A che punto è la notte

 

 

Nel 1994, Dossetti uscì da un silenzio durato 40 anni per sollecitare le menti ed i cuori degli italiani ad opporsi al tentativo berlusconiano di stravolgere la Costituzione. Era convinto che si stava affermando una concezione individualista dell’uomo e della polis (in cui “il diritto costituzionale regrediva a diritto commerciale”) e lanciò un grido di allarme, prontamente raccolto da laici e cattolici che costruirono, insieme, un argine all’insana proposta!
“Altri tempi”, avrebbe detto l’esponente del PD (ex diessino) con il quale mi sono cimentato in un’accesa discussione sul referendum costituzionale che, in autunno, vedrà il premier Renzi misurarsi con un voto a favore o contro la sua leadership.
Quanto vorrei credere che sia veramente così: che la situazione politico-sociale dei nostri giorni sia migliore di quella che, allora, aveva registrato i successi del leader di Forza Italia, pronto a mettere mano ad una radicale riforma della Costituzione. Certo, Renzi non è Berlusconi: ma la riforma che ha imposto somiglia molto al disegno che aveva in mente l’ex cavaliere! Quante volte l’abbiamo sentito lamentarsi delle difficoltà dell’esecutivo nel far approvare le “sue” leggi ad personam! Quante volte ne abbiamo registrato le manovre per manipolare i risultati elettorali e per garantirsi una maggioranza che i cittadini non gli avevano dato.
Qualcuno può sostenere che oggi le cose sono veramente cambiate? Qualcuno crede che la Politica si è “purificata” a tal punto da essere in grado di accendere i sogni e le speranze dei cittadini? Qualcuno, in altre parole, ha una così grande fiducia nella classe dirigente (di tutti i partiti) da affidare al Potere Esecutivo (di qualsiasi colore esso potrà essere) la possibilità di decidere e di governare, senza il controllo (ed i contrappesi) del Potere Legislativo, non più eletto con le regole  che i Padri Costituenti vollero porre a fondamento dell’atto costitutivo della Repubblica?
Tra costoro, allora, c’era anche Dossetti ed insieme a Lui uomini come De Gasperi, Moro, Togliatti, Nenni, Pertini, Sullo, Croce, Calamandrei (e tanti altri che, solo a citarli, si accappona la pelle).
Se dovessi descrivere, con benevolenza, la situazione che ha portato il Governo Renzi ad imporre questa riforma, dovrei registrare una sorta di appuntamento mancato: tra il desiderio di un migliore funzionamento delle Istituzioni ed i risultati ottenuti! E’ come se Renzi e la “Buona Riforma Costituzionale” si fossero dati appuntamento ad una certa ora e in un certo luogo, ma poi abbiano sbagliato il tempo ed il posto  dell’incontro! Perché, ciò che è venuto fuori è andato ben oltre le intenzioni, provocando disagi, perplessità e persino paura nei cittadini!
Di una cosa sono convinto: che (per la politica) la notte è ancora notte e che, come scriveva Dossetti,  “non siamo ancora al fondo e neppure alla metà di questa crisi”! Perciò, dovremmo avere la forza ed il coraggio di voler “svegliare l’aurora” (Salmo 107) e di essere attenti e sensibili alle realtà germinali che la stessa politica ci presenta sotto le forme più varie ed inattese.
Soprattutto dovremmo impegnarci affinché non passi, nell’immaginario collettivo, l’idea che Renzi è l’innovatore (come si vantava di esserlo Berlusconi) e che quelli che non condividono sarebbero i restauratori, i nostalgici della vecchia politica!
Perciò, nel costituire i “Comitati per il NO”, dovremo stare alla larga dalla classe politica che ci ha “consegnati” (bendati ed inconsapevoli) al buio fitto della coscienza civile delle comunità! Deve essere chiaro, cioè, che il Senato che rimpiangiamo non è quello nel quale una tal Pomicino (imitato, oggi, da altri noti ministri) barattava, nelle lunghe sedute notturne, gli emendamenti alle finanziarie che accontentavano le lobbies, i poteri forti o i clienti dell’amico deputato. Deve essere chiaro che non saremo mai per i padroni delle tessere e per i portatori di preferenze “comprate” con i favori piuttosto che “sudate” con l’impegno politico per il bene comune! Deve essere inconfutabile che siamo per la politica del “servizio” e non per quella del “potere”!
Quando, nel ’94, lessi l’orazione di Dossetti in memoria di Lazzati (ed a difesa della Costituzione), cominciai a telefonare, giornalmente, al monastero di Monteveglio: volevo invitarlo, a nome del Circolo dei Cattolici, ad un convegno ad Avellino. Le mie  insistenze convinsero il monaco “santo” a venire, una sera, a telefono (malgrado la grave malattia): si fece raccontare quello che facevamo, mi sembrò anche attratto dall’idea, ma si arrese spiegandomi che i medici gli avevano vietato ogni minimo disagio! Tuttavia, mi incoraggiò: “insistete, non vi arrendete mai, tenete accesa la luce della speranza … solo così potrete mitigare la forza dell’oscurità e vincere l’inappetenza dei valori che realmente possono liberare l’uomo”!
Partecipai, in quei giorni, al dibattito organizzato a Monteveglio, con la Iotti, Presidente della Camera: vi andai da solo e riuscii appena a salutarlo tra la folla ed il frastuono di telecamere e giornalisti (a cena e per la notte fui ospite di una famiglia che non conoscevo e si parlò a lungo dei temi trattati nell’incontro). Oggi, ricordando quelle parole resto ancora più convinto che “la notte non è un tempo da far passare nel sonno, ma da attraversare in sobria vigilanza per assimilarne tutta la fecondità”: per impegnarci, con serietà e con fermezza, a difendere la libertà e la democrazia, seriamente minacciate!

michelecriscuoli.ilponte@gmail.com

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