UN NUOVO METODO PER SCOPRIRE LE ALLERGIE

UN  NUOVO  METODO  PER  SCOPRIRE  LE  ALLERGIE

Si chiamava Giovanni Mendel, ufficialmente frate agostiniano in un convento a Brno, nell’odierna Repubblica Ceka, ma in realtà  biologo, matematico e studioso profondo della fisica. Quando entrò in convento assunse il nome di Gregorio e comunque privilegiò sempre l’impegno accademico rispetto alla preghiera. Almeno così riferiscono gli storici del tempo. Fu Frate Gregorio ad individuare le coppie di alleli distribuite sui cromosomi dello stesso tipo. L’allele, in parole povere, è una delle due o più forme alternative di un gene che occupa un dato posto (locus) di un cromosoma. La formazione di nuovi alleli avviene grazie alle mutazioni (genetiche). Il cromosoma è quel piccolo corpuscolo a forma di bastoncello, visibile nel nucleo della cellula quando si duplica e la sua struttura di base è costituita da un filamento a doppia elica di DNA nella cui sequenza è scritta tutta l’informazione genetica di una cellula alle…cellule figlie. La sequenza è l’informazione che va trasmessa per essere riprodotta fedelmente. Mendel comprese tale meccanismo, fermandosi prima della scoperta e della funzione del DNA, grazie alle piante di un pisello che studiò a lungo in convento. Riuscì ad individuare sette caratteri ereditari che rispondevano allo stesso modo nella prima generazione filiale (alleli dominanti) mentre nelle successive generazioni i caratteri apparivano in proporzioni diverse (alleli recessivi).
Una premessa impostata tutta sull’ereditarietà ci porta in maniera diretta ad uno dei problemi principali della medicina che  è sempre stato quello di chiarire come alcune malattie colpiscano determinati soggetti e non altri. Una delle spiegazioni a questa osservazione è l’esistenza di fattori ereditari (ecco perché Mendel) che conferiscono “suscettibilità” o viceversa, “resistenza”  alle malattie stesse. Un ruolo importante è attribuito ai prodotti del sistema HLA (antigene umano leucocitario) che è alla base del  Sistema Maggiore di Istocompatibilità della nostra specie. E’ stata infatti ampiamente descritta per molte malattie autoimmuni una significativa correlazione con alcuni antigeni di quest’ultimo sistema. Sulla base di tale ipotesi si sono formati gruppi di studio in tutto il mondo che stanno cercando di associare le malattie a particolari alleli HLA . Negli ultimi 4 anni si sono moltiplicate le segnalazioni  di gravi malattie dovute a allergie a farmaci in gruppi geneticamente simili. In Indocina le locali organizzazioni sanitarie, vietano di somministrare la carbamazepina, un farmaco per l’epilessia e per altre malattie del cervello, a pazienti con un particolare allele HLA, molto diffuso tra le popolazioni asiatiche.
Abbiamo riportato il dato dell’Indocina con la carbamazepina, ma in Italia e quindi in Europa ed in tutti i Paesi cosiddetti occidentali viene scritto sul “foglietto illustrativo” che tale molecola non può essere somministrata a soggetti che posseggono un allele HLA-B-1502 (presente nel 10% degli asiatici), per cui si deve sottoporre  il paziente ad uno screening prima di iniziare il trattamento.
La popolazione che è portatrice di determinati antigeni può facilmente sviluppare proprietà autoimmunitarie e l’autoimmunità va letta come un errore che l’organismo umano commette nel riconoscere come estranee cellule che invece gli appartengono. La conseguenza più importante consiste nella produzione di auto-anticorpi con danni agli organi ed ai tessuti. Il sistema immunitario non sta certo solo nel cervello o nell’addome di un individuo ma è distribuito per tutto il corpo. A costituire questo sistema ci sono le cellule immunocompetenti e che si trovano  dappertutto e che sono anche organizzate in organi linfoidi primari e secondari. Queste cellule sono prodotte assieme ai globuli rossi dal midollo dell’epifisi delle ossa lunghe e da alcune ossa piatte.
Al  recentissimo congresso nazionale dell’Associazione Allergologi Immunologi Territoriali e Ospedalieri, Raffaele Iandoli, Dermatologo e nostro collaboratore (nel senso che tiene brillantemente da anni una rubbrica medica sul nostro settimanale) scientifico, ha presentato i risultati di una ricerca condotta in collaborazione dei colleghi di vari reparti dell’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino (Ematologia e Trapianti di Midollo, Servizio Immuno-trasfusionale e la Dermatochirurgia) . Si tratta del caso di due pazienti affetti da una grave e letale  reazione a farmaci, che presentavano un particolare assetto HLA. In particolare uno dei due pazienti era affetto dalla sindrome di Lyell. In questa malattia la pelle di tutto il corpo si stacca da sola come se la persona si fosse completamente scottata, e una delle cause è costituita da un farmaco per la cura dell’aumento dell’acido urico chiamato allopurinolo. Questo è un farmaco molto prescritto ed adoperato perché realmente efficace, ma è anche estremamente pericoloso perché è tra le più frequenti cause di questa mortale sindrome in individui con un quadro di alleli HLA particolare. Nei due casi descritti al “Moscati” di Avellino il colpevole è stato individuato nell’allopurinolo, ma la sindrome di Lyell o epidermiolisi epidermica tossica (TEN) può essere sostenuta da altri 219 farmaci, tra cui antibiotici, anticonvulsivanti ed antinfiammatori. Pertanto, allopurinolo a parte, i possibili colpevoli di patologie importanti ed a volte “inaspettate” sono molto più diffusi di quanto si pensi.
Continuando le ricerche tra le associazioni tra genetica e malattie allergiche potremo, forse a breve, stabilire in anticipo, con un semplice (?) esame genetico, se il malato a cui vogliamo prescrivere un farmaco svilupperà una reazione allergica e, in questo caso, sceglierne uno diverso. Il segreto sta nel far diventare standard la richiesta della presenza di particolari alleli del sistema di istocompatibilità in un soggetto da sottoporre a terapia con carbamazepina o con tutte le altre molecole. Il problema grosso a questo punto della vita del nostro Sistema Sanitario Nazionale è come sostenere su larghissima scala la spesa per determinare la mappa degli alleli HLA e la loro correlazione ai farmaci e quindi sapere in anticipo se ci sarà o meno una reazione allergica. Tecnicamente non c’è nulla di meglio, ma i nostri bilanci della sanità lo permetteranno?
Nella foto il Dottor Raffaele Iandoli porta all’attenzione dei medici allergologi ed immunologi, intervenuti al congresso nazionale della categoria, i problemi  indotti da farmaci.

Gianpaolo Palumbo
gianpaolopalumbo.ilponte@gmail.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: