IL COLESTEROLO E’ VERAMENTE … CATTIVO

 

 

Il colesterolo  ha un ruolo essenziale nella fisiologia dell’organismo umano ed in molti lo identificano con il “nostro” grasso, in realtà è un alcool policiclico  di colore bianco e consistente come la cera ed il suo lavoro consiste nell’agganciare e trasportare gli acidi grassi. La maggior parte del suo metabolismo avviene nel fegato, non per niente il nome colesterolo significa in greco bile (chole) solida (stereos) e fu  scoperto  nel 1784, anzi, scoprì il suo ruolo fondamentale nello sviluppo dell’aterosclerosi il patologo russo Anickov. Oramai  si parla di colesterolo HDL ed LDL dove Hdl sta in inglese per Lipoproteine ad Alta Densità  (High Density Lipoprotein)   ed LDL (Low Density Lipoprotein) e si parla sempre meno di colesterolemia totale. Si parla anche sempre di meno di sola dieta senza grassi perché si è visto che solo il 20-30%  del colesterolo totale deriva da ciò che mangiamo. Si parla anche sempre di meno di ipercolesterolemia familiare che colpisce se eterozigote una persona su trecento e se è omozigote una su 300mila.  Quindi l’orientamento attuale è quello di cercare solo di abbassare i livelli del cattivo colesterolo e portarlo al di sotto di 100. Negli Stati Uniti il livello scende addirittura al di sotto di 70 perché l’aterosclerosi fa davvero paura con un numero impressionante di farmaci anti-colesterolo.   Una cosa è certa: alti livelli di colesterolo Ldl (quello cattivo per intenderci) fanno  lievitare il costo sociale dell’ipercolesterolemia ad oltre un miliardo di euro l’anno (il 96% per i ricoveri ospedalieri ed il 4% per farmaci ed assistenza specialistica), perché ne soffrono due milioni e mezzo di italiani dai 40 anni agli 80. Già da tempo il colesterolo “alto” viene aggredito sempre da più fronti. Oggi infatti il discorso non è solo farmacologico con le statine, ma anche con i farmaci che inibiscono il riassorbimento del colesterolo e con gli inibitori degli enzimi PCSK9. Questi superfarmaci oltre ad un eccezionalmente alto numero di successi hanno un costo molto alto per cui si devono mettere in essere criteri di rimborsabilità e di sostenibilità da parte della nostra bistrattata economia. Le ultime linee guida delle società italiana ed europea di cardiologia stabiliscono che il livello dell’LDL deve essere al di sotto di 100 e sulla loro rivista “Cells reports” viene riportato a chiare lettere che le malattie cardiovascolari costituiscono a tutti gli effetti uno dei problemi di salute pubblica più grave al mondo ed il colesterolo “cattivo” è di gran lunga la prima causa di morte al mondo (quindi il termine cattivo viene utilizzato a ragione). Regolarsi a questo punto è difficile perché a proposito del colesterolo vanno fatte alcune considerazioni. Basti pensare che il colesterolo è amico e nello stesso tempo nemico del cervello. Ci si deve regolare: il colesterolo è un nemico da combattere ad ogni costo e, quindi,  bisogna fare dei distinguo. Il cervello produce il colesterolo, lavoro che è necessario per mantenere in vita ed in piena salute i nostri nonni novantenni. L’obiettivo dei ricercatori attuali è quello di “ringiovanire” il cervello, perché si è visto che nei topi anziani il tasso di colesterolo è troppo basso proprio nell’ippocampo,  l’area che presiede alla funzione della memoria. Somministrando a livello sperimentale  un farmaco che impedisce la perdita di colesterolo nel cervello la memoria dei topi migliora nettamente. Attualmente si stanno provando le soluzioni per le zone della memoria dell’uomo ed il farmaco con maggiori successi si chiama VFEND ed è già in commercio nel mondo per essere un antifungino di grossa efficacia. Allora il colesterolo è buono per il cervello ed  è cattivo o cattivissimo per i vasi sanguigni.  Fino a qualche tempo fa si ricorreva in grande numero all’uso delle statine. Milioni di persone le utilizzavano nonostante  i problemi muscolari insieme ad altri effetti collaterali. Le statine, da un paio di anni, nonostante stiano sempre sulla cresta dell’onda, stanno subendo una battuta d’arresto perché la potentissima organizzazione americana della FDA ha diramato un’allerta ove spiega che i pazienti che assumono statine soffrono di perdita di memoria oltre ad un riscontrabile declino  cognitivo. Il futuro delle statine si giocherà sul loro utilizzo nella formulazione che non sia in grado di attraversare la barriera ematoencefalica, proteggendo così il cervello.  In conclusione se teniamo l’HDL al di sotto di 100, se seguiamo una dieta povera di grassi e se, aggiungiamo noi, camminiamo o facciamo movimento, ictus ed infarti dovranno diminuire in maniera esponenziale, al di là dell’importante  numero dei decessi, al di là dell’importante costo economico, la cosa più importante sarà  una migliore qualità della vita.
gianpaolopalumbo.ilponte@gmail.com

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