ELDORADO IN IRPINIA, LA RICCHEZZA ARRIVA CON L’EOLICO, MA NON È PER I CITTADINI

A cura di Mario Barbarisi

Sono anni che si parla di GREEN ECONOMY, ma la verità è che per una vera economia rispettosa dell’Ambiente e, sopratutto, in grado di portare vantaggi ai cittadini di strada bisogna farne ancora tanta. Basta guardare agli impianti di energia eolica, sorti come funghi negli ultimi anni: hanno devastato territori del Sud, in particolare, senza portare benefici alle comunità locali. In Italia manca una legislazione specifica, manca un Piano Energetico nazionale. Francamente non sappiamo quanto sia involontaria la mancata adozione di strumenti normativi adeguati, riteniamo che potrebbe non costituire un caso se di eolico, negli ultimi mesi, se ne parla nelle pagine di cronaca giudiziaria dei TG nazionali : lo sfruttamento dell’energia eolica è, almeno in Italia, un fatto privatistico e come tale rischia di attrarre loschi interessi, come accaduto in Sicilia o, più recentemente, in Molise. Ma non è l’aspetto giudiziario ad interessarci, anche se francamente verrebbe da chiedersi come sia possibile che l’alta concentrazione di impianti in Irpinia non ha fatto registrare nessun “sospetto” mentre in altri contesti sono scattate pesanti inchieste. Lasciando nello specifico l’accertamento dei fatti agli organi inquirenti preposti ci interessiamo, invece, della battaglia condotta dal COMITATO NO EOLICO SELVAGGIO per osservare quanto sia inconcepibile che le comunità locali non ricevano alcun ristoro: costretti a subire uno scempio estetico, con problemi legati anche alla Sicurezza, consentendo utili a privati, i quali ricevono persino contributi economici e sgravi fiscali. L’Eldorado è qui! Nell’indifferenza generale, nel silenzio dei Media e nel vuoto della politica. Si fa a presto a dire GREEN ECONOMY, ma poi nei fatti non si incentivano i cittadini, si sostengono privati e multinazionali. Bisogna riconoscere i giusti meriti ai Comitati che lottano civilmente per difendere il territorio. Ai nostri microfoni Michele Solazzo si è mostrato determinato nel continuare il proprio impegno, portato avanti da anni, per dire NO ALL’EOLICO SELVAGGIO, no ad una finta svolta GREEN costruita sulla pelle delle comunità, a vantaggio di pochi e grandi gruppi finanziari. Promettendo di ritornare a breve sull’argomento, pubblichiamo di seguito il testo dei COMITATI DELL’ALTIRPINIA, un No all’eolico selvaggio non vuol dire affatto abbandonare l’idea di un mondo più pulito.

Circa diecimila pale eoliche sono state installate in Italia meridionale dal 2000 in poi, in assenza di un piano energetico nazionale, pertanto può essere considerato, a tutti gli effetti come “Eolico selvaggio”.
I Comitati hanno, per questa ragione, intrapreso una serie di azioni di opposizione e resistenza all’invasione e al sistema di speculazione.
Per la realizzazione di questi impianti ed opere connesse (accumulatori, cavidotti, elettrodotti, strade), il legislatore attraverso il Decreto 387/2003, autorizza di fatto un esproprio dei terreni con motivazioni “indifferibili” ed “urgenti di pubblica utilità” da privati a privati, derogando la stessa Costituzione.
Il Decreto noto come “Sblocca Italia” , abolendo il ruolo della democrazia di prossimità, concentra le procedure autorizzative degli impianti al M.I.S.E., lasciando ai Sindaci solo le compensazioni da far valere esclusivamente nelle Conferenze di Servizio.
Inoltre nel Decreto è previsto:
l’abolizione dell’obbligo del pagamento dell’Ici ai cossiddetti “imbullonati”, che precedentemente pagavano come “Opifici”.
scorporamento dalla fiscalità generale di una cifra pari a 150 milioniannui da destinare ai Comuni per il mancato introito dell’ICI.
Una sostituzione del C.P.6 con le “Aste incentivanti”, destinando una cifra di circa 5 miliardi annui prelevati dalle bollette dei contribuenti, tale decisione è demandata alla Conferenza di Servizio.

Nel 2017 il Governo in carica ha varato la S.e.n., rinunciando di fatto alla stesura di un vero piano energetico nazionale, assecondando le richieste dell’Anev, autorizzando il raddoppio degli impianti eolici esistenti.
Nel 2018 l’esecutivo, ha confermato tutto ciò che era stato fatto in precedenza.
Per resistere a possibili speculazioni ai danni del paesaggio e per assicurare una prospettiva dignitosa si rende necessaria una connessione tra i Comitati e i Movimenti attivi sul territorio (No Triv, No Tap, Comitato LAUDATO SÌ, Pensiamo alla Salute, Salviamo la Valle del Sabato, Comitato per l’Acqua Pubblica, “No al BIODIGESTORE, si al GRECO di TUFO”…).
Le proposte, considerando la situazione attuale:

-il ripristino del Piano delle Aree;
– la diversificazione delle fonti energetiche;
– fermare l’accaparramento e il consumo di suolo;
– controllo di tutti gli appalti da parte dell’Anac;
– redigere il Piano Energetico Nazionale;
– stesura del piano di tutela della salubrità di tali impianti;
– pubblicizzazione dell’energia come Bene comune in virtù degli articoli 41, 42 e 43 della Costituzione;
– utilizzo dei fondi delle fideiussioni per bonifica e ripristino dei danni causati dall’Eolico Selvaggio, soprattutto nella zona dell’Appennino meridionale esposto al rischio sismico ed idrogeologico.
– autoproduzione e autoconsumo;
– riconversione dei consumi energetici riguardanti il consumo civile, termico, industriale e per autotrazione;

I Comitati ritengono che la transizione energetica e la riconversione ecologica per ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera possano creare sviluppo e nuove forme di lavoro in grado di garantire un nuovo e reale modello “Green”, non dannoso per il pianeta e, soprattutto, rispettoso della salute delle persone.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: