Giovani e Libertà

 

 

Negli ultimi tempi si fa un gran parlare dei giovani. Le analisi delle intenzioni di voto registrano, ad esempio, che il Movimento 5Stelle è il partito che raccoglie, più degli altri, il loro voto. Perciò, Grillo rilancia la proposta dell’estensione del voto ai sedicenni anche al Senato, convinto di ottenere i consensi necessari a vincere. I partiti tradizionali, che pure dicono di volersi occupare dei giovani, sono abbastanza tiepidi rispetto ai loro problemi ed al loro malessere: sembrano più attenti ai sintomi e poco disposti ad affrontare seriamente le cause.
Indubbiamente, il peccato più imperdonabile della classe dirigente nata dal ‘68 è stato quello di aver rubato il futuro ai giovani, pur avendo impegnato energie, intelligenze e sacrifici per far crescere la Libertà e la Giustizia nel nostro Paese!
Oggi, ai giovani manca non solo il lavoro, manca soprattutto la speranza, la capacità di sognare una “libertà” autentica, non condizionata o etero-guidata dal consumismo e dal potere economico che domina su tutto: la politica, la cultura, la comunicazione e la formazione.
Perciò, dovremmo andare cauti a spegnere gli entusiasmi di quelli, tra loro, che mostrano un forte desiderio di emergere, di affermarsi, di lottare, con forza, per far valere le loro idee di cambiamento.
Certo, a prima vista, i loro comportamenti potrebbero apparire guidati dall’egoismo o dall’imprudenza, ma non è così. Dovremmo imparare ad ascoltare i loro bisogni: per riuscire ad inserirci nelle loro intelligenze ed aiutarli ad orientare la loro vitalità nel senso delle opere grandi e del servizio agli altri! E’ questo il compito che spetta alle famiglie ed alle cosiddette agenzie formative: la Scuola e la Chiesa prima di tutti.
Poi, non dovremmo mai opporci al loro desiderio di libertà. Anzi, dovremmo trasmettere la consapevolezza che la Libertà non è, solo, affermazione di sé ma è soprattutto “servizio agli altri”! Che essa si conquista con l’impegno, la disciplina ed il sacrificio. Che è soprattutto “audacia riflettuta ed iniziativa creatrice” che aiutano a fare scelte coraggiose ed innovative.
Purtroppo, rispetto a questi temi, la grande assente è proprio la Politica!
Hanno altro cui pensare: le primarie, la legge elettorale, l’occupazione del potere, la gestione delle risorse pubbliche, gli appalti, le banche e quant’altro! Per le forze politiche i giovani sono solo “oggetto dei desideri”! Perché nessun partito può vantare di avere tra gli iscritti un numero di giovani pari almeno al 10% dei giovani che, una volta, si formavano alle scuole di partito. Anche se c’è chi pensa a qualche ricetta per suscitare l’interesse dei giovani che, però, (le indagini statistiche parlano chiaro) sono lontani dai partiti e dalla politica che essi incarnano.
Per non parlare dell’aperta ostilità nei loro confronti! Da qui, il successo dei 5Stelle: dei loro slogan, delle loro idee e soprattutto del loro sogno di democrazia diretta attraverso la rete, che è uno strumento a larghissima diffusione tra i giovani. Tutti gli altri arrancano: perché non hanno la mentalità e le strutture idonee, ma soprattutto, perché mancano di coraggio e di fantasia e perché sono dominati da soggetti che hanno lo sguardo corto ed il pensiero debole.
E’ probabile che saranno proprio i giovani a mandarli a casa, insieme alla loro insufficienza, alla loro inadeguatezza e, soprattutto, alla loro incapacità di guardare al futuro.
In verità, vista la gravità della crisi che opprime la nostra società, si dovrebbe temere il peggio! La “rabbia” dei giovani: sfruttati, emarginati, esclusi e traditi dalla politica potrebbe dare sfogo a scelte irrazionali e violente, che potrebbero mettere in crisi le fondamenta della nostra debole democrazia. Perciò, dobbiamo essere contenti se molti di loro si sono orientati al rinnovamento scegliendo la strada della partecipazione democratica alla vita politica.
Dobbiamo, solo, imparare a saperli ascoltare, per poterli aiutarli nella ricerca della verità e della libertà, perché,“la libertà non è anarchia, né scatenamento degli istinti. Essa è sforzo di dominare sé stessi sia nel parossismo della tensione intima, sia nel grigiore della vita di ogni giorno, sia nella distensione del tempo libero. Essa è disciplina”! (Renè Coste: Una morale per il mondo che cambia). E la libertà dei giovani nel mondo d’oggi, che è cambiato in peggio, non potrà che essere una “libertà responsabile”!
Qualcuno non me ne vorrà se tra i due modelli di giovani (quello impulsivo, coraggioso, persino selvaggio che cerca di emergere tra i compagni e quello più tranquillo, modello di saggezza e di conformismo) io sono portato a preferire il primo: perché sarà più capace di contribuire alla costruzione di un mondo nuovo e diverso. Mentre il secondo, votato ad un’esistenza morbida e poco coraggiosa, rischia di rappresentare quel “grigio pragmatismo” che si sviluppa in quella che Papa Francesco ha definito la “psicologia della tomba che poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo. Delusi dalla realtà, da sé stessi e dalla Chiesa, vivono la tentazione di attaccarsi ad una tristezza dolciastra e senza speranza..” (cfr Evangelii Gaudium n. 83).
A proposito di libertà, mi piace ricordare quello che il teologo R. Coste scriveva, tanti anni fa: “E’ Dio che vuole la libertà degli uomini: gli chiede l’obbedienza, ma è l’obbedienza di un uomo libero, quella di un figlio, non di uno schiavo, di un figlio che tratta da amico e collaboratore…”. Potrebbe essere questo il “modello di libertà” che aiuterà i giovani a ritrovare la speranza!
michelecriscuoli.ilponte@gmail.com

 

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