LA CRISI DELLA GESTIONE DELLE FONTI IDRICHE IN IRPINIA ARRIVA A PALAZZO CHIGI

IL SINDACO DELLA CITTÀ DI AVELLINO, AZIONISTA DI MAGGIORANZA DELLA SOCIETÀ ALTO CALORE SERVIZI SPA SCRIVE AL GOVERNO CHIEDENDO UN INTERVENTO PER RIMTTERE IN SESTO LO STORICO ENTE IDRICO IRPINO.

C’è da augurarsi che sia la volta buona: il Sindaco pentastellato di Avellino, capoluogo dell’Irpinia, il bacino idrico naturale più grande del Mezzogiorno d’Italia con una nota ufficiale ha chiesto al Governo di intervenire con finanziamenti e progetti mirati per risanare la storica Azienda Alto Calore Servizi messa in ginocchio, specie negli ultimi anni, da una amministrazione incapace di affrontare ogni difficoltà , facendo precipitare la situazione in uno stato di crisi. È impensabile che l’Irpinia, terra ricchissima di fonti pregiate, debba rinunciare alla più antica e gloriosa delle industrie in grado di gestire un acquedotto e di approvvigionare da circa un secolo gli abitanti due province, l’Irpinia e il Sannio.

Di seguito pubblichiamo la versione integrale del Comunicato pervenuto in Redazione.

             COMUNICATO STAMPA

Il sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi, ha deciso di scrivere una lettera al vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Luigi Di Maio, al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e dei Trasporti, Danilo Toninelli. Lo scopo è di presentare il “caso Alto Calore Servizi Spa”. “Dopo anni di mala gestio su cui indagano sia la Procura della Repubblica che la Procura della Corte dei Conti, l’azienda si trova in gravi difficoltà finanziarie”, ricorda Ciampi nella missiva. “L’amministrazione da me guidata – sottolinea il sindaco – ha avviato una ricognizione sullo stato di salute dell’azienda. Ne è emerso che le principali “sofferenze” sono riconducibili a tre aspetti fondamentali: 1) il difficile e costoso ricorso alla risorsa idrica, che pure è ampiamente disponibile in Irpinia e nel Sannio; 2) gli elevati consumi energetici, connessi alla morfologia del territorio, alle caratteristiche della concessione e agli sprechi di risorsa; 3) il costo del personale”.

Lo scopo della lettera è quello di affrontare in modo organico il primo punto di sofferenza della società di Corso Europa. Nel ribadire che “la mia amministrazione farà di tutto per contrastare la spinta alla vendita di questa società partecipata dal Comune di Avellino con il 10 per cento”, il sindaco dice: “La ricapitalizzazione e il risanamento dell’azienda potrebbero passare per due interventi: il primo rivedere la concessione della derivazione di Cassano, ora di competenza dell’ambiente, passando da un prelievo di 600 a 1000 l/s e riconoscendo ad AQP di prelevare, come del resto dal medesimo ente già richiesto, ulteriori 1000 l/s dall’invaso di Conza sempre in territorio irpino, che non altererà l’equilibrio generale, inserendo nella concessione per AQP una percentuale del costo energetico del sollevamento dell’Acqua di Cassano, per l’utilizzo nel sistema, ora in carico ad ACS; il secondo di competenza delle infrastrutture, un intervento finanziato dalla Cassa Depositi e Prestiti, volto ad ammodernare reti e serbatoi per quella parte di proprietà Alto Calore, anche realizzando opere alternative ed a basso impatto ambientale ed energetico, in considerazione che solo grazie alla capacità dei lavoratori di ACS si riesce a tenere ancora in funzione opere del 1935; interventi le cui progettazioni sono già state predisposte, ma non trovano copertura finanziaria. Di qui – conclude Ciampi – la decisione di scrivere ai Ministeri competenti nell’intento di instaurare una proficua collaborazione che eviti la perdita di una importante partecipata suscettibile di produrre occupazione e sviluppo sul territorio gestendo l’acqua e, con adeguanti investimenti, anche producendo energia”.

 

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