Editoriale

EDITORIALE            di Mario Barbarisi

Approfondendo il concetto di “periferia esistenziale”, espresso più volte da Papa Francesco, abbiamo rispolverato una citazione del Cardinale Crescenzio Sepe, tratta da un discorso pronunciato nel 2013,  che avvalora l’idea di periferia esistenziale come idea coincidente con la nozione urbanistica del termine “periferia”, ovvero il luogo estremo di una città, lontano dai servizi.

Ebbene questo luogo si rivela, quindi, come il contesto perfetto della catechesi  urbana, dove con maggiore facilità che altrove si trovano situazioni difficili: è il luogo della sofferenza, degli emarginati, dei senza ascolto. Papa Francesco invita ad andare nei luoghi dove la gente soffre e dove ha bisogno di aiuto. Non si deve andare lontano per scoprire che anche la periferia della nostra città e’ abbandonata. E’ dimenticata quanto basta per essere messa al centro dell’azione dei media, oltre che pastorale.

Avellino non fa eccezione a questa riflessione, anzi, il Capoluogo Irpino ben rappresenta i luoghi della non inclusione sociale, del distacco di chi amministra dal territorio. Non c’è solo la questione ISOCHIMICA, al centro del dibattito in questi giorni per un’azione di bonifica che, dopo anni di attesa, potrebbe essere finalmente programmata, ma c’è un’intera area che ha in comune i disagi ed una qualità della vita che, di fatto, è molto bassa.

A preoccupare non è solo la mancanza o l’inadeguatezza dei Servizi (trasporti, strade, raccolta rifiuti, vigilanza…) ma è la totale assenza di una prospettiva di rilancio. Unico tema al centro del confronto, nelle ultime settimane, è diventato il numero legale da raggiungere in Consiglio Comunale. Non riesce neanche  a destare le coscienze dormienti l’avvenuta nomina a capogruppo del Partito di Maggioranza di un consigliere comunale che prima era capogruppo dell’opposizione. I giri di valzer sono talmente veloci che si ritorna al punto di partenza prima ancora di poter commentare la notizia!
dalla prima pagina

In questo contesto il nostro giornale invita  i lettori ad una semplice riflessione: dove sono finiti gli interessi della comunità, dei cittadini e del territorio?

Coloro che si affrettano a discutere di candidature e di “massimi” sistemi, hanno chiaro il quadro della città, della sofferenza che esiste e che aumenta sempre di più?
È per queste ragioni che abbiamo fotografato le aree estreme di Avellino, le periferie: Borgo Ferrovia, Valle, Rione Parco, San Tommaso ,Rione Mazzini, Picarelli. Abbiamo avuto l’opportunità di constatare quanto sia grande l’abbandono e l’indifferenza: terra dimenticata e luoghi di nessuno, dove le Parrocchie rappresentano l’unico presidio per sostenere le ragioni di chi sembra non avere diritti.

“LA PERIFERIA ESISTENZIALE E’        SOPRATTUTTO QUEL LUOGO DOVE LE PRIVAZIONI SOCIALI E QUINDI LE FRUSTRAZIONI PSICOLOGICHE E IL MALESSERE MORALE RIESCONO AD ESSERE TANTO FORTI DA ANNERIRE E COPRIRE GLI ORIZZONTI DI SPERANZA”
(Card. Crescenzio Sepe, 8 dicembre 2013)
Girando per le strade del centro risulta davvero difficile comprendere i confini che delimitano le aree periferiche, riteniamo che sia proprio questo elemento a determinare la gravità di una condizione che richiede, a nostro avviso, un intervento deciso ed immediato. Chi amministra non può far entrare le periferie solo nei discorsi elettorali, c’è bisogno di avere cura dei luoghi e di coloro che vi abitano, solo così potremmo evitare il disagio sociale nelle “periferie esistenziali”.

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