2025 -GIUBILEO, ANNO DI GRAZIA

di Padre ALEX ZANOTELLI


Papa Francesco il 24 dicembre 2024, con il rito di apertura della Porta Santa della Basilica di
San Pietro, ha aperto ufficialmente il Giubileo ordinario dell’Anno 2025.

Il primo giubileo fu indetto dal papa Bonifacio VIII nel 1300, basato essenzialmente sul
concetto delle Indulgenze. E tali sono rimasti i Giubilei attraverso i secoli, fino ai tempi nostri.
Sono stati i Papi Giovanni Paolo II e Francesco a ritornare al concetto biblico di Giubileo,
soprattutto nella sua dimensione sociale.
Il Giubileo biblico parte dal concetto fondamentale del Sabato, che significa in ebraico
riposare. L’uomo non è uno schiavo o una macchina per produrre: ha sei giorni per faticare,
ma un giorno, il settimo, per riposare. E non solo l’uomo, ma anche gli animali e la Terra hanno
diritto a riposare. (Genesi ,1). E sempre partendo dal concetto del Sabato e contro la
tendenza in Israele all’accumulo dei beni nelle mani dei pochi, a spese di molti morti di fame,
venne lanciato un giubileo di sette anni di sabati. “Nel settimo anno non sfrutterai la terra e la
lascerai incolta, ne mangeranno gli indigenti del tuo popolo.” (Esodo,23) Il libro del
Deuteronomio, al settimo anno di sabati, aggiunge anche la remissione del debito basato sul
principio giubilare:” Non vi sia tra voi alcun bisognoso.” (Deut.15)
In antichità, quando uno si indebitava, era costretto a vendere la propria terra per pagare i
debiti e se non avesse avuto altro, sarebbe stato costretto a vendersi come schiavo. Per
questo il libro del Levitico esige un Giubileo ogni 50 anni, tutto costruito sul concetto
sabbatico: sette anni di sabati per sette, cioè 49. “Il cinquantesimo anno sarà per voi un
Giubileo.” (Lev.25), che includeva la remissione del debito, la restituzione della terra e la
libertà degli schiavi.
Gesù farà proprio questo spirito giubilare e inizierà il suo ministero nella Galilea degli oppressi
annunciando: “L’anno di grazia.” (Luca 4), che non è altro che il Giubileo. E lo radicalizzerà,
invitando tutti a “spezzare il pane”. Se ‘spezziamo’ il pane, ce n’è per tutti e ne sopravanza.
Questo è talmente fondamentale che abbiamo nei quattro vangeli ben sei racconti di
quell’episodio. E le prime comunità cristiane (vedi Atti degli apostoli) e le comunità Paoline la
tradurranno in pratica. I detti di Gesù in campo economico sono di una radicalità unica: “O
Dio o Mammona”, “Và , vendi quello che hai…(rivolto a un riccone).” Il miglior moralista
italiano del dopo guerra, don Enrico Chiavacci, riassume l’insegnamento di Gesù in campo
economico in due comandamenti: “Non cercare di arricchirti,” “Se hai, hai per condividere.”
Giustamente il gesuita inglese John Haughey afferma che “noi cristiani leggiamo il Vangelo
come se non avessimo soldi e usiamo i soldi come se non conoscessimo nulla del Vangelo
.”
Infatti, noi cristiani d’Occidente facciamo parte di un Sistema economico-finanziario che
permette al 10% della popolazione mondiale di consumare il 90% dei beni prodotti,
immiserendo così miliardi di persone e affamandone un miliardo. Ecco perché Papa
Francesco nell’enciclica Evangelii Gaudium afferma: “Questa economia uccide. “Ed ora nella
Bolla Spes nonconfundit (16), per l’indizione del Giubileo ordinario del 2025, Papa Francesco
afferma che il Giubileo è anche “destinato alle Nazioni benestanti perché riconoscano la
gravità di tante decisioni prese e stabiliscano di condonare i debiti dei Paesi, che mai
potrebbero ripagarli. Prima di magnanimità, è una questione di giustizia, aggravata oggi da
una nuova forma di iniquità di cui ci siamo resi colpevoli. C’è infatti un vero “debito
ecologico”, soprattutto tra Nord e Sud, connesso a squilibri commerciali con conseguenza in
ambito ecologico, come pure all’uso sproporzionato delle risorse naturali, compiuto
storicamente da alcuni paesi.” In poche parole, Papa Francesco lega il condono dei debiti ai
paesi impoveriti al “debito ecologico” che i Paesi benestanti hanno verso i Paesi impoveriti.

Il Debito è oggi uno dei problemi più gravi che i Paesi impoveriti devono affrontare: soprattutto
il continente nero che non ce la fa più. Nel 2024, il debito globale ha raggiunto cifre
incredibili:315 mila miliardi di dollari, tre volte il prodotto interno lordo (PIL) planetario. Il
debito pubblico è di 97 mila miliardi di dollari (2023). I paesi impoveriti rappresentano il 30%
del debito globale totale
. Ma il tasso di crescita del debito dei Paesi impoveriti è doppio
rispetto a quello degli altri paesi: nel 2023 solo per gli interessi sono stati spesi 847 miliardi.
Ben 27 Paesi africani destinano il 10% dei fondi governativi solo per il pagamento degli
interessi sul debito. Secondo i dati ONU ben 3,3 miliardi di persone risiedono in nazioni in cui
il pagamento degli interessi sul debito supera quello che lo Stato investe in istruzione e
Sanità. Questi dati ci vengono da un nuovo rapporto intitolato: A world of debt 2024. A growing
burden to global prosperity.”

“Il profitto non può essere l’unica finalità delle banche- ha detto recentemente Papa
Francesco ad esponenti di varie Banche-altrimenti crescono le disuguaglianze.” E ha aggiunto
che la finanza “ rischia di servirsi di criteri usurai quando favorisce chi è già garantito ed
esclude chi è in difficoltà ed avrebbe bisogno di essere sostenuto con il credito.”
Per questo come missionario comboniano, che ha lavorato in Africa, chiedo con insistenza
perché venga condonato l’insostenibile debito che grava sul continente nero bersagliato oggi
da catastrofi climatiche, frutto amaro delle emissioni in atmosfera di CO2 da parte dei paesi
benestanti del mondo. L’Africa contribuisce solo per il 3% delle emissioni globali. Eppure,
anche quest’anno l’Africa è stata teatro di eventi meteorologici estremi. Inondazioni
devastanti in Niger e Nigeria con un milione dii sfollati e una paurosa siccità in Malawi e
Zambia. L’UNEP invita i paesi benestanti a dare una mano per affrontarli. Si stima che da qui
al 2030 servirebbero 5-6 mila miliardi di dollari. Invece finora sono stati raccolti solo 702
milioni di dollari per affrontare tali calamità. Gli appelli fatti dalle delegazioni africane sia alle
COP28 (Dubai) che alla COP29(Baku) sono cadute nel vuoto. E allora ritorna veramente utile
la proposta di papa Francesco: i paesi benestanti condonino i debiti dei paesi impoveriti e
questi usino quei soldi per affrontare le crisi ambientali che si abbatteranno con sempre più
violenza sui paesi del Sud del mondo. È così che i paesi benestanti potrebbero ripagare il
“debito ecologico” che hanno nei confronti di paesi impoveriti. È quanto chiedono con forza i
popoli indigeni protagonisti della COP16 sulla biodiversità, tenutasi a Cali (Colombia) lo
scorso ottobre: scambiare il pagamento del debito estero con risorse dirette per la protezione
dell’ambiente. È questo quello che il Giubileo 2025 chiede ai paesi del benessere perché sia
fatta uguaglianza.
E Giubileo sia:
“Forme di amnistia o di condono della pena per i carcerati “(Papa Francesco), liberazione
degli oltre venti milioni di nuovi schiavi per lavoro forzato o sfruttamento sessuale,
restituzione delle terre rubate alle popolazioni locali (Land grabbing),abrogazione delle leggi
razziste sull’immigrazione sia della Ue che dell’Italia , stile di vita più sobrio per permettere ai
miliardi di impoveriti di vivere e non di sopravvivere, facendo così respirare anche il Pianeta,
obiezione di coscienza all’uso delle armi e al servizio militare , boicottaggio delle banche
armate…
E Giubileo sia!

Alex Zanotelli

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