BOCCIATO IL BILANCIO,LA STORICA MEDIOCRITÀ DELLA POLITICA AVELLINESE
Editoriale di Mario Barbarisi
Ad Avellino, in Consiglio comunale ai voti non passa il bilancio e si apre così uno scenario di crisi. C’è chi esulta e grida vittoria, un atteggiamento decisamente sbagliato. È il caso,a mio avviso, di richiamare la storica frase: se Atene piange Sparta non ride. A ben riflettere non c’è nulla per cui esultare! Avellino città, più della provincia,consolida il primato negativo detenuto consapevolmente da oltre un decennio: quello di essere sempre più giù in tutto,nella cultura, nei Servizi,nell’informazione,nella politica e anche nello sport, nonostante la boccata di ossigeno del calcio salito in B ma ancora lontano dai fasti della Serie A. Avellino,oggi,non ha nulla da dare e nulla da dire; basti pensare che l’alternativa politica di chi potrebbe fallire oggi potrà vedere domani al vertice chi ha fallito ieri. Non guardate i volti nuovi in prima fila,quelli possono anche cambiare,ma è tutto il retaggio che si trascina da anni che non si può accettare. Non ce l’ho con nessuno ma chi legge se si riconosce in una delle categorie indicate dica tre cose fatte per il benessere dei cittadini negli ultimi dieci anni,che si tratti di cose “fuori dal comune”,non gestione ordinaria. La risposta è che non è stato fatto nulla. Di recente a Roma presso il CONI ho partecipato alla presentazione di progetti per nuovi stadi,tra questi c’era anche Avellino. Una struttura pensata per una città di 80mila abitanti! Peccato che con il calo demografico a giugno del 2023 gli abitanti del capoluogo Irpino erano solo 52mila (fonte Istat). A parte il sovradimensionamento,e altre opere? Panem et circensis dicevano i latini. Le strade di Pompei ed Ercolano,a distanza di secoli,sono ancora intatte quelle di Avellino restano perennemente terremotate!
Ma perché si è arrivati a questo punto? Di recente anche l’ultimo asset strategico,forse il più importante, la centrale idrica di Cassano irpino è stata “donata” a terzi. E così la terra dell’acqua non possiede più acqua ma in compenso gestisce debiti e calo demografico! Quale genio della lampada per tutto questo,secondo voi, può pensare di cantare vittoria?
La politica Irpinia negli ultimi anni,facendosi aiutare da volenterosi saprofiti,ha deliberatamente scarnificato quanto rimasto vicino all’osso (di prosciutto), lo stesso osso citato da Manlio Rossi Doria. In mancanza di nuove leve,nuove capacità, continuerà la gestione mista, politica e mafiosa,di ogni cosa profumi di danaro pubblico. In passato si è scelto di prendersi cura solo delle pecorelle del gregge, ubbidienti e facili da controllare. Ed è così che al posto giusto sono state collocate le persone sbagliate, quelle giuste sono emigrate affermandosi altrove e svuotando la città di origine. Che tipo di futuro e di risultati possiamo attenderci da una classe dirigente che nelle scelte non ha privilegiato la qualità promuovendo la mediocrità? Ovviamente esistono le dovute eccezioni. Resta ciò che disse l’ingegnere Materazzi, progettista della Ferrari F40, ed amico di Enzo Ferrari. Alla guida delle Aziende avremo persone sempre più stupide (?!?) fino a quando non arriverà al vertice uno più stupido di tutti che nominerà uno intelligente senza accorgersene…e allora tutto comincerà daccapo!…si ma quando?