La brutta politica

 

 

Navigando nel nuovo sito del nostro giornale (www.ilpontenews.it) mi è capitato di rileggere una mia nota del 2013, scritta subito dopo la vittoria di Renzi alla Segreteria del PD. Mi sono chiesto come mai ho cambiato idea nei confronti delle sue scelte ed ho provato a capirne le ragioni, anche per aiutare i lettori a scoprire una parte della verità (almeno, quella che a me appare tale).
Partiamo dall’inizio: perché facevo il tifo per Renzi già dalle primarie che lo videro sconfitto da Bersani? E’ semplice: perché la proposta di rinnovamento della classe dirigente (la cosiddetta rottamazione) mi sembrava una scelta giusta ed inevitabile, l’unica che avrebbe potuto avviare un processo politico-culturale idoneo a costruire un futuro migliore per il nostro Paese!
Avevo, però, immaginato una precondizione rispetto a quel disegno: il rinnovamento non poteva limitarsi a mandare in pensione qualche stanco notabile ma avrebbe dovuto investire anche la classe dirigente periferica del partito! Ricordo di aver auspicato un progetto politico che avesse a cuore gli interessi dei cittadini e non le carriere dei politici; una politica che si occupasse di risolvere i problemi dei più deboli, prima di curare gli interessi “forti e dominanti” nel Paese e che facesse scelte finalizzate ad una seria “revisione” della spesa pubblica, eliminando gli sprechi ed i privilegi di tanti (dai politici ai magistrati, dai sindacalisti agli industriali, fino a toccare tutti gli “allattati” dallo “Stato-mucca”, dispensatore di prebende immeritate ed ingiustificate)!
Cosa è successo in questi due anni? Cosa è stato fatto, e cosa no, per risolvere i problemi della nostra Italia? E, soprattutto, per quale motivo il mio giudizio è sostanzialmente cambiato?
Chi legge abitualmente questa rubrica un po’ mi conosce: sa che privilegio la speranza rispetto al pessimismo; sa che amo il cambiamento rispetto alla conservazione; apprezza il mio interesse per i giovani (quelli che hanno entusiasmo e spirito di sacrificio), più idonei a guidare il futuro rispetto ai vecchi (che pensano a raccogliere le ultime “utilità” dall’impegno politico)! Per questo, mi ero entusiasmato ai proclami di Renzi, alle promesse di novità ed alle coraggiose proposte, garantite da freschezza intellettuale e da un’indubbia capacità di comunicazione!
Debbo, però, constatare che, malgrado ogni sforzo (suo e della sua giovane squadra) non è riuscito a portare a casa molto di quello che aveva promesso !
Sul rinnovamento della classe dirigente, il risultato è stato fiacco, quasi inconsistente. Infatti, anche se la dirigenza nazionale appare radicalmente cambiata, nelle periferie domina, ancora, una pletora di ex funzionari e di politici trombati che hanno sperperato l’inimmaginabile (del pubblico denaro) e pensano di poterlo fare ancora.
Purtroppo, non c’è più formazione delle classi dirigenti, sicché, a volte, sembra emergere un “nuovo” più spregiudicato ed inaffidabile del vecchiume che non vuol finire! Per esemplificare, basta guardare alle vicende del PD irpino o del consiglio comunale della nostra città: gli attori (e le comparse) recitano, da tempo, una commedia peggiore di ogni drammatica immaginazione! Ma il fenomeno non è solo nostro, basta spostarsi a Napoli, in Calabria, in Sicilia, ovunque, per non parlare dei casi noti ed eclatanti di Roma, Genova e/o Bologna!
Il cambiamento vero, per essere efficace, non deve limitarsi alle facce; deve incidere sui comportamenti e sul loro modo di interpretare la più bella funzione che chiunque possa svolgere in una comunità: il “servizio” politico, reso quanto più possibile gratuitamente ed esclusivamente nell’interesse dei cittadini, non per arricchirsi in danno ed alle spalle degli ingenui elettori! Sta qui la vera rivoluzione morale …. tutta ancora da avviare…!!
Quanto ai risultati di un biennio di governo Renzi, debbo ammettere che di cose ne sono state fatte: la riforma costituzionale, quella della scuola e del mercato del lavoro, la legge elettorale, la delega per ridurre il cuneo fiscale. Ed altre novità (la riforma della Pubblica Amministrazione e della Giustizia) sono in cantiere, pronte a creare condizioni di importanti cambiamenti! Non solo, ma se dovessi paragonare i risultati del governo Renzi a quelli dei suoi predecessori (Berlusconi, Prodi, D’Alema, Letta e Monti), che hanno fatto quasi più chiacchiere e danni degli ultimi, impresentabili, governi della 1^ Repubblica, la valutazione non potrebbe che essere positiva.
Ma non basta, non può bastare! Manca la forza e la determinazione per sconfiggere il male più grande della nostra società: la corruzione! Ci si preoccupa più del consenso da catturare che dei problemi veri da risolvere! C’è molta più attenzione alle sollecitazioni delle lobby più potenti del Paese che ai bisogni delle categorie più povere, degli emarginati e degli esclusi. La spesa pubblica inutile, parassitaria e clientelare, non è stata mai seriamente toccata: perché le esigenze di pochi continuano ad essere prevalenti rispetto al perseguimento del bene comune! Per non parlare della drammatica situazione di tanti pensionati, di quelli che perdono il lavoro e dei giovani ai quali è negata la speranza … mentre si sprecano risorse per aiutare banchieri, avidi ed inaffidabili!
La colpa non è solo di Renzi: investe tanti dirigenti politici del suo stesso partito (ammantati da scuse pseudo-ideologiche, “persi” alla ricerca di un potere mai raggiunto) e tocca anche le forze di opposizione, che fanno spesso battaglie demagogiche, sterili ed inutili, finalizzate ad un consenso che forse non arriverà mai! Perché cresce, tra i cittadini elettori, una maturità ed una saggezza inaspettate: qualità che, forse, riusciranno a sconfiggere la brutta politica! E questa non è solo un’utopia!
michelecriscuoli.ilponte@gmail.com

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