LETTERA APERTA AL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI AVELLINO, ROSARIO CANTELMO

 

 

Gentile Dottor Rosario Cantelmo,
sono trascorsi                   5 anni dal suo insediamento in Irpinia. Tante le inchieste aperte, con Lei questa città e questa provincia hanno riscoperto le ragioni di un’attesa mai doma, speranzosi di avere Giustizia. Di recente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, visitando un’area del Sud ha detto: “permangono troppe zone grigie di corruzione”. Facciamo nostra questa espressione, perché anche qui, nonostante il suo impegno, permangono troppe zone grigie di corruzione e malaffare.
Lei stesso ha toccato con mano fascicoli che raccontano di corruzione e sfrontatezza nella gestione di soldi pubblici, negli Enti e nelle Istituzioni in particolare, ovvero i luoghi dove dovrebbero regnare trasparenza e legalità, per rappresentare un modello di efficienza da seguire ed ammirare. E invece, assistiamo (cittadini ed operatori della Comunicazione) inermi allo spettacolo continuo della sottrazione di legalità, poco alla volta crescono i cattivi esempi. Non posso dimenticare il suo monito, lanciato giusto un anno fa, il 17 marzo del 2016, dalle colonne del quotidiano Il Mattino, quando disse: “C’è un ceto borghese medio alto che si prende gioco delle regole in questa città. Se ne infischia, le dileggia e le offende”.  Commentai quell’espressione in Redazione e mi confrontai con colleghi di  altre testate giornalistiche. Non è giusto dire che c’è chi si prende gioco delle regole: non è la maggioranza dei cittadini, ma una sparuta minoranza, che semmai approfitta  della lentezza con la quale viene applicata la giustizia. Leggere dai giornali, vedere in Tv, sentire per radio, nei notiziari locali che al Teatro comunale di Avellino, Carlo Gesualdo, ci sarebbero degli ammanchi, e che per tale ragione sembra non si riesca a far quadrare il bilancio del Comune capoluogo, che per la Società Alto Calore Servizi, ci siano state gestioni “allegre” con i soldi dei contribuenti, che per l’ACS che gestisce i parcheggi si siano verificati altrettanti fatti gravi, che nella Valle del Sabato ci siano alte concentrazioni di agenti inquinanti etc…
Ecco, Signor Procuratore, l’elenco potrebbe continuare. Tutte queste cose, nonostante l’interessamento degli organi inquirenti, produce nei cittadini sfiducia ed anche tanto timore di possibili ritorsioni. Siamo al cospetto, evidentemente, non di politici ma di malviventi, al pari dei camorristi, ‘ndranghetisti, mafiosi…

Se la Procura offrisse garanzie di protezione sono certo che aumenterebbero le “fonti del sapere” circa il generale malcostume diffuso e praticato talvolta anche con spavalderia.
Chi sta dalla parte della legge, ed in questa terra sono la stragrande maggioranza, apprezza il Suo lavoro, quello dei collaboratori e delle Forze dell’Ordine (Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia). Sono stati fatti tanti passi in avanti, tuttavia “permangono troppe zone grigie”.
Non siamo certo al cospetto di un fenomeno solo locale. Il fenomeno della corruzione è dilagante, magari qui, in Irpinia, più che altrove, risente di un’oscura ombra coprente:
“I politici fanno cose orribili, poi dicono di voler aspettare la sentenza. La classe dirigente italiana, e non parlo solo dei politici, ha una tendenza alla devianza sconosciuta ad altri Paesi. Per molto meno  di quello che emerge in Italia all’inizio di una vicenda giudiziaria, all’estero le persone si dimettono” (dal Sole 24 Ore del 18.05.2016).
E’ quanto affermato  da Pier Camillo Davigo, presidente dell’ANM (Associazione Nazionale Magistrati).              Mario Barbarisi

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