IN RICORDO DI PADRE ENZO SPARAVIGNA, MISSIONARIO REDENTORISTA DI ORIGINI IRPINE

di Mario Barbarisi

Credo di essere stata l’ultima persona, proveniente dalla sua città e Diocesi di origine, ad aver incontrato Padre Enzo Sparavigna, per lungo tempo Missionario in Madagascar, recentemente scomparso e ricordato in occasione del Trigesimo con una funzione religiosa. La nostra amicizia è nata quando ero direttore del settimanale “Il Ponte’, ricordo che tramite l’ufficio Missionario Diocesano andammo alla ricerca di persone da intervistare. Fu allora che ci venne comunicato il nominativo del REDENTORISTA Enzo Sparavigna. Grazie alla mediazione di monsignor Mario Famiglietti contattammo il Missionario. Ritornato in Italia per un breve periodo concordammo una intervista, fu una delle più lunghe ed interessanti che io ricordi. Erano talmente tante le cose che aveva da raccontare che ci tenne col fiato sospeso, ci incanto’: descrisse i luoghi, il paesaggio, le abitudini del popolo malgascio e le virtù, senza tralasciare il grande racconto che riguardava gli inizi della Missione, le difficoltà ad integrarsi e ad evangelizzare gli abitanti dell’isola. A colpire tutti noi, di Padre Sparavigna, erano, soprattutto, la grande fede, l’entusiasmo e la soddisfazione per quanto compiuto per il bene della Chiesa. Da allora ci tenemmo in contatto con una frequente corrispondenza elettronica, inviava spesso articoli che pubblicavamo dando il giusto rilievo, non mancava di dare consigli e suggerimenti, era un eccellente comunicatore. Si dispiacque tanto quando il nuovo Vescovo di Avellino soppresse il giornale diocesano, scelte dettate da una Chiesa, purtroppo, in decadenza dove a gridare nel deserto sono rimasti in pochi, un motivo di grande sofferenza per il sommo Pontefice. Padre Enzo continuò ad inviare periodicamente articoli pubblicati sulla nostra Testata, ilpontenews, poi, di recente, il rientro in Italia per cure e terapie specifiche. Da Gennaio ci sentivamo al telefono, mi invitava ad andare a trovarlo al Santuario di Pagani. Sono andato nel periodo pasquale, lo vidi in forma, nonostante l’età e qualche acciacco di cui mi parlò. Restammo nel Convento, prendemmo un caffè e passeggiammo nel giardino, una lunga chiacchierata. Venne sera, ci salutammo. Dopo alcuni giorni mi chiamò al telefono chiedendomi una copia della foto che avevo scattato nel giardino, un selfie, eravamo insieme con alle spalle una pianta piena di fiori. Gliela inviai in formato digitale, mi ringraziò. Era un Don molto Social, usava bene sia il telefono che il PC, memorabili restano i suoi collegamenti Skype dal Madagascar e dalla Reunion. Poi il silenzio, non ci siamo più sentiti per due settimane, lo stavo per chiamare quando una telefonata mi anticipo’: annunciava la dipartita di Padre Enzo. Quante cose mi hai insegnato, e che fulgido esempio di Fede e correttezza che hai dato a chi ti ha conosciuto. Lassù abbiamo un amico che Veglia su di noi e ci protegge, ciao Padre Enzo, un caro saluto da tutta l’equipe, come tu chiamavi affettuosamente la Redazione.

-a sx Padre Vincenzo Sparavigna e Mario Barbarisi
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Pubblichiamo di Seguito una breve biografia di Padre Vincenzo Sparavigna, tratta dal sito www.santalfonsoedintorni
A firma del Superiore provinciale P. Serafino Fiore

La sua vita era la missione
Padre Vincenzo era nato ad Avellino il 22 giugno 1937: solo per una settimana, quindi, ha mancato il traguardo degli ottantacinque anni. Aveva emesso la sua prima professione il 29 settembre 1955 a Ciorani, la perpetua sempre a Ciorani tre anni dopo, giungendo al presbiterato il 17 marzo 1963 a Colle Sant’Alfonso.
Dopo aver frequentato da Pagani un anno di Pastorale a Posillipo, dal 1964 al 1967 fu assegnato a Materdomini con diverse mansioni (sacrista, confessore, cooperatore pastorale, segretario del Santuario e predicatore di missioni popolari).
Il 15 ottobre 1967 segnò una data cruciale per p. Vincenzo, che aveva dato disponibilità ai Superiori per la missione in Madagascar.
Partirono lui e p. Luigi Pentangelo, per un viaggio avventuroso che li fece approdare due giorni dopo nell’Isola Rossa: carichi di pochi bagagli e di tante incertezze, insieme ad uno zelo missionario incondizionato.
I primi anni furono di lenta e graduale iniziazione: prima con l’apprendimento del malgascio ad Ambositra (1967-1968), poi con uno stage missionario a Fenerive  Est  – Andapa (1968), quindi con assegno provvisorio alla cattedrale di Diego Suarez (1968 – 1969).
Una prima esperienza missionaria a tempo pieno fu quella a Tanambao, prima come vice parroco e poi come parroco (1969-1975); e poi via via in  quelle che ancora oggi sono presenze Redentoriste: Vohemar (1975 – 1977 e poi 1981-1982 e 1989-1999), Ampanefena (1982-1989), oltre a un triennio ad Ambilobe (1977-1980).
Dal 1999 al 2010 i Superiori lo destinano alla capitale, Antananarivo, in qualità di Superiore della Missione Madagascar (dal 2006 Regione), e di parroco ad Alasora e Mandroseza, nonché come Padre Spirituale al Seminario Interdiocesano, e dal 2008 come Superiore della Maison St. Alphonse.
E infine dal 14 settembre 2010 La Réunion, isola in cui ha agito come responsabile della comunità e parroco per sei  anni in Saint André.
Una volta tornato in Italia, ha risieduto a Ciorani, salvo poi essere destinato il 22 febbraio 2022 a Pagani.

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