ELEZIONI-IL BELPAESE VIVE SENZA POLITICA… MA CON TROPPI POLITICI.

Editoriale di Mario Barbarisi

Si sono concluse le elezioni amministrative ed è subito tempo di bilanci:ad ascoltare le dichiarazioni del dopo voto tutti, ma proprio tutti, gli esponenti politici si sono dichiarati più che soddisfatti del risultato emerso dalle urne, in pratica hanno vinto tutti! Ma se tutti i partiti hanno vinto allora chi ha perso? La risposta è tutta un programma e ci riporta ad una realtà profondamente triste perché non lascia scampo per i cittadini di tutte le età: ha perso la democrazia, ha votato meno di un elettore, avente diritto, su due. A Milano il 47,6% (il dato più basso di sempre), a Napoli il 47,1%,un dato tra i più bassi, in termini di percentuale, dal dopoguerra; se il diritto al voto è stato una conquista, l’assenza dai seggi di oltre la metà dei cittadini costituisce un segnale da non sottovalutare. Qui non c’entra il mero calcolo del partito che non c’è, dell’elettorato da conquistare, qui c’entra, a mio avviso, la disaffezione alla politica creata da un sistema che controlla da anni, forse addirittura decenni, lo Stato in maniera dispostica senza lasciare margini per la ripresa. Negli ultimi due anni, complice la Pandemia in Italia hanno chiuso 600mila partite Iva, si sono persi ben 945mila posti di lavoro (dati ISTAT), sono state aperte numerose vertenze rimaste irrisolte, come la Wirphool a Napoli, Ilva a Taranto, Alitalia (ITA), e tante altre ancora, insomma un autentico disastro! Mentre il popolo ha fame per mancanza di lavoro la classe politica, senza distinzione alcuna, blinda la legislatura facendo entrare nel Governo chi era stato bocciato dagli elettori, nella precedente consultazione elettorale:tutti insieme appassionatamente, senza distinzione alcuna, del resto il vuoto, inteso come assenza di idee e di una visione, non ha bisogno di essere rappresentato. Si indicono i referendum il cui esito non è tenuto in considerazione, come nel caso dell’acqua pubblica (2011),si vota per il rinnovo di Camera e Senato, per poi ritrovarsi un Governo con personaggi che gli elettori non hanno scelto. Una scena surreale che porta il diritto laddove si trovava quando era in fasce, nella culla! A tutto ciò si aggiunga la crisi delle Istituzioni, come la Magistratura, Investita da scandali e correnti trasversali, con conflitti di interesse eternamente irrisolti. In questo contesto, la domanda è : ma perché i cittadini dovrebbero andare a votare? L’unico dato che ha fatto registrare un aumento, seppur lieve, di partecipazione lo si deve alle competizioni per le amministrative, dove, tra l’altro, i partiti si nascondevano dietro simboli diversi e liste civiche. La gente è stanca di essere presa in giro, è stanca di essere chiamata a partecipare in maniera figurativa alla vita del Paese, é stanca di non poter decidere realmente, è stanca di essere sotto il giogo di problemi che nessuno risolve, è stanca di una classe dirigente spesso incapace, di politica in gran parte ignorante, senza competenze, e super pagata, con stipendi da favola e privilegi che costituiscono uno schiaffo al popolo onesto che lavora e si lamenta rivendicando il diritto all’assistenza e alla salute. Un Paese così non ha futuro, il fallimento del sistema è dietro l’angolo e con esso anche il rischio che saltino le regole della convivenza pacifica. I Media non raccontano più le piazze, si fermano nei Palazzi, manca la cronaca quotidiana, quella che racconta la strada, le piazze, dei problemi legati alla quotidianità. Qualche sera fa ero in ascolto dei canali per radioamatori ed ho sentito conversare un gruppo di autotrasportatori:c’è molto malumore, stipendi bassi, l’aumento delle tariffe per Utenze, i Servizi e dei carburanti. Si impara tanto ad ascoltare la gente, si avverte l’umore vero, senza filtri, senza censure. Le ragioni di chi non si è recato alle urne spesso coincidono con quelle di chi ha votato sperando ancora una volta in un possibile cambiamento che tuttavia, ancora oggi, non si intravede neanche lontanamente. Benvenuti in Italia, il Paese primo per lo sport ma ultimo per le cose che contano di più: il lavoro, la Sicurezza, la Giustizia, la Sanità…

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