituale, in http://www.esperienzediluce.com/scuola.htm).

Questi esempi bastano per riconoscere quel dietro a questi «angeli» del New Age si incontra una visione del mondo, dell’uomo e di Dio che è distinta della cristiana: “Così nell’attuale revival sembra che la raffigurazione dell’angelo conservi ben poco della sua connotazione religiosa originaria, quella di annuncio e presentazione del soprannaturale. Si assiste ad una banalizzazione dell’angelo, ridotto da agente del Dio trascendente a rinforzo dell’io vacillante. Più che l’angelo del Bene, si incontra oggi un angelo del benessere, che promette protezione e felicità terrene. Quello celebrato sembra quasi un angelo che funge da talismano, da toccasana contro i malanni del corpo e della psiche, più che figura che orienta alla fede e all’impegno di autorealizzazione etica” (G. Panteghini, Angeli e demoni. Il ritorno dell’invisibile, Padova 1997, p. 23).

Secondo questa «etica angelica» del New Age basata in messaggi portati per creare un nuovo pensiero ed una nuova umanità, l’uomo non avrebbe necessità della salvezza offerta da Gesù Cristo ma da queste entità che si offrono per aiutare le persone a diventare un dio in miniatura senza Dio: “Questi angeli con la minuscola, direi angeli «feriali», che proteggono l’uomo dai pericoli di un incidente, che lo salvano dalla morte o magari… suggeriscono i numeri per vincere una lotteria… paiono molto lontani dalla raffigurazione biblica, affascinante e tremenda: l’uomo che incontra l’angelo di Dio riceve un messaggio ed entra in un rapporto che irrompe nella sua vita, che muta e orienta i suoi progetti, che incute timore, perché colloca l’uomo in contatto con il sacro, con il Dio il cui nome è impronunciabile” (M. Aletti, Angelo di Dio – Angelo dell’uomo, in Il ritorno degli angeli, a cura di E. Fizzotti, Roma 1996, p. 74).

Questa visione esoterica della realtà non lascia di lato il tema del demonio. Ritorna la curiosità e l’interesse per il demonio e Satana che “diviene il simbolo della ribellione contro le convenzioni e regole, un simbolo che spesso assume forme aggressive, egoistiche e violente” (Pontificio Consiglio della Cultura – Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, Gesù Cristo portatore dell’acqua viva. Una riflessione cristiana sul “New Age”, o. c., pp. 31-32).

Questo fenomeno si trova sullo sfondo della nostra epoca che offre il dominio degli eventi da parte dell’uomo mediante l’occultismo nelle sue diverse forme di magia, stregoneria, spiritismo e superstizione: “Reincarnazione, astrologia, lettura delle carte, parapsicologia, fiducia nei poteri eccezionali di pranoterapeuti e veggenti sono elementi che fanno ormai parte della vita quotidiana. Le cifre parlano chiaro: due italiani su dieci vanno del mago almeno una volta l’anno (…). Il 65% per sapere cosa riserva il futuro, il restante 35% chiede prestazioni più complesse, che vanno dall’eliminazione del malocchio ai filtri d’amore, dalle pozioni contro le malattie ai talismani per trovare lavoro, fino alle fatture di morte” (C. Gatto Trocchi, Viaggio nella magia. La cultura esoterica nell’Italia di oggi, Bari 1993, pp. 191-192).

Occultismo, esoterismo e magia conducano ad entrare nel satanismo che esercita grande fascino nel mondo giovanile e che si intende come culto di Satana e odio contro Dio: “Il satanista si aspetta dal Diavolo potere, sesso, ricchezza, capacità di comandare e dominare gli altri. In questa ottica la religione riconosciuta socialmente è portratice di infelicità, mentre il satanismo che consente di gratificare l’ego, la carne e la ricerca di potere, è la via che permette di raggiungere la felicità” (T. Cantelmi – C. Cacace, Il libro nero del Satanismo. Abusi, rituali e crimini, Milano 2007, p. 48). Comunque una cosa è certa nella storia della Chiesa Cattolica numerosissimi santi canonizzati e mistici hanno avuto un rapporto privilegiato con gli angeli.

Che Dio utilizzi, di fatto, gli Angeli per la salvezza degli uomini, è una verità che per non essere stata definita solennemente nondimeno appartiene alla fede cattolica. Ne abbiamo già rilevato differenti volte le diverse manifestazioni.

Col Salmo 15, 11-12, il Vangelo parla degli Angeli inviati ai piccoli; e sarebbe troppo lungo rilevare in dettaglio i titoli che i Padri hanno dato loro: tutori, precettori, pastori, guide e compagni, scudi, armature e cinta fortificata, medici e coltivatori, concittadini e mediatori … La Chiesa ne ha fatto un punto fermo del suo insegnamento corrente, dottrinale e pratico. Le benedizioni del Rituale, i testi del Breviario e del Messale ne testimoniano a sufficienza: Custodes hominum psallimus Angelos … Noi cantiamo gli Angeli custodi degli uomini che il Padre ha dati per compagni alle nostre deboli nature, perché esse non soccombano alle insidie del nemico (Breviario Romano, 2 ottobre: Santi Angeli Custodi, Inno nel Mattutino e nei Vespri).

La devozione popolare stessa completa di fornirci la prova. Dal suo lato concreto e familiare essa è rimasta viva nel mondo cristiano, nonostante che da tanti sia considerata infantile. Taluni gli danno un carattere molto utilitario, trasformandola talvolta in semplice mezzo per evitare gli incidenti. Non ci scandalizziamo: è ancora amare il Padre celeste, nel ricorrere, filialmente, ai protettori ch’Egli ci ha dati. La teologia si è sforzata di precisare questi dati. Le conclusioni ch’essa ci propone non scorrono tutte con lo stesso rigore delle verità di fede; la maggior parte comunque non ne costituisce meno un insegnamento sicuro e benefico per l’anima. La certezza che gli angeli proteggono gli uomini consegue dalla loro identità di glorificati. Dunque la santità riflessa degli angeli, non potendo essere diversa dalla santità sorgiva della Trinità, comporta necessariamente un’identica funzione di sostegno e di protezione dell’umanità. Come ha ben scritto il teologo salesiano Giorgio Gozzellino: “In realtà, un angelo che non fosse un  custode non sarebbe neppure un angelo: gli mancherebbe qualcosa di ciò che è proprio di Dio, non si troverebbe realmente al suo cospetto, la sua comunione con lui non sarebbe completa. Contrariamente a quanto disse Caino, per difendersi dalla denuncia di Dio che lo interrogava sulla sorte del fratello Abele (Gn 4,9), ogni libertà ha la vocazione di essere “ il guardiano del fratello”, e cioè l’aiuto, il richiamo ed il sostegno del prossimo. Negli angeli e nei santi tale vocazione è totalizzata, e quindi la custodia si realizza integralmente.”. L’anima cristiana possiede un diritto particolare alla protezione degli Angeli. Col Battesimo, il bambino diventa, malgrado la sua giovane età, il figlio del Padre, il fratello di Cristo, il tempio dello Spirito; e su questo tesoro gli Angeli vegliano in modo speciale.

Guardatevi dal disprezzare uno di questi piccoli, perché, in verità vi dico, i loro Angeli in Cielo vedono sempre il volto del Padre (Mt.18, 10).

Ma tutti gli uomini, senza eccezione, sono chiamati a diventare figli di Dio; tutti, senza eccezione, sono riscattati dal Sangue di Cristo. A tutti, dunque, Dio, invierà i suoi Angeli, cristiani e non cristiani; e quegli stessi che saranno, alla fine, respinti non ne sono esclusi: così fanno meno male a se stessi ed agli altri.

I Santi confermati in grazia, e fino a Maria, la Regina degli Angeli, hanno beneficiato di un tale soccorso. Anche se essi non peccavano, occorreva loro progredire incessantemente, ed il loro Custode interveniva, per suggerire un buon movimento, offrire un’occasione di virtù. A Cristo, solo perfetto fin dalla sua concezione, il privilegio di avere gli Angeli per servirlo e non per proteggerlo.

Che ad ogni uomo sia destinato un Angelo particolare, lo si può dedurre legittimamente dal carattere dell’azione provvidenziale. Se la debolezza della nostra natura richiede un aiuto, esso ci è accordato in modo conforme alla dignità della nostra persona, alla grandezza della nostra vocazione, sotto la forma di un’amicizia con un Angelo.

Nulla per contro di certo, ed anche semplicemente di probabile, sulla scelta degli Angeli impiegati al nostro servizio. Noi siamo troppo poco informati sulle Gerarchie angeliche perché sia possibile di distinguere ancora, con un’interpretazione troppo materiale, in un testo di Daniele (7, 1), gli Angeli che assistono Dio senza lasciare il Cielo, e quelli che Lo servono, portando i suoi messaggi sulla Terra. Non si può comunque ammettere, almeno a titolo di ipotesi, una certa corrispondenza tra la perfezione del protetto e quella del protettore? Si spiegherebbe così come Santa Francesca Romana avesse tre Angeli successivi per guidarla nei differenti gradi della sua ascensione spirituale. La Emmerick afferma che già durante il suo battesimo vide presente il suo angelo custode e quando poi a sette anni iniziò a dedicarsi alla preghiera notturna, si alzava e pregava alcune ore con il suo angelo custode che era lui a destarla dal sonno.

CONCLUSIONE

 

SIGNIFICATO POSITIVO DELLA DEVOZIONE CATTOLICA AGLI ANGELI

 

 

L’esistenza degli angeli ha una funzione importante nell’insieme della dottrina cattolica. Chi non tiene conto della loro presenza, non raggiunge l’equilibrio necessario per la  vita della propria fede. Il punto di partenza, per un discorso dogmatico, è costituito dal mistero di Cristo. “Cristo è il centro del mondo angelico. Essi sono “i suoi angeli”: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli…” (Mt 25,31). Sono suoi perché creati per mezzo di lui e in vista di lui…(Col 1,16). Sono suoi ancor più perché li ha fatti messaggeri del suo disegno di salvezza…(Eb 1,14)”. “Dall’Incarnazione all’Ascensione, la vita del Verbo Incarnato è circondato dall’adorazione e dal servizio degli angeli…Al ritorno di Cristo, che essi annunziano, saranno là, al servizio del suo giudizio”. L’accostamento cristologico degli angeli include in sé la dimensione trinitaria, presente soprattutto nella lode angelica che risuona nella liturgia della Chiesa. Nella Sacra Scrittura, soprattutto l’Apocalisse descrive come la liturgia celeste si unisca all’adorazione di Dio sulla terra nella comunità dei credenti. Il mistero di Cristo e della Trinità, corpo mistico di Cristo. Lo sguardo al Salvatore va integrato inoltre con la realtà della Chiesa, corpo mistico di Cristo. Come gli angeli circondano il Verbo incarnato, così essi servono tutti i figli adottivi di Dio nella comunità dei credenti. Il servizio alla comunità include anche la protezione e l’intercessione a favore di ogni fedele e (probabilmente) di ogni persona umana. Partendo da questa impostazione che include tutte le dimensioni essenziali della fede cristiana, cerchiamo di presentare dieci tesi sul significato della fede negli angeli e ovviamente senza alcuna pretesa di esaurire questa tema così affascinante della teologia e spiritualità cattolica.

 

TESI 1: GLI ANGELI STIMOLANO IL SENSO PER LA GRANDEZZA E GLORIA DI DIO

 

I testi biblici che parlano degli incontri con gli angeli spesso sottolineano il santo timore di fronte all’apparizione dei messaggeri di Dio. Gli angeli annunciano il mysterium tremendum et fascino sum che consiste nel contatto con la santità di Dio. Riportiamo alcuni esempi . E’ molto significativa la vocazione del profeta Isaia. In una visione, Isaia sperimenta la grandezza di Dio, affiancato dai serafini. Quando questi proclamarono il “Santo”, gli stipiti delle porte vibrano e il tempio si riempie di fumo. Quando Isaia professa di non essere degno, uno dei serafini tocca la sua bocca con un carbone ardente per purificarlo dal peccato (Is 6,1-7). Nel momento centrale della vocazione di Ezechiele si trova la gloria di Dio, lo splendore luminoso della divina presenza: “Quando la vidi, caddi con la faccia a terra…” (Ez 1,28). L’apparizione della divina gloria è incorniciata da quattro esseri misteriosi che assomigliano ai cherubini dell’arca (Ez 1,4-28). La loro presenza sottolinea il mistero di Dio che vuole essere vicino al suo popolo.

 

TESI 2: GLI ANGELI SOTTOLINEANO LA REALTA’ DEL DIO PERSONALE

 

Dio, da una parte, trascende infinitamente il mondo. Dall’altra parte, il Creatore agisce nel creato e gli è immanente con la sua potenza e provvidenza. Il fatto che Dio non fa tutto da solo mette in evidenza la cooperazione richiesta alle creature, ma anche la sua trascendenza che si serve degli angeli. Allo stesso tempo, Dio è onnipresente nel creato e manifesta la sua presenza per mezzo degli inviati celesti. Sia la trascendenza di Dio che la sua immanenza vengono ribadite tramite delle creature spirituali e personali che svolgono una certa mediazione fra Dio e le altre creature. La realtà personale di Dio si manifesta nel volto personale dei suoi messaggeri.

 

TESI 3: GLI ANGELI SONO UN AIUTO PER UNA FEDE VIVA E CONCRETA IN DIO.

 

La realtà personale di Dio è il presupposto per la nostra risposta vitale nella fede e nella fiducia. Questo rapporto esistenziale manifesta il rapporto di Dio con il mondo. Quando non si valorizza la presenza degli angeli, si rischia di arrivare a idee che falsificano questo rapporto:: osi giunge a un deismo (secondo cui Dio esiste, ma non interviene nel creato) o a un panteismo (Dio e il mondo vengono identificati). Gli angeli tengono lontano il pericolo del deismo, perché manifestano l’intervento permanente e personale di Dio durante la storia. Nello stesso tempo, essi contrastano ogni panteismo, in quanto indicano già con la loro azione la differenza tra lo spirito creato e quello assoluto di Dio. Dio non è lontano da noi (contro il deismo) né si identifica con la nostra realtà (contro il panteismo). Gli angeli come messaggeri del Dio vivente invitano a sviluppare un rapporto di fiducia con il Dio tripersonale, Padre, Figlio e Spirito Santo.

 

 

 

TESI 4: GLI ANGELI ORIENTANO L’UOMO VERSO IL SUO SCOPO ULTIMO, L’ADORAZIONE DI DIO NELLA VISIONE BEATIFICA

 

“Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli” (Mt 18,10). Vedere Dio “faccia a faccia” è il destino ultimo anche degli uomini (cfr. 1Cor 13,12; 1Gv 3,2). La “visione beatifica”, nella spiegazione classica, è la conoscenza immediata di Dio nella “luce della gloria”, una conoscenza unita alla carità che porterà l’uomo alla felicità suprema e piena. I santi e gli angeli sono già uniti a questo fine; il ricordo della vita in cielo aiuta quindi anche l’uomo a rivolgersi verso lo scopo della sua vita. La visione beatifica ci renderà capaci di adorare Dio perfettamente con un intelletto pienamente illuminato e con un volere indiviso. Perciò gli angeli sono gli adoratori per eccellenza. “Il primo compito degli angeli consiste nell’adorazione di Dio Padre, del quale contemplano il volto nel Cristo, suo Figlio, datore dello Spirito”. Nell’Apocalisse si trovano testimonianze particolarmente significative dell’adorazione angelica. Un esempio è l’elogio celeste dei ventiquattro vegliardi: essi “si prostravano davanti a Colui che siede sul trono, dicendo: “Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza, perché tu hai  creato tutte le cose e per la tua volontà furono create e sussistono” (Ap 4,10-11). Ciascuno dei vegliardi ha “un’arpa e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi” (Ap 5,8). Adorano Dio e godendo della visione beatifica, gli angeli sono un forte richiamo al senso ultimo della nostra esistenza. La presenza degli angeli nella vita dei fedeli protegge contro quelle tendenze che riducono il cristianesimo a un’impresa politica o sociale, limitata al mondo terreno. La lode e l’adorazione di dio non sono un lusso superfluo, bensì l’anticipazione del nostro “compito” e della nostra gioia in cielo. Le “miriadi di angeli” secondo la lettera agli Ebrei fanno parte della “Gerusalemme celeste” alla quale i cristiani si sono accostati già adesso (cfr. Eb 12,22-24). La presenza del mondo angelico dà un ampio respiro che oltrepassa le utopie intramondane che vengono e se ne vanno. La partecipazione all’adorazione angelica è un motivo importante della ,liturgia e può essere chiamato giustamente l’aspetto più nobile di tutta l’angelologia. Nella liturgia eucaristica, soprattutto il Gloria, la fine dei prefazi e il Sanctus, ispirato all’adorazione dei serafini in Isaia 6, ricordano la nostra partecipazione all’immensa glorificazione di Dio per mezzo degli spiriti angelici. Nella tradizione questa prospettiva, oggi poco presente, è alquanto viva. Giovanni Crisostomo, per esempio, afferma che durante il sacrificio eucaristico il sacerdote è circondato da angeli; “l’intero santuario e lo spazio attorno all’altare è riempito da eserciti celesti in onore di colui che presente sull’altare”. In una visione si sarebbe manifestata una grande schiera di angeli, in vestiti splendenti “attorno all’altare, prostrandosi a terra”, come soldati alla presenza del re. La Chiesa partecipa alla liturgia celeste degli angeli, e viceversa gli angeli sono  presenti nel culto della Chiesa per orientarci al nostro scopo ultimo.

 

 

 

 

 

TESI 5: GLI ANGELI INDICANO LA NOSTRA SORTE FUTURA: ESSERE SIMILI A LORO

 

Gesù Cristo paragona la vita dei risorti nel mondo futuro all’esistenza degli angeli (cfr. Mc 12,25 ). dobbiamo ribadire che non si tratta di una stretta uguaglianza, perché il corpo risorto si distinguerà dall’essere sferica, priva della caratteristiche tipiche del corpo umano e della proprietà maschile o femminile, intervennero sant’Agostino e san Girolamo, il quale ebbe a sottolineare: “Il Signore non ci promette la natura degli angeli, ma la loro condotta di vita e la loro felicità”. Quindi non possiamo pretendere di imitare esattamente la natura degli angeli nella nostra vita terrena, negando le necessità del corpo (altrimenti la natura umana si vendica). Dobbiamo imitare, però, l’atteggiamento spirituale degli angeli: la lode perenne di Dio e la prontezza al servizio dei nostri fratelli. Gli angeli ci ricordano la nostra futura partecipazione alla loro vita in cielo.

 

TESI 6: GLI ANGELI AIUTANO A COMPRENDER E IL GIUSTO RUOLO DELLA VITA SESSUALE

 

L’essere “come gli angeli” non significa perdere la propria identità maschile o femminile. Dio non annulla quanto stabilito nell’atto della creazione, chiamata “molto buona” (Gn  1,27.31). La natura umana verrà trasfigurata, ma non disfatta. Le parole del Signore, comunque, indicano, la fine escatologica della vita matrimoniale:  “Quando risusciteranno dai morti… non prenderanno moglie né marito, ma saranno come gli angeli nei cieli” (Mc 12,25). L’apostolo Paolo si rifà alla prospettiva escatologica per motivare la verginità per amore di cristo: “passa la scena di questo mondo!” (1Cor 7,31). La speranza cristiana si distingue profondamente da certe concezioni del Corano che descrive la felicità futura (dei maschi) in paradiso come la vita in un harem orientale. Sembra ancora più attuale la realtà – chiaramente contro corrente – delle parole di Gesù nella società consumistica dell’Occidente in cui l’esercizio della sessualità, libera da (quasi) ogni n orma morale, viene spesso ritenuto la prospettiva più importante della vita. Di fronte a questa idolatria, che devasta tanti rapporti umani e in particolare tante famiglie, il ricordo del mondo angelico rafforza la virtù della castità, parte integrante della vita futura secondo la speranza cristiana. Questa virtù ha il suo specifico all’interno sia del matrimonio sia del celibato. L’accenno del Signore alla comunione con gli angeli è anche un forte richiamo a favore della verginità per il regno dei cieli.

 

TESI 7: LA CREDENZA NEGLI ANGELI CI FA INTUIRE LA RICCHEZZA DEL MONDO SPIRITUALE

 

La presenza degli angeli ci aiuta a non fissarci sui beni di questo mondo o ad aprirci alla ricchezza immensa, seppure invisibile, dei beni spirituali. Gli angeli sono esseri non sottoposti ad alcuna “evoluzione”. Perciò la loro realtà protegge contro una ideologizzazione del processo evolutivo che perde di vista la preminenza dello spirito (che non si evolve dalla materia), dei valori spirituali e del dono divino della grazia. Questo pericolo dell’evoluzionismo, a volte molto forte soprattutto negli anni ‘6’ e ’70 dell’ultimo secolo, è contrastato dall’esistenza strettamente spirituale del mondo angelico.

 

TESI 8: GLI ANGELI ACCENTUANO L’ABBONDANZA DELL’AZIONE CREATRICE DI DIO

 

La creazione di Dio è molto più ricca di quanto possiamo constatare con i nostri sensi. Questo fatto viene fortemente ribadito dall’esistenza degli angeli che superano ogni visione puramente empiristica e positivista del mondo. Già la creazione visibile è multiforme e uno specchio dell’abbondante sapienza divina; gli angeli ci fanno intuire che una ricchezza analoga si trova anche nel mondo spirituale . “L’angelologia aiuta l’uomo a guardasi da un eccesso antropocentrico non meno ingenuo, e indubbiamente assai più pericoloso, del geocentrismo pregalileiano”.

 

TESI 9: GLI ANGELI ESPRIMONO L’IMPORTANZA DELLA COOPERAZIONE DELLE CREATURE NEL PROCESSO SALVIFICO.

 

Se Dio usa la partecipazione degli angeli per realizzare i suoi disegni di salvezza, questa collaborazione mette in evidenza un principio importante: Dio non agisce da solo nella santificazione, ma si serve della cooperazione della creatura. Questo principio viene negato dal protestantesimo, in quanto segue le formule di Lutero solus Deus e sola gratia. Forse per questo motivo, il protestantesimo moderno – con qualche eccezione, come gli svizzeri Karl Barth e Walter Nigg – è stato molto più colpito del cattolicesimo dal declino dell’angelologia che nega l’esistenza stessa degli angeli., molte volte, “angelo” diventa soltanto un simbolo per l’azione di Dio che fa fatto tutto da solo. La credenza cattolica negli angeli, al contrario, sottolinea l’importanza della mediazione creaturale della salvezza, dipendente dall’unica mediazione di Cristo; la creatura spirituale, come individuo e comunità, partecipa alla sua giustificazione e santificazione.

 

TESI 10: GLI ANGELI FANNO CAPIRE LA DIGNITA’ DI SERVIRE DIO

 

Il concetto di “servizio” non è sempre ben accolto in una visione del mondo che punta sui propri diritti. Gli angeli invece sono “inviati per servire…” (Eb 1,14). Il servizio angelico è orientato a Dio e al creato, specialmente agli uomini chiamati a far parte del regno di Dio. Questa duplicità del servizio emerge chiaramente nell’autopresentazione di Gabriele a Zaccaria: “Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annunzio”. (Lc 1,19). Ambedue le prospettive si manifestano anche nel termine “angelo” che significa “messaggero”: inviato di Dio per il nostro bene. Così gli angeli non allontanano dall’impegno beatifico e salvifico in questo mondo, ma lo rendono più efficace. Essi aiutano a vivere la propria esistenza come servizio a Dio e al prossimo. Dio con l’umanità, dove l’azione di Dio è assolutamente eccedente ogni risposta umana. Le modalità con cui Dio trasformerà il creato in “un nuovo cielo e una nuova terra” non ci sono ovviamente note. In questo caso e a maggior ragione la teologia deve professare e insegnare la docta ignorantia futuri. Essa può dire solamente che tra il mondo presente e quello futuro trasfigurato ci sarà una certa continuità e non una radicale frattura. In questo senso, la predica apocalittica circa la distruzione di questo mondo e la sua sostituzione con un mondo altro da parte di Dio è teologicamente insensata ed eticamente dannosa, nonostante il suo intento di voler annunciare un fatto salvifico. Le descrizioni simboliche che si rintracciano nel Nuovo Testamento non intendono rappresentarci il futuro ultimo della creazione, né dirci il “quando” ciò avverrà, ma vogliono solo trasmetterci il senso di una salvezza dai confini universali, che abbraccia la totalità della creazione, infonderci la speranza che “il mondo futuro sarà lo stesso mondo attuale, perché Cristo è  creatore e salvatore di  questo mondo, non di un  altro, e sono lo stesso uomo corporeo e lo stesso mondo che soffrono e gemono in attesa della risurrezione futura” (Rm 8,22.25)”.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: