LA DIETA CHETOGENICA COME TERAPIA IN MOLTE PATOLOGIE

 

 

Oramai vanno di moda le diete cosiddette “estreme” che cercano di attaccare la leadership indiscussa della dieta mediterranea, considerata nel mondo la migliore per la prevenzione e il trattamento del diabete di tipo 2 e per la riduzione dei fattori di rischio nella malattie cardiometaboliche. Tra le diete di maggior successo continua a salire con trend positivo quella vegetariana che è seguita da quasi il 7% dei nostri connazionali, seguiti dall’1% di vegani, staccati i seguaci della dieta paleolitica, mentre è in netta ascesa il numero di coloro i quali utilizzano la dieta chetogenetica. Quest’ultima è un vanto della ricerca e della sua applicazione alla pratica medica quotidiana della Azienda Ospedaliera “San G. Moscati” di Avellino, dove è studiata e applicata da circa venti anni con successo nel migliorare il compenso glicemico e altre anomalie metaboliche, riducendo in contemporanea il fabbisogno dei farmaci antidiabetici, compresa l’insulina. A riconoscere all’Azienda avellinese la validità delle sue ricerche ci ha pensato l’Università di Salerno che ha organizzato, grazie al Dipartimento di Farmacia diretto da una avellinese illustre: la Professoressa Rita Aquino,  un corso di perfezionamento denominato “Nutriketo: diete e terapie nutrizionali chetogeniche: integratori e nutraceutici”. Scritta in questo modo la notizia passa per una normalissima informazione da divulgare nel mondo scientifico legato alla farmaceutica ed all’alimentazione. Invece, “Nutriketo”  è un “contenitore” di grossa importanza e vede l’Azienda Ospedaliera “Moscati” di Avellino partner privilegiato di questa iniziativa, con la Direzione del Corso affidata al Professor Luca Rastrelli, Ordinario di Chimica degli Alimenti all’Ateneo di Fisciano insieme al Dottor Giuseppe Castaldo, Responsabile della Nutrizione Clinica del nostro maggiore ospedale provinciale. Il Corso mira a formare 100 laureati quali future figure professionali altamente qualificate per operare nell’ambito della dietologia, della nutrizione clinica, delle aziende farmaceutiche del settore, dell’informazione scientifica, dei centri di benessere e di fisioterapia. Tutto si basa sulla possibilità di somministrare una dieta ricca di proteine e povera di carboidrati quale terapia per diverse patologie.     La dieta chetogena (o chetogenica che dir si voglia) è un regime alimentare in voga tra i body building perché fa aumentare la massa magra muscolare, oltre ad essere una efficacissima dieta dimagrante. Dieta che funziona con la perdita anche di due chilogrammi di peso a settimana. In realtà questo tipo di alimentazione fu messa a punto per gli epilettici perché fu notato che questi ultimi presentavano le crisi con una frequenza molto evidente  quando si alimentavano abolendo i carboidrati. Ma senza zucchero l’organismo non può vivere a lungo e nelle 24 ore ne ha bisogno di 180 grammi, costringendolo a cercare fonti alternative di zuccheri nelle proteine e nei lipidi. La quota degli zuccheri cui abbiamo fatto segno è fondamentale per far funzionare il sistema nervoso e bisogna “procurarseli” scomponendo le proteine e i grassi.  Questo lavoro di scomposizione ha un duplice aspetto: da un lato favorisce il dimagrimento e dall’altro stimola la formazione dei corpi chetonici (acetone, acetoacetato e 3-idrossibitirrato) che danno il nome alla dieta. I corpi chetonici sopperiscono alla mancanza di molecole energetiche messe in circolo dal fegato per aiutare la funzionalità del nostro organismo e in particolare di cuore e cervello. Quindi una dieta priva di carboidrati e ricca in proteine, come quella chetogenica, al momento è una dieta molto valida per il diabete mellito di tipo 2, la policistosi ovarica, alcune malattie della pelle (compresa l’acne) ed alcune forme tumorali. La chetosi che si sviluppa abolendo i carboidrati viene considerata fisiologica con aspetti positivi che vanno dalla mancanza di appetito, alla perdita di peso, fino al miglioramento del tono dell’umore.  Riduce la quota dei farmaci da assumere nel diabetico e migliora una situazione difficile e importante costituita dall’insulino-resistenza. Le positività della dieta chetogenica è il consentire una rapida perdita di peso (principalmente massa grassa), mantenendo costante la massa magra. Ovviamente esistono i contro di questa impostazione dietetica assolutamente non bilanciata, per cui si deve sconsigliare nei diabetici di tipo 1, perché quest’ultimi necessitano di una quota di carboidrati giornaliera che bilanci il rapporto glicemia/insulina. I chetoni possono aumentare molto e creare dei disturbi gravi in senso metabolico che partono da una cefalea importante per arrivare ai danni renali ed epatici da sovraccarico, ma anche semplicemente stress, alitosi e debolezza. Non è indicata, inoltre, nei malati di fegato e di reni, in gravidanza e negli adolescenti in crescita.
gianpaolopalumbo.ilponte@gmail.com

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