LA MAGNIFICA ARTE “NASCOSTA” DEL MAESTRO SILVANO MUOLLO

A cura di Mario Barbarisi

Chi l’avrebbe mai detto che al primo piano di un edificio di via Nazionale Torrette di Mercogliano, in provincia di Avellino, si potesse trovare un autentico scrigno d’arte, sculture e dipinti di pregevole fattura realizzate dal Maestro Silvano Muollo, un artista poliedrico allievo di Augusto Pérez, lo scultore messinese (Messina 1929- Napoli 2000) che nel 1955 a Roma organizzò una mostra presentata da Guttuso e Ricci, e conobbe Cesare Brandi prima di approdare come docente all’Accademia delle Belle arti di Napoli dove incontrò SILVANO Muollo, annoverato oggi come suo allievo, ma con tratti artistici molto marcati e, soprattutto, di qualità. Nato a Napoli, ha insegnato a Cosenza, Calitri e Avellino, presso l’Istituto Statale di Arte, stabilendosi definitivamente in Irpinia, un ritorno alle origini: i genitori erano di Chiusano San Domenico. Siamo stati ricevuti in uno studio dove erano esposte numerose opere, tenute in ordine, coperte e mostrate all’occorrenza, gran parte di esse sono state svelate in occasione della nostra visita, un privilegio ed un onore, ne siamo grati e lusingati. Possiamo quindi parlare di una Prima assoluta. Siamo rimasti colpiti dall’enorme quantità di sculture con profili luccicanti, volti di ciclopi e di donne, figure mitologiche, tutte accompagnate da simboli, lettere, foglie intrecciate, tutte opere curate alla perfezione. A fare da sfondo all’allestimento le pareti bianche sulle quali grandi cornici racchiudono foto che ritraggono il Maestro con personalità ecclesiali e del mondo della Cultura. Scorgiamo, in particolare, la foto con Giovanni Paolo II e quella con il Cardinale Carlo Maria Martini. Silvano Muollo ci mostra orgoglioso l’onoreficenza ricevuta proprio dall’arcivescovo di Milano.

(D:domanda, R:risposta)

D. Maestro, innanzitutto grazie per averci ricevuto mostrando queste opere, alcune in anteprima. Se dovesse descrivere la sua arte?

R. È un’arte per gli altri, non ho realizzato tutto questo per me, non è una produzione fine a sé stessa….

D. Anche se in realtà la mostra poco, la custodisce gelosamente. Per i suoi lavori a cosa si ispira?

R. Diciamo che la custodisco affettuosamente, dopotutto sono mie creature. Mi ispiro alla fede, al Credo in un essere superiore, racconto la quotidianità, i problemi, l’ingiustizia, le guerre, l’immigrazione, è quanto facevo con il mio Maestro, il grande Augusto Pérez, sono un filantropico.

D. L’arte è in crisi, scarsa sensibilità delle Istituzioni o, ai nostri giorni, manca il Mecenate?

R. Indubbiamente l’arte è in crisi, c’è scarsa sensibilità da parte delle Istituzioni che contano ma non è solo questo, l’arte non brilla più anche per altri motivi, c’è una crisi di identità.

D. Ecco il punto Maestro: Qual è l’arte del nostro tempo?

R. Oggi c’è chi produce Arte per un tornaconto personale, questo, a mio avviso è sbagliato, bisognerebbe ri-scoprire il senso più nobile dell’Arte:realizzare, creare per trasmettere emozioni, per donare uno stato d’animo, per comunicare, per veicolare un messaggio di impegno sociale, l’arte per me è altruismo, è donarsi agli altri senza attendere nulla in cambio. Umberto Schioppa, famoso Critico, sosteneva che l’arte fosse terminata con il Rinascimento e che le epoche successive con il Barocco ed il neo classicismo anziché costituire un ponte verso il futuro avevano riportato le lancette del tempo indietro di secoli. E poi abbiamo avuto il Moderno, Pollock, Kandinsky e tanti altri, ma oltre la rivoluzione non si è andati, io che ho frequentato studi classici dinanzi ad un’opera di Fontana colgo il messaggio ma non provo l’emozione che è in grado di trasmettere un quadro realizzato nel rispetto dei canoni consueti, quelli che ci fanno dire che siamo al cospetto di un’opera d’arte autentica, destinata a restare nella storia. Per creare Arte autentica, a mio avviso, bisogna recuperare il senso e l’origine del fare Arte.