IL TEMPO VOLA… QUANDO STIAMO BENE

 

 

Gabriele D’Annunzio usava spesso nelle sue poesie, ma anche nelle novelle, il riferimento al tempo che scorre inesorabile ed ha utilizzato  le immagini della clessidra e della meridiana (“il tacito quadrante”), che come tutti gli strumenti che misurano il tempo danno ansia. La stessa suggestione della brevità del tempo ci fa pensare alla brevità della vita. I romani affermavano che il tempo scorrese veloce solo per chi fosse in grado di lavorare (velox operantibus hora=veloce per chi lavora) mentre fosse lento solo per chi era povero (“tardior egenti” = il tempo scorre più lento per i poveri) o era pigro (“tarda fugit pigros”). Anche ai giorni nostri il tempo continua a …volare, anzi vola ancora più veloce quando stiamo bene con noi stessi e con gli altri. Se ci annoiamo il tempo non passa mai, se invece ci piace un film, una commedia, una situazione allora tutto finisce in poco… tempo. Oggi siamo in grado di dare una spiegazione scientifica  in risposta a questa percezione  soggettiva.  Due sono gli studi pubblicati sull’argomento: il primo su “Science”  nello scorso dicembre è opera dei ricercatori dell’Università di Lisbona, il secondo sulla stessa pubblicazione di pochi giorni or sono ad opera di studiosi francesi di Marsiglia. I portoghesi affermano che i neuroni che rilasciano dopamina hanno un ruolo nel modo in cui l’uomo percepisce il tempo. La dopamina è un neurotrasmettitore prodotto da un aminoacido (fenilananina) ed appartiene alla famiglia delle catecolamine, precursore dell’adrenalina e della noradrenalina. La dopamina è il tuttofare del nostro cervello perché regola le attività del sistema nervoso centrale e di quello periferico ed è associata ai centri del piacere e della “ricompensa”. I neuroni che la rilasciano si trovano in una struttura profonda del cervello (sustantia nigra) che se viene danneggiata ci fa perdere la percezione del tempo, come la si ritrova nei malati di Parkinson. Il Professor Joe Paton, responsabile della ricerca ha spiegato come sono riusciti ad approfondire in questo caso il ruolo della dopamina. I neuroscienziati hanno “insegnato” ai topi di laboratorio a calcolare   se la durata dell’intervallo tra due suoni fosse più o meno lunga di un secondo e mezzo ed attraverso la fluorescenza hanno misurato, mentre i topi svolgevano il compito loro assegnato, i segnali provenienti dai neuroni della sostanza negra. Quando udivano il suono si registrava l’aumento dell’attività dei neuroni.  Per capire se è l’attività dei neuroni a stimolare la percezione del tempo gli scienziati hanno utilizzato impulsi optogenetici per stimolare o inibire i neuroni e viceversa. In pratica, accadeva che stimolando i neurioni i topi tendevano a sottostimare la durata dell’azione e viceversa, a dimostrazione di come si sottostimi o sovrastimoli l’impulso,  che da solo è capace di alterare la percezione del tempo. Sulla stessa rivista “Science” è stato pubblicato un altro lavoro dove si dimostra che è l’attività cerebrale è influenzata dal livello di attenzione che si presta ad un argomento. Concentrarsi sul passare del tempo, come avviene quando ci si annoia, fa scattare il meccanismo cerebrale, per cui sembra davvero che le lancette dell’orologio vadano più adagio.   I ricercatori di Marsiglia hanno studiato il problema con una risonanza magnetica su dodici volontari sani impegnati in varie attività. In un caso si richiedeva di concentrarsi solo sulla durata di  proiezione di una immagine, successivamente solo ai colori e poi ad entrambe le cose.     E’ venuto fuori che esiste un sistema chiamato cortico-striatale che  si attiva quando i volontari si concentrano solo sul passare del tempo. Ovviamente  dovendo il cervello impegnarsi in più attività non fa caso all’orologio. Così avviene che quando ci si diverte non si guarda neppure il cronometro, ma si ha la sensazione netta che il tempo passi molto più velocemente. Contrariamente a quanto avviene quando si ozia. Il non fare nulla di particolare fa concentrare il nostro cervello solo sul monitoraggio del tempo che passa. In questo modo si ha una valutazione molto precisa. Ecco perchè quando si dice che anche un solo attimo è un’eternità non è sbagliato, tutto sommato è trascorso veramente tanto, tanto… tempo.
gianpaolopalumbo.ilponte@gmail.com

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