Intervista alla Politica

 

 

Quella sua voglia di rivoluzione mi inquietava. Così come mi incuriosiva il suo concetto di comunità. Aveva perfettamente ragione: se i politici fossero sempre animati da buona fede e dalla volontà di anteporre il Bene Comune agli interessi di parte (dei loro clienti o dei loro padroni) l’impegno di ognuno si potrebbe concretizzare in un autentico “servizio”.Sarebbe tutto  più bello ed affascinante! Finirebbero le lotte finalizzate ad occupare posizioni di potere. Addirittura, “il potere” avrebbe un’unica e nobile finalità: quella di organizzare e guidare la vita delle comunità nel modo migliore possibile!
Mi stavo, come al solito, entusiasmando. Pensai, perciò, di portare la “signora” ad una più utile concretezza. Belle parole ed ancora più belle le idee. Si guardi attorno, però, e mi dica: come si può concretizzare la sua idea di comunità? Provi, ad esempio, a valutare la situazione politica nella mia città e mi dica: crede che certi sogni siano ancora realizzabili?
“Adesso, vuole essere cattivo con me! Io tentavo di farla volare alto e lei non solo mi fa tornare con i piedi per terra, ma mi costringe a sprofondare sottoterra!! Per un giudizio sulla classe politica che ha vissuto l’esperienza amministrativa dell’ultimo ventennio al Comune di Avellino mi servirò, modificandolo in parte, dell’aforisma usato  dall’artista cinese Ai Weiwei (nella bella mostra di Palazzo Strozzi, a Firenze) per definire il governo del suo Paese: “Per il Comune di Avellino ci vorrebbe  un vecchio computer con un solo tasto: DELETE (cancella)!” E’ sotto gli occhi di tutti, infatti, come  i politici (ed i partiti)  hanno portato la sua città nel baratro dal quale sarà molto difficile riemergere! E se dovessi scegliere chi, tra questi, può essere salvato, le dita  di una sola mano sarebbero certamente troppe!”
Ma come è potuto succedere tutto ciò? E di chi è la colpa?
“La crisi ha origine antiche! Un tempo, anche nella sua comunità, gli uomini politici avevano altri connotati:“erano” persone intelligenti, amavano il confronto, la discussione, il ragionamento! Poi, hanno cominciato ad aver paura di tutto ciò che potesse fare ombra  ai loro successi ed hanno pensato di “dover” essere eterni! La paura li ha indotti a selezionare quelli che potevano essere meno pericolosi per loro, anziché valorizzare le intelligenze che pure hanno incontrato! Un altro errore è stato quello di non riuscire ad immaginare un futuro migliore per la comunità, anche senza la loro diretta partecipazione!”
E questo che cosa avrebbe determinato? Sta parlando di storie del secolo scorso!
“Purtroppo, sono storie di grande attualità! La scelta degli incompetenti e dei burattini ha provocato il livellamento in basso della classe dirigente. Se pensa che alcuni di questi “prescelti” (che non conoscono, non solo, la grammatica e la sintassi ma nemmeno l’ABC della buona amministrazione) hanno raggiunto posizioni di rappresentanza di alto livello capirà il danno, irreversibile, fatto. Per le stesse ragioni, questi ultimi hanno imitato i maestri, scegliendo il peggio (rispetto a sé stessi), con un’unica qualità: la fedeltà cieca ed assoluta! Che tristezza! Perché la storia li ricorderà per questi errori, sintomi di una povertà intellettuale ben nascosta”.
Cosa consiglia, oggi che si è toccato il fondo? C’è possibilità di cambiare le cose o suggerisce l’espatrio?
“Qualcosa si può ancora fare: immagino un processo complesso e delicato che dovrebbe coinvolgere non solo alcuni esponenti politici ma soprattutto il meglio che la società civile può esprimere nella sua comunità. Se dovessi suggerire uno slogan, me ne viene uno vecchio ma assolutamente efficace, serve un  Comitato di Liberazione! Si, perché si tratta di fare una vera e propria “guerra di liberazione”: cominciando dalla mentalità accomodante, clientelare e passiva, di tanti avellinesi, (abituati ad accontentarsi dei piccoli piaceri, dei favoritismi, anche illeciti, che la magistratura ha portato a galla), per passare a quelli che lavorano nella pubblica amministrazione, (miracolati e riconoscenti a vita, che non capiscono i danni che fanno ai loro figli ed ai loro nipoti, credendo ancora a miracoli oggi impossibili),  per finire al mondo del lavoro, agli imprenditori (avvezzi ai finanziamenti che non arrivano più) o ai professionisti (che registrano l’esaurimento dei clienti, perché l’economia langue e la disoccupazione cresce). Insomma, serve una vera e propria lotta per la Libertà: delle coscienze, delle persone, dei comportamenti e, conseguentemente,  delle Istituzioni!”
E crede che sia possibile, che sia facile? Sa quante persone in buona fede ci hanno provato? Certi brutti vizi sono troppo consolidati per riuscire a sconfiggerli!
“So bene che non è una cosa facile. Ma è l’unica cosa giusta che gli avellinesi possono fare! Il problema è riuscire a coinvolgere quelli che in questi ultimi vent’anni hanno sofferto le insufficienze di questa classe dirigente. Senza lasciare  a costoro la possibilità di inventare rimedi e soluzioni che sfruttino i bisogni di tante persone per bene per illuderli in un cambiamento che, fatto da loro, non ci sarà mai! Vorrei provare a ragionare con i suoi lettori di quello che si può fare. Mi lasci aggiungere che la situazione, oggi, è assolutamente favorevole! O lei crede che i suoi concittadini non abbiano consapevolezza del degrado e dello sfascio nel quale questa classe politica ha portato la sua comunità e che non siano stanchi di tutto ciò ?”

(continua nel prossimo numero)
  michelecriscuoli.ilponte@gmail.com

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