EMERGENZA COVID-I TERRIBILI ERRORI DI GOVERNO E REGIONI.

L’editoriale di Mario Barbarisi

Sui Media riecheggiano ancora i commenti per gli scontri avvenuti nelle principali città italiane, prima Napoli e poi a seguire Roma, Palermo, Torino e Milano. Fermo restando la condanna per gli episodi di violenza contro le forze dell’ordine e i danneggiamenti ad attività commerciali, veicoli e arredo urbano, c’è da capire il perché di tali azioni dimostrative. Le misure restrittive adottate dal Governo costituiscono solo la miccia, il sistema era pronto ad esplodere già da tempo. Dovrebbero saperlo bene i 5Stelle che hanno vinto le elezioni politiche e sono andati al Governo raccogliendo il diffuso malcontento dei cittadini. Fa bene il Viminale a dichiarare la necessità di elevare il grado di attenzione, il rischio che si verifichino altri incidenti è purtroppo concreto. Non è bastato controllare i Media lanciando toni rassicuranti, la rete è oggi il principale veicolo di diffusione di messaggi:in poche ore il passaparola ha attraversato tutti i Social riempiendo le piazze. Ma quali errori avrebbero commesso Governo e Regioni? Innanzitutto aver sottovalutato la seconda ondata di COVID, non sono state organizzate le strutture ospedaliere, anzi in Campania si è proseguito con le chiusure, basti pensare al trasferimento del personale dall’ospedale Landolfi di Solofra, in provincia di Avellino, città conciaria nota per i numerosi insediamenti produttivi e lavorazione delle pelli, con un indotto di rilievo su tutto il comprensorio, che abbraccia Comuni importanti come Serino, Montoro, Fisciano, Mercato San Severino… fino alla Valle dell’Irno. Soldi spesi per impianti mai utilizzati e reparti non operativi hanno caratterizzato le scelte “strategiche” dietro le quali evidentemente si celavano interessi ben diversi dal far funzionare i Servizi. Altro buco nero, per restare in Campania e, in particolare in Irpinia, è rappresentato dalla gestione dei trasporti pubblici, con fiumi di danaro utilizzati per sponsorizzazioni e “pubblicità” mentre il parco dei veicoli e delle infrastrutture cadeva a pezzi. Ad Agropoli, nel salernitano, dopo aver atteso per anni l’inaugurazione del nuovo ospedale non si è fatta attendere la chiusura dei reparti con una forte diminuzione delle attività. Potremmo proseguire raccontando dei soldi spesi per gli ospedali di Napoli e provincia, delle convenzioni con le cliniche private… , insomma oltre ai proclami e agli annunci elettorali c’è davvero poco di ben fatto. Nelle altre regioni italiane, salvo rare eccezioni, non è andata meglio! Gli investimenti sarebbero dovuti andare in questa direzione anziché verso monopattini e banchi a rotelle, oggi se ne pagano le amare conseguenze. Si chiedono sacrifici ai cittadini mentre i compensi dei rappresentanti politici restano inalterati. Il Quirinale costa più di Buckingham Palace e I parlamentari continuano a costare troppo, più dei “colleghi” nei Paesi europei, lo stesso vale per i Consiglieri regionali. La gente è stanca, non c’è solo il malcontento da Covid! In piazza, in gran parte ci sono lavoratori, esercenti di attività già allo stremo, per le tasse e per la crisi economica, ma ci sono anche tantissimi giovani che sanno di non avere futuro, perché il loro Paese non offre garanzie. Questi aspetti, per nulla secondari, sono, a mio avviso, sottovalutati dal Governo, si rischia di degenerare, e che il tutto diventi incontrollabile. Manca la Politica e non solo:è assordante il silenzio della Chiesa, dov’è l’impegno sociale? La mancanza di validi punti di riferimento rende difficile recuperare credibilità e fiducia, eppure ve n’è tanto bisogno. Quale alternativa? La possibile soluzione non risolverebbe i problemi nell’immediato ma getterebbe almeno le basi per un futuro decisamente migliore:c’è bisogno di nuove leve impegnate in politica, è necessario riscoprire l’importanza delle scelte condivise ed in favore dell’intera collettività. Scendere in piazza va bene ma la violenza non è la soluzione, non è la strada giusta, insieme al negazionismo non aiutano ad uscire dall’emergenza in cui ci troviamo. Uno sguardo sull’intero pianeta, oltre l’Europa colpita dal Covid, ci mostra la grande sofferenza:continuano guerre, fame e carestie ma nei Media c’è poco spazio per raccontare il mondo.

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