IRPINIA IN CRISI: POLITICI E SINDACALISTI, IL VUOTO ASSOLUTO!

 

 

Guardando alle ultime vicende verificatesi in Irpinia: Alto Calore, CGS, Camera di Commercio, Comune di Avellino… si evidenzia la forte crisi che stiamo vivendo.
La politica locale e persino  le forze sindacali non hanno alcun potere di contrattazione: perché in essi la stessa rappresentanza e’ diventata  un’occasione di lavoro e non di tutela degli interessi comuni.
Accade per Consiglieri Comunali, per i sindacalisti e addirittura per i parlamentari. Chi riveste queste cariche non sente forte la responsabilità di guidare i processi del cambiamento ma si ritiene praticamente  “sistemato”: il ruolo assunto è diventato, nei fatti, un’attività professionale che potrà svolgersi “a vita”, con tutte le conseguenze che una tale scelta può determinare.
Vi sono sindacalisti seduti da decenni su comode poltrone e politici, non eletti ma spinti da Padrini e sponsor di ogni genere, che vagano senza un progetto, potrei dire anche senza una meta.
La recente consultazione referendaria e quanto accadde nel 2011 per la consultazione sulla gestione idrica hanno dimostrato che attualmente il voto dei cittadini serve ma può anche essere ignorato. Ciò significa che siamo nel mezzo di una deriva democratica. È come se a bordo di una nave senza timone i passeggeri fossero portati dalle onde. Nel nostro caso le onde sono rappresentate da ristretti gruppi di potere guidati solo dal “profumo” dei soldi.
Aveva ragione Papa Francesco a definire il danaro come “lo sterco del diavolo”. Se non si abbandona la logica del profitto e degli interessi di pochi non si uscirà mai dalla crisi!
Quanto è accaduto con la Camera di Commercio costituisce una lezione per il basso profilo che ha assunto la vicenda legata alla scelta della guida di un organismo “tecnico” nella nostra comunità, se affidata alla classe politico-sindacale: l’indicazione di nomi senza programmi e senza coinvolgimento non serve a nulla. Lo stesso vale per Alto Calore, l’unica vera Azienda Pubblica del territorio messa in ginocchio proprio da chi oggi ne prende le distanze. È emblematico che un delegato in Assemblea, di nome Lucio Fierro, dopo essere stato per anni amministratore  della società parli di esuberi! Come se il debito di 120 milioni di euro possa essere addebitato ai dipendenti e non a tutti quelli che, negli ultimi vent’anni hanno gestito il potere nell’Azienda.
Su questa vicenda, come su altre, non si è udita una sola voce dei sindacati! Chi fa Politica, e anche Sindacato, dovrebbe dare qualcosa alla comunità (non solo prendere voti ed altro…), in termini di idee e di progettualità ! Se ACS dovesse fallire, se tutte le vertenze in corso falliranno, ciò avverrà  solo per la manifesta incapacità di coloro che vestono i panni del politico, del sindacalista, del presidente … come chi indossa una maschera di Carnevale, il giorno seguente resta solo la cenere. Il Politico “buono”, riconosciuto, rispettato e non temuto dalla gente e’ colui che con umiltà e spirito di servizio, si dimostra tale al cospetto dei problemi, senza fuggire dalle occasioni che, il contesto propone, anzi cogliendo ogni utile occasione per misurare le proprie capacità per guidare i processi di cambiamento.
Se l’autostazione, il tunnel …fanno da decenni “compagnia” al Mercatone non si può  dare la colpa ai cittadini! Ad Avellino, luogo dove la mala politica ha generato un danno antropologico non bastano solo i 5 stelle,  c’è bisogno di 6 e più stelle:un firmamento intero per rigenerare il Sistema.                                                                                                        Mario Barbarisi

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