UN GENE CI PERMETTE DI ESSERE SOCIEVOLI O SCONTROSI

 

 

Nella vita si incontrano individui con una spiccata tendenza al rapporto umano aperto e socievole ed altri antipatici e scontrosi senza motivo. Da sempre diciamo che questi e tutti gli altri tipi di carattere sono decisi dai geni che possediamo dalla nascita, allo stesso modo del fisico. Oggi, in realtà dal mese di luglio scorso, è stato pubblicata una ricerca molto interessante e singolare dello psicologo americano Brian Haas che con il suo team di scienziati nello Stato della Georgia ha scoperto l’esistenza di un gene che ci permette di intrattenere relazioni sia di tipo  sociale che amichevole.  E’ stato simpaticamente chiamato “il gene della parlantina” perché è quello capace di intrattenere relazioni di tutti i tipi, comprese quelle affettive ed è capace di produrre il famoso ormone ossitocina (quello dell’affetto, dell’amore per intenderci). La “parlantina” è la loquacità, la capacità di esprimersi con rapidità e di parlare molto, che a Napoli definiscono con il famoso termine della  <’a chiacchiera>.  La ricerca statunitense ha evidenziato che chi possedeva una quantità minore proprio di ossitocina aveva più difficoltà a riconoscere le espressioni facciali e manifestava insofferenza ed ansia nei rapporti di coppia. Alla base dello studio di Haas ci sono stati i suoi lavori sull’influenza esercitata nella crescita dei bambini dall’ambiente circostante con cui si spiega il perché, da adulti, presentano una vita sociale piena e variegata tutti coloro i quali da piccoli erano cresciuti in contesti sociali in cui era possibile confrontarsi con gli altri. Il “gene della parlantina” si chiama OXT e produce, come abbiamo già detto l’ossitocina, l’ormone ipofisario che oggi è in grande spolvero in varie branche: lo si utilizza per il travaglio del parto perché favorisce l’espulsione del feto, dato che agisce sulle fibrocellule muscolari uterine ed insieme alla prolattina per la produzione lattea. Possiede, inoltre,  la capacità di regolare i comportamenti  materni, sessuali e sociali e favorisce la motilità degli spermatozoi. Ritornando alla studio di Haas, va detto che sono state studiate 129 persone con problematiche di umore, di paure e di scarsa fiducia in se stessi attraverso test genetici su campioni della loro saliva, misurando anche la loro predisposizione ai rapporti sociali. A tutti i partecipanti sono stati mostrati dei video con volti di individui che in una prima visione avevano un’espressione senza significato alcuno e dopo, invece con una nuova espressione del volto che trasmetteva un’emozione. Ogni volta che si accorgevano del mutamento dovevano premere un pulsante. Tutti coloro i quali avevano un basso livello di ossitocina presentavano una minore precisione nell’accorgersi della mutata emotività dell’attore dei video mostrati loro.  Nella seconda parte della ricerca, con lo stesso test dei video, al mutare dell’espressione veniva eseguita una particolare risonanza magnetica che ha evidenziato una vivacità ridotta nelle zone cerebrali che sono in qualche modo legate all’attività sociale.  Ovviamente questi descritti sono solo i primi risultati di uno studio di grande importanza, perché alla sua conclusione ci aspettiamo di poter avere a disposizione un farmaco per coloro i quali “soffrono” in riferimento alla sfera sociale. La scoperta del “gene della parlantina” ha, secondo noi, un grandissimo risvolto pratico, soprattutto se le ricerche continueranno sullo stesso filone, perché è necessario ed indispensabile trovare una soluzione – al momento abbiamo detto di tipo farmacologico- che potrebbe rivelarsi fondamentale per i disturbi sociali legati all’autismo per primo ma anche  successivamente alla sempre più diffusa Sindrome da Deficit di Attenzione ed Iperattività (ADHD). Quest’ultima patologia neuro-psichica del bambino comporta la disattenzione, ma anche l’iperattività ed impulsività, insieme ad una “parlantina” infinita che potrebbe giovarsi di un “intervento” di tipo chimico sull’ormone ossitocina per ridurre o eliminare i sintomi.  Per ultimo un pensiero va al futuro, lontanissimo al momento, della modifica dei comportamenti umani che potrebbero giovarsi del gene che produce l’ormone dell’amore per cambiare l’impostazione mentale attuale di chi comanda, di chi gestisce il potere, di chi vuole le guerre, le lobby. La genetica insieme alla biologia potrebbe veramente cambiare il mondo.
gianpaolopalumbo.ilponte@gmail.com

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