ELEZIONI REGIONALI, LA SCELTA DEL CANDIDATO (IM) PERFETTO

Editoriale di Mario Barbarisi

Ci siamo quasi, mancano pochi giorni al voto referendario e alla consultazione elettorale per eleggere presidente e consiglieri regionali, Si voterà per il rinnovo di 7 Consigli regionali: Veneto, Toscana, Campania, Puglia, Liguria, Marche e Valle d’Aosta. Ci fermiamo ad osservare la Campania, dove tutto, o quasi, sembra scontato! Secondo le previsioni per il Governo ed i partiti di maggioranza tirerebbe brutta aria: al Referendum vincerebbe il SÌ ma per il resto si profilerebbe una sonora sconfitta, con poche regioni che resterebbero al centro sinistra. In bilico la Toscana e il Lazio. Per la Campania il rischio non c’è! Complice il discusso e molto colorito impegno del Presidente uscente De Luca, in Campania sembra non ci sia altra storia da raccontare: De Luca si accinge ad essere incoronato per la seconda volta, certo che la candidatura del centro destra, che ha scelto Caldoro, è sembrata da subito una risposta insufficiente a contrastare il centro sinistra, quasi un assist. Ma il problema non è tanto la poltrona di Governatore ma ciò che accade sui territori per l’elezione dei componenti il Consiglio regionale. Una vera e propria lotta tra bande e reucci di quartiere, un proliferare di nomi a cui non seguono idee ma il vuoto totale e l’incapacità manifesta, vorrei dire:con le dovute eccezioni,ma non vi riesco! Ovviamente in questo novero non possono rientrare candidati alla prima esperienza, e quindi non giudicabili, ma gran parte degli uscenti e coloro che guidando enti e aziende pubbliche si sono distinti per incapacità o mediocrità, talvolta anche con difficoltà ad esprimere concetti molto elementari. È a queste persone che dovrebbe affidarsi l’elettorato per il rilancio dei territori, delle aree interne in particolare? Per carità! Se non fosse per il senso civico e di responsabilità verrebbe di consigliare a tutti una salutare gita a mare o in montagna. Eppure bisogna votare, scegliere o tentare almeno di votare il meglio del peggio. Guardiamo il territorio irpino, quella “terra di mezzo” che mostra da decenni ampi segni di sofferenza, con i medesimi problemi cresciuti con gli interessi per l’incapacità. Pensate che questa sia una analisi ingiusta? Troppo severa? Guardatevi intorno: tutto fermo a 20,forse 30 anni fa! Trasporti, Servizi, Lavoro, Qualità della vita… è ritornata perfino l’emigrazione, i paesi si svuotano sempre di più, di anno in anno… mentre i candidati aumentano! Perché? Sono desiderosi di aiutare i conterranei? Non proprio, visto quanto (non) fatto in questi anni, e poi: voi vi fidereste di chi la lasciato marcire l’irpinia? Di chi si candida senza spendere una sola parola su contenuti e programmi? Vi affidereste a chi ha permesso che l’inquinamento nella Valle del Sabato raggiungesse livelli così elevati da interessare anche numerosi Comuni limitrofi, incluso il capoluogo? E l’incredibile storia del biodigestore di Chianche? Un’area geografica incontaminata che ospita i pregiati vitigni del Greco di Tufo, il vino che tutto il mondo conosce ed apprezza, destinata secondo un progetto regionale, molto discutibile, a diventare una discarica. E le industrie chiuse? Cosa voteremo il 20 e il 21 di settembre, un progetto o una persona? Manderemo a palazzo Santa Lucia di Napoli un rappresentante delle istanze locali o daremo, più o meno inconsapevolmente, la possibilità ad un candidato di “sistemarsi”, di trovare un impiego per sé e per i propri amici ed amiche? Che belle domande, proviamo a dare tutti insieme una risposta. Bernard Baruch, politico statunitense, consigliere di Roosevelt, diceva che bisognerebbe votare chi in campagna elettorale promette di meno, perché sarà minore anche la delusione. Il problema è che in Irpinia neanche una delle promesse potrà essere mantenuta: il mare è lontano ma sono ormai troppe le promesse da marinaio e i danni delle bugie sono fin troppo evidenti, si tratta di danni materiali, strutturali e antropologici. È un discorso lungo che avremo modo di argomentare quando il Consiglio regionale si sarà formato, lasciando come sempre a piedi scalzi i cittadini delle aree interne, ad eccezione “di quei pochi eletti”.

Mario Barbarisi

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